2024-11-04
Dall’identità territoriale all’ideologia globalista. Così il tofu si è insinuato nei mercati italiani
Il prodotto, tipicamente asiatico, si è fatto largo anche nel nostro Paese con le ondate migratorie e l’esplosione della moda veg. Non è «pattumiera» come dice qualcuno, ma non può comunque sostituire carne, uova o pecorino.C’è un meme che recita così: «Come cucinare il tofu. Prendete un panetto di tofu, gettatelo nel bidone dell’umido e correte a prepararvi una bella carbonara». Si tratta di una chiamata in causa di un piatto universalmente amato per giudicarne un po’ pesantemente un altro, sebbene il discorso sia ironico, ma è anche vero che talvolta, scherzando scherzando, Pulcinella dice la verità. Non può esserci dubbio sul fatto che qualsiasi italiano, anche quello che oggi è vegetariano o vegano ma un tempo era carnivoro, riconoscerà il senso di questa dicotomia che pone da una parte un piatto di pasta come si deve (del cibo, come dire, vero, squisito e italiano) e dall’altra un cibo che l’italiano da sette generazioni, ma anche meno, percepisce come assolutamente estraneo alla sua concezione alimentare. Questo derby che l’italiano fa ovviamente vincere alla carbonara nel tempo potrebbe essere perso dal tofu non più 0 a 100 ma 2 o 3 a 100. Come mai? Beh, innanzitutto la globalizzazione avanza, anche in Italia, materializzando sul nostro mercato e rendendo meno estranei prodotti che fino a un certo punto lo erano poiché appartenenti ad altre tradizioni. Poi, ormai nello Stivale vivono tanti asiatici, immigrati qui qualche decennio fa e oggi genitori e nonni di figli e nipoti italiani di origine asiatica, la cosiddetta seconda generazione (e terza) dell’ondata immigratoria che trasporta nel luogo di immigrazione anche le proprie abitudini alimentari. Avanzano, poi, i numeri del mercato del cibo per vegani e vegetariani, così come il numero di vegani e vegetariani. Risulta molto interessante domandarsi se sono i veg (sovente con questo termine si indicano vegani e vegetariani insieme) che hanno determinato la nascita di un mercato loro dedicato o, viceversa, se quello veg sia un mercato che, con la forza della pubblicità e del proselitismo ideologico, ha generato i nuovi consumatori veg.una cultura diversaTornando a bomba, è un fatto che in una manciata di decenni abbiamo assistito all’arrivo e poi all’acclimatazione di sempre più prodotti esotici nei supermercati italiani e certamente il tofu è il più noto di questi. Tanto che anche il mangiatore italiano più disinteressato alle cucine etniche o identitarie-sociali come quella veg o alla cucina globalizzata, a un certo punto si è accorto del tofu. Consapevolezza che ha elaborato derubricando il tofu come, sintetizzando brutalmente, immondizia. Se non concordiamo assolutamente con chi vorrebbe gettare alle ortiche l’incredibile varietà, qualità e gusto dei formaggi italiani DOP, IGP e anche senza riconoscimenti per sostituirli tutti col tofu e se non ratifichiamo assolutamente quella propaganda che vorrebbe il tofu perfino equivalente alla carne, non possiamo però nemmeno archiviare il tofu come materia da pattumiera. E non possiamo perché esso possiede una storia e una geografia, dunque una cultura, non diversamente dai nostri formaggi e dalla nostra carne. Ma differentemente dai nostri formaggi e dalla nostra carne, la storia e la geografia del tofu appartengono ad una cultura e dunque ad un’identità che non sono le nostre.l’involuzioneLa dicotomia tofu vs. carbonara illustra una concezione del cibo innanzitutto come elemento territoriale: la carbonara e i formaggi appartengono alla nostra storia e alla nostra geografia, alle quali apparteniamo noi stessi, il tofu appartiene a storia e a geografia asiatiche che sono appartenenza di un asiatico. E il motivo per cui anche qualche italiano da sette generazioni, nella dicotomia tofu vs. carbonara, ha optato per il tofu disattendendo la trama del meme è che ora a definire l’identità culinaria di una persona non c’è più soltanto il territorio (quello dei prodotti e quello dei mangiatori) come è sempre stato, ma anche la tipologia di alimenti mangiati. Si chiama identità sociale e unisce le persone che operano scelte di vita precise. L’identità veg, in barba a qualsiasi territorialità, è una sorta di global ideologico e il tofu è il cibo veg per eccellenza, col quale vegani e vegetariani sostituiscono praticamente tutto ciò che nella normale dispensa carnivora italiana sia, o derivi da, l’animale. Così fa anche il globalista entusiasta: poiché la sua identità sta nel rigettare il valore dell’appartenenza al territorio da cui origina e sul quale vive, per costui il tofu sarà superiore a qualsiasi formaggio italiano proprio perché non è quei formaggi. Su queste tavole, troverete certamente la carbonara col tofu, tofu al posto del pecorino e/o del guanciale e/o delle uova, un’altra soluzione alla dicotomia tofu-carbonara.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.