2024-06-15
Contro l’Albania l’Italia va, ma piano piano
Inizio choc all’Europeo: Italia sotto dopo 23 secondi in una bolgia di maglie rosse. Poi gli interisti la ribaltano. Nella ripresa gli uomini di Spalletti dominano, però sul 2 a 1 sprecano e rischiano. Fermati 67 ultrà nostrani.Quando dopo 23 secondi di gioco Federico Dimarco batte una comoda rimessa nei pressi dell’area azzurra, nessuno si sarebbe aspettato la tragedia shakespeariana: errore da eccesso di sicumera dell’interista, palla che vola lenta dalle parti di Alessandro Bastoni, Nedim Bajrami, in forza al Sassuolo, che irrompe come un giannizzero, anticipa tutti e infila un Donnarumma senza peccato. È un record. La rete più veloce subita dall’Italia in una grande manifestazione dopo quella realizzata dal francese Lacombe in Francia-Italia del 1978 (in quel caso a 38 secondi dal fischio d’inizio). A Dortmund l’atmosfera si fa di ghiaccio bollente, per un istante si respira l’aria pesante delle ultime prestazioni claudicanti, la tifoseria albanese presente in forze esulta, a corollario di uno scambio di cori con i fan italici corretto, nonostante i 67 fermi di polizia di supporter tricolori che nel pomeriggio avevano tentato un agguato agli avversari brandendo coltelli e bombe carta. L’Albania sfodera il piglio di chi ha galoppato nei decenni sulle strade della fratellanza coi suoi dirimpettai geografici: Djimsiti, Strakosha, Asslani, sono solo alcuni dei nomi che hanno trovato fortuna in Serie A, non scordando la cura Gianni De Biasi, allenatore della nazionale dall’aquila bicefala fino al 2017. Quadrati, solidi, con piedi discreti e soluzioni assortite, gli albanesi guidati da Silvynio da tempo non sono più una nazionale di dopolavoristi. Dal canto nostro Luciano Spalletti, dopo preliminari non esaltanti, ha tentato di imprimere ai nostri il piglio dei campioni d’Europa in carica. La scelta di Scamacca come punta non è casuale: c’è bisogno come il pane di un centravanti fisico, capace di far movimento e buttarla dentro. Un Luca Toni, insomma. Il centrocampo ha negli interisti Barella e Frattesi il giusto mezzo di qualità e quantità, con Jorginho in versione nostromo, libero di gigioneggiare con metodo. Più di tutto, c’è bisogno di uno ceffone psicologico e forse quel gol a freddo ha svolto a dovere quel ruolo. Gli azzurri non si disuniscono, iniziano un fraseggio di prima consapevole e strategico, inventano calcio, seguono lo spartito inculcato dal commissario tecnico. Dieci minuti dopo, la raddrizza Bastoni: su calcio d’angolo, Lorenzo Pellegrini serve un manicaretto al difensore centrale dell’Inter, che con una zuccata trafigge il portiere albanese beneficiando di un blocco studiato di Scamacca e Di Lorenzo. La musica cambia. Prima rischiavamo di essere accompagnati alla porta, ora siamo noi a indossare la giacca scura dei buttafuori. Lo si comprende appieno quando, dopo un rimpallo a centrocampo, Nicolò Barella decide di spaccare il match alimentando un siluro da fuori area verso la porta avversaria, non lasciando scampo a Strakosha. Sono passati meno di 20 minuti e siamo 2-1. Onore al merito dei giocatori interisti: dettano i tempi della nazionale, dimostrano di aver vinto il campionato per cause ben circostanziate. A spiccare per invenzioni sulla fascia destra e incursioni impetuose è però Federico Chiesa. Se messo nelle condizioni di esprimere le sue potenzialità, l’uomo è dotato di potenza e intuito sopraffino, nell’uno contro uno è un tarantolato, la genetica paterna emerge. Al minuto 33 si può siglare la terza rete. Scamacca con un passaggio filtrante libera Frattesi, il centrocampista si insinua, tocca la sfera con delicatezza, centra il palo con gran costernazione della panchina nostrana. In campo il gioco è virile, non scorretto, eccezion fatta per uno scontro aspro all’inizio della ripresa tra Calafiori e Broja, entrambi ammoniti. I rossoneri tentano un approccio vigoroso, gli azzurri stroncano sul nascere le loro iniziative esibendo un mix di fraseggi studiati, reparti stretti e preponderanza muscolare. Al sessantesimo Chiesa raccoglie il pallone dopo un recupero alto di Scamacca e apre il mancino, sfiorando il palo alla destra di Strakosha. Nonostante la stanchezza da ambo le parti, gli uomini di Spalletti mantengono alta la concentrazione e tentano sortite. Dapprima Chiesa pesca al centro Barella, ma l’appoggio di prima è mal calibrato per Frattesi, poi colpo di testa pericoloso di Di Lorenzo, che si era sganciato con uno scatto calibrato sul secondo palo, ma la sua conclusione viene deviata. All’ottantesimo Dimarco supera due uomini e scarica un sinistro forte e teso da fuori area che Strakosha blocca in due tempi. Al termine di una giravolta di sostituzioni (esce Dimarco, entra Darmian, esce Scamacca, entra Retegui, poi Folorunsho rimpiazza Barella), gli italiani rischiano grosso. Calafiori si distrae, ne scaturisce uno svarione, Manaj ne approfitta, azzarda lo scavetto con piede fatato, Donnarumma compie l’unica prodezza, ma decisiva, della sua partita, sfiorando il pallone e deviandolo in calcio d’angolo. Siamo agli sgoccioli, e c’è tempo pure per un’incursione esibizionista di un ultrà albanese che invade il campo con la bandiera nazionale, subito neutralizzato dagli uomini della sicurezza.L’arbitro fischia la fine, la prestazione della banda Spalletti è convincente: ha tentato di guidare il match, tirando in porta con svariate soluzioni, ha cercato spesso il terminale offensivo, imbastendo una manovra che ha nel collettivo la sua peculiarità decisiva. Poi c’è stato il momento di amministrare il risultato: questione di brillantezza fisica e concentrazione mentale da puntellare gara dopo gara. «Abbiamo mostrato cose buone, siamo in grado di costruire, ma certe volte siamo rimasti troppo indietro, nonostante la manovra precisa e studiata», ha detto mister Spalletti a bordo campo. Insomma, potenziale per disputare un europeo all’altezza del blasone, a patto di rifuggire tentazioni narcisistiche e distrazioni improvvise.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.