2021-01-26
Contributi non pagati, indagati i «Paladinos»
Ottavia Paladino e Giuseppe Conte (Ansa)
Un’inchiesta della Procura di Roma sui bilanci del gruppo immobiliare e alberghiero guidato dal suocero di Giuseppi. Riguarda l’omesso versamento di ritenute previdenziali per 850.000 euro in anni precedenti alla crisi Covid. Ipotesi di reato ai danni dell’InpsLo spettro dei Renzi, famiglia dalle inesauribili disavventure giudiziarie, inizia ad agitare anche il già traballante Giuseppe Conte. Saranno forse gli storici a stabilire se a Palazzo Chigi possa salire solo gente con famiglie problematiche, oppure se vi sia una sorta di maledizione nelle tappezzerie cinquecentesche che colpisce i familiari di chi diventa presidente del Consiglio senza passare dalle urne. Ma intanto, alla vigilia della relazione annuale sullo stato della giustizia del ministro Alfonso Bonafede, la giustizia stessa si occupa dei bilanci della famiglia di Olivia Paladino, la biondissima e silenziosa compagna quarantenne del premier.Come ha riferito ieri Il Tempo, c’è un’inchiesta della Procura di Roma, guidata da Michele Prestipino, sui bilanci del gruppo immobiliare e alberghiero guidato da Cesare Paladino, che in quanto papà di Olivia è il suocero di fatto di Giuseppe Conte. L’indagine ha il numero di registro 34401/20 e le ipotesi di reato per le quali i pm procedono sono quelle previste dalla legge 74 del 2000, sull’omesso versamento di ritenute previdenziali dovute e certificate. Il reato ipotizzato è ai danni dell’Inps, a cui non sarebbero stati versati in tempo, o almeno in un ritardo contenuto, una serie di contributi per i dipendenti. L’inchiesta ha come perno centrale i conti della «Immobiliare di Roma Splendido srl», società amministrata da Cesare Paladino che, tra le sue varie partecipazioni, annovera le mura dell’Hotel Plaza di Roma, albergo di lusso gestito da un’altra società dei Paladino. Gli importi contestati sono superiori alla soglia di punibilità dei 150.000 euro e sarebbero pari a oltre 850.000 euro. Il reato ha pene relativamente lievi, comprese tra i sei mesi e i due anni, e va detto che in tempi di crisi economica è spesso messo in discussione. Tuttavia, in base alle carte della transazione tra la famiglia Paladino e Unicredit, che nei mesi scorsi ha concesso un robusto sconto sulla posizione debitoria (da 15 milioni e mezzo a soli quattro e mezzo), sembra di capire che i contributi non versati siano relativi ad anni precedenti alla crisi Covid. Sono così finiti nel mirino della Procura romana Cesare Paladino e il figliastro Shawn John Shadow, figlio di primo letto dell’attrice svedese Ewa Aulin. Le indagini riguardano i bilanci del 2017 e del 2018 e non è chiaro se coinvolgano anche Olivia Paladino e la sorella Cristiana. Come riporta il quotidiano romano, l’indagine penale non è esattamente un fulmine a ciel sereno, almeno per il suocero del premier. Il sindaco e revisore unico Barbara Piconi, nella relazione di accompagnamento al bilancio del 2018, osservava che «la situazione debitoria verso il fisco potrebbe attenuarsi nel caso di conclusione positiva e dunque con il pagamento dell’ultima rata prevista nel piano delle adesioni alle cd «rottamazione bis e ter» ma ciò non toglie la responsabilità penale connessa alle soglie di punibilità che la scrivente ha rammentato all’amministratore nel corso delle verifiche trimestrali esortandolo ad adempiere entro i termini prestabiliti».Significa che anche approfittando delle provvidenziali rottamazioni disposte dal genero Giuseppi, la famiglia Paladino aveva di fronte un rischio penale. Ma la crisi deve avere avuto un impatto pesante anche su questa famiglia dell’alta borghesia romana, che oltre a essere esposta su settori a rischio come l’alberghiero e l’immobiliare, aveva evidentemente già una profonda situazione debitoria con le banche, sulla quale si sono abbattute la pandemia cinese e i lockdown decisi dal governo. Altro segnale di difficoltà, come raccontato domenica, è il fatto che sorella e fratellastro della first fidanzata hanno chiesto e ottenuto la cassa integrazione Covid come due barman qualsiasi. Per altro, pare che Shawn non se la passi benissimo, o almeno non tanto bene come le sorellastre, e questo sarebbe causa di qualche incomprensione in famiglia. È una piccola divaricazione che si coglie anche nella lettera del suo avvocato viterbese, Angelo Di Silvio, nella quale si conferma che il giovane ha preso la cassa integrazione, ma si spiega che l’ha chiesta perché non ha altri redditi. Ora, sperando che Conte non inizi proprio da qui per lo snellimento della giustizia e le depenalizzazioni dei reati finanziari prossimi venturi, la famiglia della sua Olivia rischia di collezionare avvisi di garanzia. Soprattutto per via di papà Cesare, già graziato nei mesi scorsi, quando un patteggiamento a un anno e due mesi per l’evasione milionaria della tassa di soggiorno, dovuta dai suoi alberghi al Comune di Roma, si è sciolta come neve al sole grazie a una depenalizzazione varata dal genero. Buono per i Paladinos, ma va detto che se simili fortune fossero capitate a un Berlusconi avremmo probabilmente assistito ai girotondi intorno a Palazzo Chigi. O sotto il vicino Plaza. E però il grande nemico del momento di Conte, Matteo Renzi, ha a sua volta a che fare con una famiglia che gli procura fastidi a raffica. Il papà Tiziano rischia il processo per lo scandalo Consip e con le società di famiglia ha combinato pasticci di ogni genere, talvolta insieme alla moglie Laura Bovoli. Da notare, che la prima disavventura giudiziaria dei coniugi Renzi è del 1998 e riguardava contributi Inps non pagati per i dipendenti della loro società di distribuzione di giornali. Un’eventuale riappacificazione politica di Renzi e Conte potrebbe partire proprio da qui: o l’abolizione della famiglia, o l’abolizione dei contributi Inps.
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)