2020-07-12
La tentazione di Conte: far saltare le elezioni
Persino Repubblica ammette: il presidente del Consiglio tiene unicamente alla sua cadrega. E per tenerla punta sulla paura: finché ci sarà il coronavirus, e preoccuperà gli italiani, ci sarà anche lui a Palazzo Chigi.Confermato: Giuseppe Conte ha più paura delle elezioni che del coronavirus. Noi lo abbiamo scritto ieri, in un editoriale in prima pagina. Ma come si sa, noi non nutriamo particolare simpatia per il presidente del Consiglio e dunque qualcuno potrebbe pensare che la nostra opinione sia viziata da un pregiudizio. Ma ieri, a esprimere lo stesso concetto riportato dalla Verità, è stata anche La Repubblica, un quotidiano che certo non si può definire antipatizzante nei confronti della maggioranza giallorossa. Per spiegare la decisione del premier di estendere lo stato d'emergenza fino alla fine di dicembre, il giornale di casa Agnelli spiegava che la misura è un po' una specie di salvacondotto per il governo. In altre parole, quello che preme al presidente del Consiglio con il prolungamento delle misure eccezionali anti coronavirus non è la salute degli italiani, ma quella dell'esecutivo. Sintetizzato in poche parole, ciò che vuole Conte è una specie di salvapoltrona. Sì, noi chiamiamo le cose con il loro nome e non giriamo attorno a parole e formule di rito, preferendo andare al sodo. Ma anche chi la prende alla larga, ricorrendo a una quantità di aggettivi e di perifrasi per poi misurare con il bilancino le parole, alla fine arriva dove siamo arrivati noi umili cronisti. La sostanza anche per Repubblica è che Giuseppe Conte è alla ricerca di una polizza assicurativa sulla vita del governo e, non avendo trovato di meglio, soprattutto non avendo ottenuto alcuna sponda da coloro che farebbero parte della sua maggioranza, altro non ha saputo inventare se non la prosecuzione dello stato di emergenza.Come è noto, la paura genera mostri ed è proprio sulla paura che Giuseppi intende fare leva per ricorrere a un mostro costituzionale che, senza essere mai passato dalle elezioni, gli dia pieni poteri. Se l'esecutivo non è ancora precipitato nei sondaggi, nonostante la cassa integrazione non sia arrivata a centinaia di migliaia di persone e i finanziamenti non siano ancora disponibili per decine di migliaia di aziende, è solo perché gli italiani hanno paura. Sì, in molti sono preoccupati per il futuro, per quello personale e delle loro famiglie e per quello delle aziende per cui lavorano, a prescindere che siano dipendenti o imprenditori. Dunque, non hanno tempo per pensare a nuovi leader con cui sostituire quello attuale. Nel momento del bisogno si fanno andare bene anche quello che c'è. Ed è su questo che confida il capo del governo più scarso che si sia insediato ai vertici del Paese. Finché il coronavirus ci sarà e preoccuperà gli italiani, ci sarà anche Giuseppe Conte a rassicurarli. Che poi le rassicurazioni del presidente del Consiglio non servano a rasserenare gli animi, questa è un'altra faccenda. Se una nave affonda non si sta a pensare che il capitano è colui che ha mandato la nave sugli scogli: se si sta affogando o si teme di finire in fondo al mare ci si aggrappa a tutto, pure a Conte.Ecco, il premier confida in questo per rimanere a galla: nella paura degli italiani. Per scongiurare le elezioni regionali e una probabile batosta per la sua maggioranza, il premier evoca scenari preoccupanti, chiedendo pieni poteri per affrontarli. Ieri vi abbiamo riferito il sospetto di un anziano lupo della politica. Secondo il parlamentare che ha attraversato 25 anni di legislature, con lo stato di emergenza Conte prepara uno dei suoi dpcm (decreti del presidente del consiglio dei ministri) per rinviare le elezioni regionali. Farle a settembre - come scrive Repubblica - è un azzardo. Dunque, meglio soprassedere, perché un voto sfavorevole al governo potrebbe essere esiziale per Giuseppi. Neanche negli anni più bui, del terrorismo e delle crisi economiche i governi sono ricorsi alla sospensione della democrazia, rinviando le elezioni. Ma con Giuseppi la notte della democrazia rischia di farsi più nera del previsto e di oscurare perfino quella regola che in qualsiasi Repubblica affida al popolo la parola fine. Conte lo sa: è quella parola non vuole che suggelli la sua carriera politica. Dunque, ecco servito lo stato di emergenza contro il virus delle elezioni.