2020-11-07
Conte nasconde i numeri delle zone rosse e gialle e gioca alle tre tavolette con i soldi del «Ristori»
Il governo non dà i numeri, in tutti i sensi. E adesso vi spiego perché. Come sapete tra presidente del Consiglio e governatori è polemica per la scelta di chiudere alcune Regioni e lasciarne aperte altre. Secondo i capi delle cosiddette zone rosse il provvedimento sarebbe punitivo e non supportato da evidenze scientifiche decisive. In pratica l'esecutivo avrebbe voluto colpire alcune amministrazioni di centrodestra, tra le quali la Lombardia, il Piemonte e la Calabria, utilizzando dati vecchi. E con lo stesso metro Palazzo Chigi avrebbe salvato le Regioni a guida sinistra, evitando di dichiarare il lockdown là dove sarebbe stato necessario. Alle contestazioni mosse dai governatori, Conte e compagni hanno replicato rivendicando l'obiettività delle cifre, che sarebbero tutt'altro che datate. E tuttavia, nonostante la presidenza del Consiglio respinga ogni sospetto di malafede e soprattutto qualsiasi manovra dettata da intenti politici, questi benedetti numeri che dovrebbero giustificare i provvedimenti restrittivi non ci sono. Sì, dal ministero della Salute e dall'Istituto superiore di sanità non sono arrivati i dati che erano stati annunciati. Anzi, sembra che gli uffici preposti siano un po' in confusione e non sappiano bene che fare. Lungi da noi sospettare che tutto ciò sia stato architettato per mettere in cattiva luce alcune Regioni e favorirne altre: tuttavia, visto che sulle base di questi benedetti numeri si decidono gli arresti domiciliari di milioni di persone, forse sarebbe necessaria un po' di chiarezza. Ovviamente noi non mettiamo in dubbio lo stato d'emergenza in cui vivono alcune Regioni, né abbiamo alcuna intenzione di unirci al coro di negazionisti del Covid. Il coronavirus è vivo e purtroppo lotta contro di noi. E però, preso atto che la pandemia non è un'invenzione né di Conte né del ministro Speranza, visto che ci è richiesta una vita di clausura credo sia giusto pretendere in cambio il massimo dell'informazione. In poche parole: si vuole chiudere la Lombardia perché ci sono 9.000 contagiati al giorno su 10 milioni di abitanti? D'accordo, ma perché allora la Regione più popolosa è zona rossa e la Campania con i suoi 4.000 contagiati su 5,8 milioni di abitanti è zona gialla? Insomma, fino a che il governo non dà numeri che aiutino a capire e, soprattutto a giustificare, certe scelte, si fa fatica ad accettare le decisioni. Prova ne sia che ieri, a Milano, la città si è silenziosamente ribellata al lockdown. Le vie centrali erano normalmente popolate e molto esercizi, tra i quali i bar, hanno trovato il modo di proseguire l'attività, servendo il caffè all'esterno. Se infatti l'asporto è consentito, vuol dire che cappuccino e brioche si consumeranno all'aperto invece che al bancone.Ma a proposito del governo che non dà i numeri, non ci sono solo le cifre in base alle quali sono state decise le chiusure a semaforo, con giallo, arancione e rosso (il verde purtroppo al momento è escluso), mancano anche quelle che dovrebbero «ristorare» gli italiani per gli arresti domiciliari cui sono condannati. Annunciando le misure di contenimento dell'epidemia Giuseppe Conte aveva addolcito la pillola amara accompagnandola con la promessa di immediati provvedimenti di sostegno per le attività costrette a chiudere. In realtà al momento dei fondi assicurati non si intravvede nemmeno l'ombra, per il fatto che semplicemente i soldi non ci sono. Dopo il decreto Ristori è infatti annunciato un Ristori bis, che si aggiunge ai già noti decreti Rilancio e Cura Italia che pure non hanno né rilanciato né curato il Paese. Il problema non è naturalmente la carenza di fantasia di chi battezza i decreti, scegliendo ogni volta nomi che certo non brillano per creatività. No, il problema è che dietro l'etichetta niente, perché oltre al titolo non si va oltre. A parole i miliardi sono centinaia, ma nei fatti alle aziende e ai privati arrivano gli spiccioli. Ne sono prova i molti lavoratori che ancora attendono la cassa integrazione e le partite Iva che aspettano i bonus. Nel caso del decreto Ristori, però, è anche peggio, perché per poter erogare il denaro - per quanto ridotto - serve uno scostamento di bilancio e questo deve essere autorizzato dal Parlamento. Risultato, al momento le uniche cose che vengono dispensate senza riserve sono le parole, che il presidente del Consiglio spende in conferenza stampa con una certa facilità. Quanto ai soldi e alla situazione generale dell'Italia, tocca mettersi in paziente attesa. Ovviamente restando chiusi in casa come raccomanda sua Signoria, Giuseppe Conte, presidente per caso e per caso, purtroppo, anche capo del primo governo della Repubblica alle prese con una pandemia. Per dirla con un vecchio direttore del Corriere della Sera, siamo nelle sue mani: oddio in che mani siamo.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 16 settembre con Carlo Cambi
Il killer di Charlie Kirk, Tyler Robinson (Ansa)