2020-10-11
Conte svergognato pure sulla mascherina
La prima pagina del Tempo di sabato 10 ottobre 2020
Il premier immortalato al ristorante a volto scoperto. Poi precisa e peggiora le cose.Immuni. Non parliamo dell'applicazione, ma della condizione in cui pare si trovino i membri dell'establishment, in virtù probabilmente di una variante del Covid ancora non scoperta che mette al riparo dal contagio i rappresentanti del governo e i filo governativi. Sì, insomma, quelli che hanno messo l'Italia in mascherina ma che poi fanno fatica a mettersela. Immune deve sicuramente essere il premier Giuseppe Conte, produttore compulsivo di Dpcm emergenziali, ma, quanto a lui, poco propenso a mettere in pratica protocolli che potrebbero limitarne la carica piaciona. Ieri Il Tempo pubblicava in prima pagina una foto di Giuseppi scattata al ristorante da Benito al Bosco, a Velletri: sette persone, al chiuso e a distanza ravvicinata. Solo due avevano la mascherina calzata, due signore sul margine destro dello scatto. Il titolare del ristorante, Benito Morelli, la indossava penzolante da un orecchio, ma con naso e bocca scoperti. Al suo fianco, Giuseppe Conte con ciuffo arrembante e sorriso magico, come il Mandrake di Febbre da cavallo, senza ombra di protezione. Lo stesso per Olivia Paladino, la compagna del premier, raggiante e priva di mascherina, così come le altre persone ritratte nella foto. E la sicurezza? E le regole? E il senso di responsabilità? E i Dpcm? Ci doveva essere una postilla che non abbiamo visto. O forse, per l'appunto, il premier è immune al coronavirus. La foto è stata postata su Facebook dal ristorante in data 7 ottobre e ieri mattina cancellata, presumibilmente dopo la prima pagina del quotidiano romano. A cui è poi arrivata anche una sorta di goffa smentita da Palazzo Chigi, che nulla ha smentito, in verità. L'entourage del premier ha fatto sapere che quello scatto risalirebbe al 17 settembre scorso, quindi prima delle ordinanze restrittive della Regione Lazio e del successivo decreto del governo. Una precisazione temporale che non si capisce bene cosa chiarisca, dato che anche prima dei recenti decreti nei ristoranti era consentito togliere la mascherina solo al tavolo, mentre andava indossata anche solo per andare in bagno, figurarsi per fare le foto con degli sconosciuti, al chiuso e a distanza ravvicinata. Tutte regole messe nero su bianco dallo stesso Conte, ma si sa, l'inflessibilità è più facile pretenderla che metterla in pratica.Ma non è l'unico caso, come si diceva, perché il fronte dei pasdaran della protezione mostra vari esponenti decisamente più a loro agio nel fare la ramanzina agli altri che nel rispettare le regole in prima persona. Pensiamo solo al commissario straordinario per l'emergenza, Domenico Arcuri, pizzicato dalle telecamere con la mascherina calata solo sulla bocca, ma non sul naso. Errore da pivello, una di quelle cose che potrebbero portare al pubblico linciaggio di chi incappasse in qualche guardia rossa della profilassi su un treno, in un bar o, ormai, anche solo per strada. E proprio lui, mister «Ci penso io», si fa beccare con la mascherina messa a metà... Ma pensiamo anche ai giornalisti beccati in castagna da Francesco Borgonovo a Piazzapulita, tutti schierati contro i mefistofelici negazionisti, ma al contempo negatori in atto della più contestata delle nuove regole, quella che prevede mascherine al chiuso, sempre, studi televisivi compresi. Evidentemente anche loro sono immuni. Il coronavirus è contagioso solo fra i poveri cristi.
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