2020-12-20
Conte fa l’ometto solo al comando. Ma basta una domanda a sbriciolarlo
Non conosco la giornalista di Sky Tg24 Jana Gagliardi. Prima di venerdì sera, non avevo mai sentito parlare di lei, dunque non so da quanto tempo faccia questo mestiere né dove abbia lavorato prima di approdare in tv. Tuttavia, posso dire che finalmente ho visto una cronista che non si rassegna a fare la bella statuina nel presepe di Giuseppe Conte. L'altra sera, durante la conferenza stampa del presidente del Consiglio, a differenza di altri che l'hanno preceduta, la collega non si è limitata a registrare le chiacchiere del capo del governo, ma ha fatto anche delle domande vere e non concordate e quando non ha ricevuto risposte ha incalzato il premier. Per ore, i reporter erano rimasti in attesa delle comunicazioni di Palazzo Chigi. L'intervento di Conte era atteso per le 19, poi posticipato a 20 minuti dopo le 20, in tempo per i tg, quindi slittato a un'ora da destinarsi. Alla fine, il presidente del Consiglio è comparso poco prima delle 22, con un ritardo di quasi tre ore. «Stavamo cercando soldi per ristorare chi è costretto nei giorni di Natale alla chiusura», si è giustificato il capo del governo. Secondo i maligni di Dagospia, in realtà il premier stava aspettando che finisse l'anteprima di The voice senior, il programma di Rai 1 che avrebbe potuto rubargli ascolti e impedirgli di apparire in tv a reti quasi unificate. Dopo aver riportato a casa i pescatori di Mazara del Vallo, Giuseppi sperava di fare un'altra passerella, atteggiandosi a salvatore della patria, anzi, degli italiani. Ma, come dicevamo, alla conferenza stampa seguita alle sue comunicazioni, ha trovato una giornalista che gli ha fatto delle domande. «Perché siete arrivati in piena notte con queste misure?», ha chiesto la collega di Sky. Conte ha provato a rispondere con arroganza, con un «Lei la fa facile. Fosse stato per lei avrebbe già disposto da tempo i ristori». La realtà è che il presidente del Consiglio non sapeva che cosa rispondere e, se avesse avuto un po' di rispetto per chi informa l'opinione pubblica e per chi, a casa, aspetta di conoscere il proprio destino, avrebbe dovuto chiedere scusa per il ritardo con cui il suo governo aveva adottato le nuove misure. Jana Gagliardi, tuttavia, non si è fatta intimidire dal tono del premier e ha continuato con le domande. E a proposito del divieto di incontrare in casa propria più di due parenti ha chiesto: «Ma non avevate detto che è incostituzionale controllare le abitazioni delle persone?». Il giurista di Volturara Appula, a questo punto, ha provato a impapocchiare una replica, ricorrendo all'armamentario del docente universitario: «Un sistema liberal democratico non manda la polizia a controllare cosa stanno facendo nelle abitazioni. Il decreto è stato concepito come limitazione alla circolazione delle persone. Si esce, per intenderci, con l'autocertificazione. A quel punto lì, chi circola per strada dichiarerà dove va. Se va in un'abitazione si potrà verificare eventualmente dopo». Ma a questo punto qui si capisce una sola cosa, e cioè che in un sistema liberal democratico nella casa degli italiani non può entrare nessuno se non con un mandato dell'autorità giudiziaria e sempre a questo punto qui nessuno potrà «verificare eventualmente dopo». Risultato, il presidente del Consiglio ha fornito nella notte informazioni confuse.Del resto, quelle riguardanti i famigliari riuniti a tavola nei giorni festivi, non sono le sole decisioni pasticciate dell'esecutivo. Che dire della norma che consente di incontrare i parenti con figli, ma solo se questi hanno meno di 14 anni? E con i minorenni di 15 che facciamo? Li lasciamo a casa da soli per non sforare la regola imposta dai burocrati di Palazzo Chigi? E che dire dell'obbligo di apertura e chiusura, a giorni alterni, dei ristoranti? Fino a una settimana prima erano costretti a tener abbassata la serranda con la promessa di poterla alzare a Natale. Poi, per una settimana sono stati autorizzati a servire ai tavoli, ma solo a mezzogiorno. Dal 24 dicembre, insieme con i bar, dovranno tornare a spegnere i fornelli, ma il 4 di gennaio, solo per 24 ore, potranno riaccenderli, manco fossero le lucine intermittenti del presepio. E delle seconde case, ne vogliamo parlare? Gli italiani dovranno rimanere tappati nelle loro residenze, ma se ne hanno una seconda dentro i confini della regione in cui abitano, anche nei giorni rossi, cioè a circolazione vietata, potranno spostarsi. Tradotto: un veronese può andare a Cortina, ma a Madonna di Campiglio no, perché la prima località, anche se distante, è in provincia di Belluno e l'altra in Trentino. Per capire che senso abbia tutto ciò bisognerebbe prendere i ministri e sottoporli a un Tso.Tornando però a Jana Gagliardi, quando la collega ha chiesto del ritardo con cui Conte si è presentato agli italiani, si è sentita rispondere che il governo, oltre a predisporre le chiusure, aveva dovuto reperire i soldi per i ristori, mettendo sul piatto 645 milioni. Ora, siccome a Palazzo Chigi non credo che si dimentichino dei soldi nei cassetti della camera da letto del premier, è evidente che quei soldi non sono reperiti, ma fanno parte dei fondi stanziati dal Parlamento per far fronte all'emergenza e sarebbe necessario che il governo, invece di presentarsi di notte con toni infastiditi, alle domande chiare rispondesse con informazioni altrettanto chiare. In un sistema liberal democratico, per usare le parole del premier, la stampa svolge un ruolo importante di controllo. E se un presidente del Consiglio presenta un decreto che limita le libertà personali, giustificandolo come misura per salvare il Natale, quella stampa ha il dovere di ricordargli che le palle sono quelle appese all'albero, non altre.
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