2019-04-02
Conte chiede spiegazioni al ministro Tria. Lega e M5s pronti a sostituirlo
Il titolare dell'Economia fu scelto per superare il nodo Savona, ora imbarazza la maggioranza per la sospetta «parentopoli» e i legami con la Cina. Lo stallo sui rimborsi agli sbancati non aiuta: dopo le europee può saltare.Dopo la formazione dell'esecutivo, Niccolò Ciapetti entrò in un'azienda legatissima alla politica. Alla Tinexta, invece, potrebbero esserci guai col codice etico.Lo speciale contiene due articoli. Nuvoloni sempre più neri si addensano su Giovanni Tria. Ieri sera, a quanto ha appreso La Verità, il premier Giuseppe Conte ha chiesto personalmente al ministro dell'Economia spiegazioni sull'affaire Ciapetti-Bugno, rivelato dal nostro giornale. Conte nel corso del colloquio sarebbe stato meno affabile del solito. Sia nella Lega sia nel M5s i malumori montano: dai due partiti di maggioranza trapelano «imbarazzo, irritazione, preoccupazione» per gli intrecci fra Tria, Niccolò Ciapetti e Claudia Bugno, e anche per il ritardo nel via libera del ministro al decreto per rimborsare i risparmiatori truffati dalle banche. «Il ministro dell'Economia», dice il vicepremier, Matteo Salvini, «deve dare una risposta veloce ai truffati dalle banche e mi sembra che sia passato il tempo sufficiente». L'altro vicepremier, Luigi Di Maio, ribadisce il concetto ai microfoni di Rtl: «Tria può star tranquillo, non gli dirò di stare sereno perché non è un modo per tranquillizzarlo. L'unica cosa che penso è che tutti quanti insieme dobbiamo lavorare sulle cose concrete: deve essere firmato il prima possibile il decreto che rimborsa i risparmiatori truffati. Ci abbiamo lavorato per otto mesi, adesso manca un ultimo atto per rimborsare i truffati di Banca Etruria, che stanno aspettando. Noi ci abbiamo messo 1 miliardo per rimborsarli», aggiunge Di Maio, «e va fatto il prima possibile». Dal M5s fioccano attacchi espliciti al ministro dell'Economia in merito agli intrecci svelati dalla Verità. «Aspettiamo chiarimenti», affonda il sottosegretario alle Autonomie regionali, Stefano Buffagni , «sulla consigliera del ministro dell'Economia, Claudia Bugno, perché il quadro non è coerente con il governo del cambiamento. Mi auguro che non sia la sua consigliera, quella che ha preso la multa da Bankitalia, a dire a Tria come muoversi sui temi bancari, perché se no diventa un problema. Mi auguro che firmino il prima possibile il provvedimento per i risparmiatori truffati», precisa Buffagni, «perché è un impegno preso con i cittadini e almeno quello non mi sembra un problema di risorse, perché quelle sono già state stanziate».Il sottosegretario all'Economia, Alessio Villarosa (M5s), risponde così ai conduttori del programma radiofonico Un giorno da pecora, che gli chiedono se è vero che la vicenda sarà oggetto di una interrogazione parlamentare: «So dell'interrogazione parlamentare», ammette Villarosa, «non so se verrà depositata ma so che ci stanno lavorando». Il dossier Tria è diventato, nello spazio di un weekend, il più spinoso per l'esecutivo grilloleghista: «Quanto emerso da alcune indiscrezioni di stampa sulla consigliera Claudia Bugno», sottolinea il senatore pentastellato Gianluigi Paragone, «deve essere immediatamente chiarito, e Tria deve farlo a sua volta. È in ballo la trasparenza e l'opportunità delle scelte che vengono compiute».Anche nella Lega si sta facendo strada la convinzione che il ministro dell'Economia non sia da considerare un «intoccabile». Del resto, Tria si trova al governo per una congiuntura astrale favorevole: tutti ricordano come è avvenuta la sua nomina. È diventato il timoniere dell'economia italiana il 31 maggio 2018 dopo che - tre giorni prima - il capo dello Stato, Sergio Mattarella, aveva rifiutato di nominare Paolo Savona, indicato da Lega e grillini. A causa di quel «no», era arrivato l'incarico a Carlo Cottarelli. La prospettiva di un governo tecnico o di elezioni anticipate aveva però convinto Salvini e Di Maio a trovare un'alternativa a Savona: il nome di Tria, gradito al governatore della Bce, Mario Draghi, che invece si era opposto strenuamente alla nomina di Savona, era venuto fuori quindi come ripiego, un boccone amaro ingoiato da Salvini e Di Maio pur di dare vita al governo del cambiamento.Tria, in questi 10 mesi di permanenza alla guida del Mef, si è caratterizzato come «tecnico». Sempre sensibile agli umori del Quirinale e della Bce, ha difeso burocrati e dirigenti del Mef di area Pd anche quando la maggioranza ha sollevato dubbi e perplessità sul loro operato, ed è considerato il più filo cinese dei ministri del governo italiano. «Mi risulta che Tria abbia un rapporto accademico con la Cina da anni», disse a Startmag.it l'ex ministro Giorgio La Malfa lo scorso agosto, quando Tria si recò in Cina per un viaggio diplomatico, durante il quale discusse approfonditamente della Via della Seta con il direttore del Silk Fund Road, Wang Yanzhi. «L'Italia può essere lo sbocco naturale europeo della Via marittima della Seta», disse Tria. Fino alle Europee il ministro resterà al suo posto, però se il voto del 26 maggio provocherà la necessità di un riequilibrio degli assetti dell'esecutivo, potrebbe essere il primo grosso nome a saltare. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/conte-chiede-spiegazioni-al-ministro-lega-e-m5s-pronti-a-sostituirlo-2633416574.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-figliastro-di-tria-lavoro-anche-in-una-societa-che-cura-eventi-istituzionali" data-post-id="2633416574" data-published-at="1758064789" data-use-pagination="False"> Il figliastro di Tria lavorò anche in una società che cura eventi istituzionali L'affaire Ciapetti si ingrossa. Mentre il ministro Giovanni Tria, la sua consigliera Claudia Bugno, il di lei marito Pier Andrea Chevallard tacciono ostinatamente, la (breve) storia lavorativa di Niccolò Ciapetti, figliastro del titolare del Mef, continua a riservare sorprese. Per esempio il trentunenne esperto di marketing dichiara di aver lavorato, tra luglio e ottobre 2018 (dopo la formazione dell'esecutivo Lega-M5s), presso il Triumph Group di Roma, azienda specializzata nell'organizzazione di eventi istituzionali, tanto che nel loro sito indicano come «principali clienti» anche la presidenza del Consiglio e il ministero dell'Economia e delle Finanze. La fondatrice Maria Criscuolo ci risponde con cortesia: «Sulla collaborazione di Ciapetti le posso dire poco perché faccio il presidente e non mi occupo delle singole questioni. È vero che abbiamo lavorato per tanti anni con il governo, ma non con l'ultimo. Non abbiamo avuto il piacere di collaborare con il premier Conte, né con i suoi ministri, nemmeno con Tria». Magari la speranza era quella di sbloccare questa impasse. Criscuolo nega. «Il nome Ciapetti non mi dice proprio niente. In una società come la nostra o lei arriva con un cognome molto chiaro, come Tronchetti Provera, e allora può venire in mente “ah è il parente", oppure passa inosservato. Non mi sono occupata io di lui. In questi mesi sono stata in giro per il mondo. Se conosco personalmente Tria? Sì, il professore stava all'università. Sono 34 anni che lavoro nel mondo degli eventi e in quello governativo, il ministro l'ho incontrato, come ho incontrato tante altre persone». Ai primi di novembre - come abbiamo svelato domenica - Ciapetti è stato assunto dalla Tinexta, società quotata in Borsa e con un codice etico stringente, almeno sulla carta. L'amministratore delegato è Chevallard, marito della consigliera di Tria, Claudia Bugno. Né lui, né lei hanno voluto rispondere alle nostre domande. Per questo ci siamo rivolti alla responsabile stampa della società Carla Piro Mander chiedendo di poter avere informazioni in nome della trasparenza che dovrebbe essere garantita agli azionisti di una società quotata. «Buongiorno, felice di sentirla», è stato l'esordio della signora. Di fronte a tanta cordialità abbiamo chiesto senza remore di conoscere le modalità di selezione e assunzione di Ciapetti e il tipo di contratto. «Mi deve dare qualche momento di tempo per farle avere le risposte» ha replicato la Piro Mander. «Un comunicato ufficiale? Non è ancora stato diramato, ma non vuol dire che adesso non mi metta a lavorare per prepararlo. Sinceramente non c'è nulla su cui arroccarci». Chevallard o qualcun altro devono averle fatto cambiare idea, tanto che la responsabile delle relazioni con i media non ci ha più risposto. Veniamo al codice etico di Tinexta che «si pone come finalità la moralizzazione dei rapporti interni ed esterni all'azienda». In base ad esso la società «non accetta e non tollera alcun tipo di corruzione e, pertanto, non intratterrà alcun tipo di rapporto con chi non intenda allinearsi con tali principi». Vengono messi all'indice quasi tutti i reati del codice penale, societari, associativi, di terrorismo, contro la persona, il patrimonio e l'ambiente. Ogni dipendente «non deve tacere l'esistenza di un interesse, in una determinata operazione, proprio o di terzi, in conflitto con quello della società, né deve, in presenza di quell'interesse, partecipare al compimento dell'operazione» e «non deve compiere od omettere atti (…) a seguito della dazione o della promessa di denaro o altra utilità per sé o per altri». Sta di fatto che nell'agosto del 2018 Tria ha scelto come consigliera retribuita la moglie dell'ad di Tinexta e che la società, dopo tre mesi, ha assunto come dipendente Ciapetti. Sapevano gli otto consiglieri d'amministrazione di chi fosse il figliastro? Ne era informato il potente presidente Enrico Salza, uomo molto influente nella politica torinese? E il suo vice Riccardo Ranalli? E tutti loro erano a conoscenza del fatto che la moglie dell'ad era da poco più di due mesi la consigliera di Tria? Domande per ora senza risposta. Alla Consob, alla cui vigilanza è sottoposta la Tinexta, società quotata, ritengono che non dovrebbero esserci profili sanzionabili nell'assunzione del figliastro di Tria. Anche all'Autorità anticorruzione dichiarano di non avere giurisdizione sulla materia essendo la Tinexta una società privata. E la Procura di Roma aprirà un fascicolo? Un magistrato esperto nei reati della pubblica amministrazione ci spiega: «Se ci fosse un nesso causale concretamente dimostrabile tra le due assunzioni ci troveremmo di fronte a un caso di corruzione, altrimenti non c'è nulla da contestare». Al momento le uniche forche caudine che sembra rischiare Tria sono quelle parlamentari, dove i pentastellati sono determinati a chiedere chiarezza su questi incroci pericolosi tra il ministro e la Bugno, da pochi giorni designata dal ministero per il board della Stmicroelectronics, una società strategica partecipata dal Mef e quotata in tre Borse (Milano, Parigi e New York). Ma la trasparenza in casa Tria e Chevallard non sembra all'ordine del giorno. Per esempio le loro mogli non hanno accettato di pubblicare i loro patrimoni quando i mariti hanno dovuto esibire i propri. La cosa ovviamente ci ha incuriosito e siamo andati a controllare le proprietà immobiliari delle due signore. Alla moglie di Tria, la sessantasettenne ciociara Maristella Vicini (è originaria di Roccasecca, in provincia di Frosinone), già docente di lobbismo, risultano intestati diversi immobili: 7 vani alla Balduina, l'usufrutto e parte della proprietà di diversi immobili alla Giustiniana, 16 vani dietro a Corso Italia, oltre alla comproprietà di una palazzina con 24,5 vani a Roccasecca dove va spesso a passare i week end con il marito; la Bugno, invece, possiede una villa di 16,5 vani a Villasimius in Sardegna, ha la comproprietà di 10 vani ai Parioli ed è intestataria di un sesto di 11 vani nell'elegante quartiere Trieste e di un casale (diviso in tre) e terreni nella bella campagna umbra di Narni. E Ciapetti, il giovanotto al centro dell'intrigo? Sognava, dopo anni di studi e precariato, che fosse arrivata per lui l'ora del posto fisso. Per altro a due passi da casa (risulta residente dietro Villa Borghese e per raggiungere gli uffici della Tinexta deve percorrere 500 metri). Ma dopo tutte le polemiche scaturite dallo scoop della Verità sorge il dubbio che se non sarà lui a lasciare il nuovo impiego, potrebbe doverlo fare il suo patrigno. L'affaire Ciapetti continua.