2019-10-12
Congelare i crediti d’imposta riduce la liquidità per le imprese in crisi
I giallorossi vogliono far slittare la compensazione da maggio a dicembre: sarebbe l'ennesima misura che danneggia le aziende, già provate. Il leghista Alberto Gusmeroli: «È pure peggio della guerra al contante».Non avevamo certo bisogno che ce lo dicesse il Censis, ma il suo ultimo sondaggio non fa che confermarlo. Oltre il 90% dei commercialisti intervistati rivela che negli ultimi 12 mesi le aziende clienti hanno subito ritardi nella riscossione dei crediti. E per oltre la metà di queste i tempi medi di riscossione di un credito commerciale si allungano.La sentenza è chiara: e da tempo la ripetiamo dalle colonne della Verità. Dimenticatevi lo spread. In Italia non esiste un problema di costo del credito ma caso mai di qualità del credito - per le banche - e di accesso al credito - per le imprese.Le prime dal 2011 al 2018 hanno dovuto svalutare i propri prestiti per oltre 180 miliardi stando alle ultime rilevazioni di Banca d'Italia. Il loro patrimonio si è eroso e con quello la loro capacità di fare credito. Mentre il settore privato in generale e le imprese in particolare hanno visto ridursi il credito erogato di circa 250 miliardi dal 2011 a oggi. Ci si aspetterebbe quindi che un governo facesse tutto quanto nelle sue possibilità per porre rimedio a questa drammatica situazione di anemia finanziaria. Alberto Gusmeroli, sindaco di Arona in Piemonte, commercialista, deputato, vice presidente della commissione Finanze e uno dei più ascoltati esperti di finanza pubblica nella Lega, focalizza la sua e la nostra attenzione sulle quattro assurdità che presto leggeremo nella prossima legge di bilancio. «Dentro la manovra di bilancio non c'è un progetto, ma neppure una minima idea o visione economica del Paese. Una manovra restrittiva anzi peggio perché in un momento di rallentamento dell'economia mondiale con forti ripercussioni sull'Italia, non fare nulla è un approccio simile a quello di una manovra lacrime e sangue. Abbiamo lasciato molti dossier aperti» prosegue Gusmeroli, «per predisporre una manovra decisamente espansiva con una forte riduzione delle tasse e semplificazione del sistema fiscale, tra i più complicati al mondo. L'evasione fiscale la si combatte così. Avevamo predisposto di concerto con i miei colleghi al Mef anche l'abolizione della Tasi fondendola con l'Imu e riducendo le tasse sulla casa per 1,1 miliardi di euro. Nulla di tutto questo. Ci si limita a dire che (forse) non si aumenta l'Iva ma la si rimodula. Nell'attesa di capire cosa voglia dire ci sono 2,5 miliardi di spese obbligatorie e 2,7 miliardi di riduzione quasi simbolica da luglio 2020 del cuneo fiscale».Un capitolo a parte poi riguarda i liberi professionisti. Con la Lega le partite Iva con fatturato compreso fra 65.000 e 100.000 euro avrebbero goduto di un regime semplificato con aliquota al 20% cui sarebbe arrivata l'Ires per tutte le imprese nel giro di tre anni. «Niente di tutto questo. Oltre 2 milioni di piccole imprese e professionisti hanno goduto di importanti agevolazioni grazie al regime forfettario e a un'aliquota effettiva inferiore al 15%. Arriveranno purtroppo vincoli e complicazioni pure a chi fattura meno di 65.000», chiosa Gusmeroli.Secondo il leghista, anche le tanto stombazzate misure contro l'evasione si riveleranno un buco nell'acqua. «Gliì evasori», dice, «hanno strumenti sofisticati per evadere che non sono l'uso del contante e abbassarne la soglia per 1.000-1.500 euro come alcuni prefigurano non farà che alimentare la rarefazione della domanda interna». Ma i pericoli per la domanda interna non finiscono qui. «Mancano soldi e non si esclude che la rimodulazione dell'Iva sia un modo neanche troppo elegante per aumentare il gettito. Anche se sui beni cosiddetti di lusso l'effetto sarebbe deprimente. Dietro uno yacht ci sono imprese, lavoratori ed indotto assortiti».C'è poi il nodo della liquidità generale del sistema economico. I tanti vituperati minibot, per esempio, altro non erano che titoli di Stato di piccolo taglio in forma cartacea con cui lo Stato avrebbe potuto pagare alcuni suoi debiti di imposta con ciò dando ai contribuenti la possibilità di monetizzarli pagando imposte e contribuiti. Sono stati accantonati e, come se non bastasse, si è invece deciso di rendere più difficile la vita del contribuente. E qui Gusmeroli si scalda. «Si sposterà da maggio a dicembre la possibilità di compensare i crediti d'imposta con quanto dovuto a titolo per Irpef, Ires, Irap sul 730. Otto mesi di passione per le casse delle aziende. Qui andiamo oltre. Dalla guerra al contante alla guerra alla liquidità». Pochi fortunati potranno vincere la lotteria. Ma non quella degli scontrini bensì del credito e a condizioni comunque tutte da verificare.