2020-08-14
Confindustria contro il bando dei banchi. Polemica sulle regole cambiate in corsa
Assufficio mette in dubbio la validità della gara: la consegna di una parte non quantificata di arredi è slittata di quasi un mese.«Per la scuola abbiamo fatto miracoli, cose eccezionali», ha detto ieri al Corriere della Sera il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina spiegando perché lei a dimettersi non ha mai pensato: «Per me parlano i fatti, dalle assunzioni ai banchi». Già i banchi. Quelli che qualcuno sui social network chiama ormai «banchi rotanti», evocando Goldrake, libri di cibernetica e insalate di matematica che forse sarebbero più utili alla ripresa dell'anno scolastico dopo il lungo stop delle lezioni imposto dal Covid. La Azzolina incensa anche il Commissario straordinario per l'emergenza, Domenico Arcuri che mercoledì sera ha dato per «definiti» 11 contratti di affidamento ad aziende e raggruppamenti di imprese, per la maggior parte italiane, per la fornitura dei 2,4 milioni di banchi monoposto, sia tradizionali che con sedute innovative (ovvero con le ruote).Zero nomi, zero informazioni su chi fornirà il lotto A per i banchi e sedie monoposto e chi il lotto B per i banchi con le ruote, zero dettagli su quanti banchi verranno prodotti all'estero e quanti in Italia. Così come non si è ancora capito se gli 11 contratti «definiti» sono stati anche firmati. Intanto gli operatori del settore riuniti in Assufficio mettono persino in dubbio la validità del bando. Sono due le domande che l'associazione nazionale delle industrie dei mobili e degli elementi d'arredo per ufficio formula al commissario Arcuri. La prima, si legge in una nota, è: quando intende rendere noti i nomi delle 11 aziende che forniranno parte dei banchi scolastici nei primi giorni di settembre? La seconda è se Arcuri ha valutato che il cambio in corsa della data di consegna di una parte non ben quantificata di arredi, slittata dal 12 settembre ai primi giorni di ottobre non sia un motivo sufficiente per mettere in dubbio la validità della gara stessa. «Si tratta di una modifica sostanziale di una gara di cui il Commissario non può non aver tenuto conto. Aspettiamo fiduciosi risposte chiarificatrici», viene infatti sottolineato da Gianfranco Marinelli, presidente dell'associazione che fa capo a FederlegnoArredo (Confindustria) e che è riuscita ad aggregare tutti i suoi associati produttori di arredi scolastici in un'unica grande Ati (associazione temporanea di imprese) in modo da presentare un'offerta. La promessa di garantire la consegna di tutti i banchi entro l'inizio della scuola è stata disattesa. Nel comunicato diffuso mercoledì, infatti, si legge che arriveranno «dai primi giorni di settembre e fino al mese di ottobre» secondo «una programmazione nazionale e una tempistica che terrà conto delle effettive priorità scolastiche e sanitarie dei vari territori». E anche questa previsione sembra ancora ottimistica. Alcune grosse società di logistica come la Fercam di Bolzano si sarebbero già fatte avanti per gestire appunto il trasporto dei banchi, l'ultimo miglio in città, il ritiro e smaltimento. Ma costi, accordi e dettagli operativi ancora mancano, a un mese dall'inizio della scuola. Parliamo di 2.013.656 banchi tradizionali e di 435.118 sedute innovative, in pratica dieci volte di più di quella che normalmente è la fornitura nazionale annuale, da predisporre e iniziare a consegnare in un mese. Il «miracolo» del tandem Azzolina-Arcuri sembra, dunque, più annunciato che compiuto. Nel frattempo, il presidente dell'Anp Lazio (l'associazione dei presidi) ha lanciato l'allarme: almeno il 30% degli istituti non sa come gestire il distanziamento in classe. E lo slittamento della consegna dei banchi aggrava il quadro generale già di per sé drammatico per l'assenza degli enti locali che dovrebbero intervenire su spazi e patrimonio edilizio, che nel Lazio scarseggia ed è vecchio e non adeguato all'emergenza Covid. «Senza i monoposto certamente la situazione già drammatica nella Regione si aggrava ulteriormente. Ma va precisato che noi non sappiamo come distribuire gli alunni perché non siamo sostenuti adeguatamente dagli enti locali, i primi attori a dover intervenire». Non va infine sottovalutato il problema dello smaltimento dei vecchi banchi sostituiti dai monoposto, che – ha assicurato Arcuri – «avverrà secondo modalità ordinarie, in accordo con Comuni e Province». Sarà proprio così? No, secondo Mario Rusconi, che cita la nota inviata sulla questione smaltimento banchi vecchi dalla Città Metropolitana lo scorso 7 agosto ai presidi delle scuole medie superiori della provincia di Roma: Dove si legge che «l'eventuale fornitura di nuovi banchi non va interpretata come rinnovo degli arredi che autorizzi a dismettere anche i mobili in buono stato di conservazione, ma come strumento per massimizzare l'utilizzo degli spazi nelle aule ed evitare lo sdoppiamento delle classi, così come indicato dal Miur. L'attività di ricollocazione/redistribuzione dei banchi e delle sedute dovrà seguire pertanto un principio di economicità e di efficienza , prevedendo l'effettiva sostituzione solo dei mobili divenuti inservibili (dismissione) e di fronte ad altra esigenza (ad esempio deposito o stoccaggio) procedere con l'attivazione di diversa procedura».