2021-10-01
«Abnorme, terribile»: la sentenza fa litigare ultrà pro Riace e giudici
Da Saviano alla Boldrini, passando per Letta e Fratoianni, i progressisti incensano Lucano e dipingono i magistrati di Locri come persecutori. Ma sono gli stessi che fino a ieri difendevano le toghe a spada tratta.«In uno Stato democratico le sentenze si rispettano e si applicano»: così parlò Enrico Letta, il 2 ottobre del 2013, nel discorso al Senato con il quale chiedeva la fiducia per il governo da lui guidato. Si riferiva, l'attuale segretario del Pd, alla condanna per frode fiscale nei confronti di Silvio Berlusconi. Bene, benissimo, anzi molto male: di fronte a un'altra sentenza clamorosa, quella che ieri ha visto la condanna di Mimmo Lucano a 13 anni e due mesi di reclusione, Letta cambia completamente opinione, coprendosi politicamente di ridicolo: «Esprimo solidarietà e vicinanza a Mimmo Lucano», dice il segretario del Pd a Porta a Porta, su Rai Uno, «credo sia incredibile quello che è successo: il raddoppio rispetto a quanto richiesto dal pm, io non so quante volte capitano cose di questo genere. Io sono esterrefatto per quello che è accaduto, esprimo solidarietà e vicinanza. È ovvio che le sentenze, nel nostro Paese, si devono applicare e si rispettano sempre», concede Letta, «ho come l'impressione che in questo caso ci sia magari il gioco della prima sentenza che deve essere magari sproporzionata, perché poi si pensa che tanto quella successiva ridimensionerà. Mi pare che si dia un messaggio terribile e pesantissimo. Un messaggio», sottolinea il leader dei dem, «che io credo che alla fine farà crescere la sfiducia nei confronti della magistratura». Bentornati nel fantastico mondo della sinistra italiana, quella della doppia morale, quello nel quale la magistratura è un totem intangibile se prende di mira gli avversari politici, ma diventa invece un bersaglio se indaga o condanna gli amici. Letta si lascia andare addirittura a una teoria da complotto, vede sentenze di primo grado volontariamente sproporzionate in attesa dell'appello, scandisce parole che se a pronunciarle fosse stato un esponente politico moderato avremmo avuto manifestazioni di piazza in difesa delle toghe. Ma parliamo di un altro campione della giravolta, Roberto Saviano. Il telepredicatore ha sempre difeso la magistratura da ogni critica, arrivando addirittura, nel gennaio 2011, a dedicare la laurea honoris causa in Giurisprudenza appena ricevuta dall'università di Genova «ai magistrati Boccassini, Forno e Sangermano del pool di Milano». Polemizzando con Marina Berlusconi, Saviano scrisse lapidario, riferendosi ai magistrati: «Accusarli, isolari, delegittimarli, minacciare punizioni significa inevitabilmente indebolire la forza della magistratura in Italia, vuol dire togliere terreno al diritto. Favorire le mafie». E che ti combina adesso Saviano? Attacca la magistratura che ha condannato il suo caro amico: «Mimmo Lucano», scrive Saviano, «ha sempre agito seguendo il principio dell'accoglienza a tutti i costi, ha sempre e solo salvato vite, ha difeso non solo la sua, ma la nostra umanità rendendoci umanità solidale. Caro Mimmo, io so che tu sei innocente. Ogni anno in Italia vengono condannate centinaia di persone innocenti che poi saranno successivamente assolte. Io so che sarà così anche per te». Quindi Saviano assolve Lucano e condanna i giudici del tribunale di Locri, toghe in prima linea nella lotta alla 'ndrangheta, alla faccia della coerenza. Gli esempi di questo ennesimo caso di doppiopesismo rosso sono numerosissimi: tutti quelli che hanno santificato Mimmo Lucano in passato, continuano a farlo anche ora, imperterriti, dimenticando anzi fingendo di dimenticare le migliaia di dichiarazioni in difesa dei magistrati. «Una condanna così», commenta l'ineffabile segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, «non l'abbiamo vista nemmeno per i peggiori criminali in Italia. Davvero siamo all'incredibile. Davvero viene da chiedersi se questo sia compiutamente un Paese democratico. Mimmo ha tutto il nostro sostegno. Ora più che mai. Tre giorni fa ero con lui», aggiunge Fratoianni, «oggi gli rinnovo il mio abbraccio». Si chiede se l'Italia sia compiutamente un paese democratico, il compagno Nicola, dando sostanzialmente degli eversori ai giudici che hanno condannato Lucano. E Laura Boldrini? «Conosco Mimmo da anni», twitta la deputata del Pd, «e ho apprezzato il suo impegno nel fare di Riace un luogo di rinascita e accoglienza. A Mimmo Lucano esprimo la mia vicinanza per una condanna abnorme. Sono sicura che nei gradi successivi di giudizio emergerà la verità». Tra le decine di dichiarazioni contro la magistratura, spicca quella di una parlamentare del M5s, il partito più giustizialista del pianeta, che ha costruito il suo (momentaneo) successo cavalcando strumentalmente non le sentenze, ma anche i semplici avvisi di garanzia. «La vicenda umana e politica di Mimmo Lucano», sostiene Vittoria Casa, deputata grillina, «è nota a tutti. Nell'attesa di leggere le motivazioni dei giudici del tribunale di Locri, stupisce leggere i termini di una condanna che per dimensioni riporta a una sentenza sul grande crimine». Stupisce, più che altro, leggere questa dichiarazione della Casa. O forse no.
Jose Mourinho (Getty Images)