2023-09-17
Condannata la toga vicina a Prodi
Il tribunale di Bruxelles infligge la pena di un anno a Giovanni Kessler, ex direttore dell’ufficio europeo anti-frode. Avrebbe indagato illegalmente su un commissario Ue.L’indagine che aveva portato avanti quando era direttore dell’Olaf (anti-frode), nel 2012 aveva terremotato la Commissione Ue, all’epoca presieduta dal portoghese Josè Barroso, portando alle dimissioni del maltese John Dalli, commissario per la Salute e la politica dei consumatori. Adesso però, a finire condannato proprio per quella vicenda, è stato lo stesso ex direttore Olaf, il magistrato ed ex parlamentare (dei Ds) italiano Giovanni Kessler. Il Tribunale correzionale di Bruxelles gli ha inflitto, in primo grado, una pena (sospesa) di un anno. Poco meno dei 14 mesi richiesti dall’accusa. Pesanti le motivazioni messe nero su bianco dal giudice Charles Delvaux: «Il ruolo di direttore dell’Olaf richiede, in sostanza, un comportamento esemplare. La corte è colpita dall’atteggiamento dell’imputato [...] che ha cercato ostinatamente di sottrarsi alle proprie responsabilità». Quando nell’ottobre 2012, dopo essere finito coinvolto in caso di corruzione, Dalli aveva rassegnato le dimissioni, sostenendo Barroso lo aveva costretto a lasciare dopo avergli presentato un rapporto dell’Olaf, che lo riguardava, Kessler, aveva affermato che esistevano «prove circostanziali inequivocabili» del fatto che Dalli fosse a conoscenza del tentativo di corruzione svelato da una telefonata. L’Olaf, allora diretto da Kessler era stato allertato, all’inizio degli anni 2010, da Swedish match, un produttore di tabacco svedese, secondo il quale Dalli, aveva accettato denaro da un suo concorrente per promuovere la commercializzazione in Europa dello Snus, una polvere di tabacco umida. Ne era quindi scaturita un’indagine, seguita direttamente dall’allora direttore dell’Olaf, durante la quale era stata organizzata una conversazione telefonica, effettuata dall’ufficio di Kessler, tra la lobbista pro-tabacco Inge Delfosse e Silvio Zammit, amico intimo di John Dalli, ora deceduto. Una sorta di intercettazione fai da te, che era stata utilizzata come parte dell’indagine. Illegalmente, secondo quanto stabilito da Delvaux, che ritiene «non credibile» il tentativo di difesa di Kessler, che aveva sostenuto che tale telefonata fosse stata organizzata nel suo ufficio a sua insaputa. Secondo quanto ricostruito dal portale internet Gazzetta di Malta, a inchiodare Kessler sarebbe stata proprio la Delfosse, che avrebbe testimoniato di aver accettato di essere registrata su richiesta di Kessler. Nel suo racconto reso davanti alla corte, avrebbe perfino spiegato di essere stata informata prima della chiamata e che le erano stati anche consegnati dei foglietti con domande da fare a Zammit durante la conversazione. L’ex deputato dei Ds adesso ha un mese di tempo per presentare appello, anche se sulla vicenda, secondo i media belgi, incombe la prescrizione. Trentino, nato nel 1956, entrato in magistratura a 29 anni, Kessler si toglie -temporaneamente- la toga nel 2001, quando, lasciato il ruolo di pm alla Procura di Bolzano, arriva in parlamento eletto nella fila dei Democratici di sinistra. Durante il suo unico mandato in parlamento fa parte della Commissione Telekom Serbia. Considerato vicino all’ex premier Romano Prodi, che nel 2006 lo nomina Alto commissario per la lotta alla contraffazione, il magistrato trentino, nell’ottobre 2007 viene eletto membro dell’assemblea costituente del Pd. E alle elezioni primarie che incoronano Walter Veltroni alla guida nel nuovo partito, sostiene Rosy Bindi. Dopo l’incarico all’Olaf, Kessler diventa direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, dalla quale esce, tornando in magistratura, durante il governo gialloverde. Nel suo recente libro Io, l’Italia e l’Europa, Alessandro Butticé ricostruisce così l’arrivo di Kessler all’Olaf: « Sono note alcune delle circostanze pubbliche (quelle che non sono pubbliche non ho il diritto di raccontarle) che, da candidato numero uno alla successione del procuratore tedesco Franz-Hermann Briiner, alla guida dell’Olaf nel 2010 hanno fatto capitolare l’ex pm francese anticorruzione Thierry Cretin, di fronte all’outsider italiano: «il comandato», appunto, Giovanni Kessler. Ho infatti ricordato lo scenario dell’audizione pubblica dei candidati, tra i quali Cretin e Kessler, da parte della commissione Controllo dei bilanci del Parlamento europeo. Allora presieduta dall'ex magistrato […] Luigi De Magistris. Cretin venne impallinato dal combinato disposto di due velenose e pretestuose domande ad orologeria, lette su un bigliettino, dall’allora europarlamentare Sonia Alfano, dell'Italia dei valori dell’altro ex magistrato Antonio Di Pietro. Cui sono seguite immediate pubbliche allusioni di discredito personale».
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