Iliad cresce grazie al dumping sui prezzi e annuncia lo sbarco nel settore imprese, mentre Carrefour chiude un accordo al Sud per aprire oltre 500 negozi. Segno che l'addio di Auchan non era per strategia.
Iliad cresce grazie al dumping sui prezzi e annuncia lo sbarco nel settore imprese, mentre Carrefour chiude un accordo al Sud per aprire oltre 500 negozi. Segno che l'addio di Auchan non era per strategia.Tornano le campagne d'Italia per gli imprenditori francesi: dalla compagnia telefonica Iliad, che ha chiuso il primo semestre con ricavi e abbonati in crescita, al gigante della grande distribuzione Carrefour, che ieri ha annunciato l'espansione della sua rete di vendita in alcune regioni del Centro e del Sud. Una mossa che arriva in controtendenza rispetto a quella dell'altro grande player transalpino della Gdo, Auchan, che a inizio mese ha perfezionato la cessione a Conad delle attività retail in Italia.Nella telefonia Iliad, la creatura dell'imprenditore francese Xavier Niel che a maggio 2018 aveva dato una scossa al mercato italiano con le sue offerte super concorrenziali, ha visto nella prima parte dell'anno un aumento dei ricavi e ha annunciato la volontà di fare il suo ingresso nel mercato business «entro il 2020». Nel primo semestre il fatturato di Iliad è salito a 2,6 miliardi di euro (+8,4%) e quello in Italia è passato da 9 a 177 milioni. Male invece gli indicatori di profitto, con l'utile netto in calo del 60,8% a 91 milioni e il margine operativo lordo in discesa del 7,4% a 802 milioni. Sul margine (che in Francia è salito dell'1,8% a 910 milioni) hanno pesato le perdite operative in Italia, passate da 28 a 108 milioni. Questo nonostante la crescita degli abbonati, che in Italia hanno superato quota 4 milioni, con 530.000 nuove sottoscrizioni solo nel secondo trimestre dell'anno. Per Iliad si tratta di una ripresa rispetto alla fine dello scorso anno, quando i nuovi abbonamenti avevano segnato una frenata dopo il boom iniziale, dovuto alle politiche di prezzo aggressive messe in atto dall'operatore francese. Tanto che lo stesso Xavier Niel, lo scorso marzo, aveva prospettato un cambio radicale di strategia per il mercato italiano, indicando nell'aumento delle tariffe la strada maestra per spingere il business nel nostro Paese e garantire la sostenibilità del business a lungo termine. Obiettivi ambiziosi in un mercato, quello delle tlc, in difficoltà proprio a causa della «guerra dei prezzi» innescata dalla discesa in campo di Iliad. Una lotta all'ultimo sconto che ha portato benefici per i consumatori, riducendo però drasticamente i margini per le compagnie. Tanto che gli operatori sono corsi «ai ripari» e l'estate del 2019 sarà ricordata, come ha sottolineato anche la Verità, come una stagione particolarmente calda sul fronte delle tariffe telefoniche, aumentate con punte del 54,10% rispetto all'anno scorso.Sul fronte della grande distribuzione, mentre Conad e Auchan stanno definendo i primi step per il passaggio delle insegne – una prima tranche di 39 negozi dovrebbe cambiare denominazione entro novembre, mentre resta aperto il nodo degli ipermercati – sempre ieri Carrefour ha annunciato un progetto di espansione della sua rete di vendita in Italia, specie nelle regioni centrali e meridionali. Il piano prevede 546 nuovi punti vendita, che dal primo gennaio del prossimo anno andranno ad aggiungersi ai 1085 già presenti sul territorio italiano: tutto questo sarà possibile grazie ai due accordi di franchising siglati con Apulia Distribuzione ed Etruria Retail, che consentiranno «il consolidamento della rete a insegna Carrefour market e Carrefour express in Calabria, Basilicata e Puglia, rafforzandone la presenza nelle regioni Toscana e Umbria», ha spiegato il gruppo francese in una nota. Con i due accordi Carrefour Italia sarà in grado di «espandere la propria presenza territoriale, riservando un'attenzione particolare all'imprenditoria locale». Apulia Distribuzione conta su oltre 4.000 collaboratori e 350 punti vendita serviti nel 2018, con un giro d'affari complessivo di oltre 780 milioni sviluppato in Puglia, Calabria, Basilicata, Molise e Sicilia. Etruria retail è un gruppo di acquisto nato a Siena nel 1961, presente con 290 punti vendita in 15 province in Toscana, Umbria e alto Lazio. Ha 1.900 collaboratori, di cui 670 diretti, per un giro d'affari che nel 2018 è stato di oltre 350 milioni. «L'annuncio di oggi rappresenta un momento fondamentale per il rafforzamento del gruppo sul territorio italiano, in cui crediamo fortemente», ha commentato Gérard Lavinay, presidente di Carrefour Italia, aggiungendo: «Confermiamo la profonda fiducia riposta in questo mercato e l'impegno verso i nostri clienti in Italia. Per continuare a implementare il piano di trasformazione presentato a inizio 2018 dal gruppo, e consolidare ulteriormente la nostra presenza in Italia, è importante poter contare su partner di valore quali Apulia distribuzione ed Etruria retail». Parole che confermano come il nostro Paese sia sempre più centrale nelle strategie di crescita delle imprese transalpine.
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






