2021-02-10
Con Super Mario anche le barricate della scuola diventano «gentili»
Timide ed educate proteste alla proposta di Mario Draghi di recuperare i giorni di lezione persi. Quando lo disse Lucia Azzolina fu bufera...La ricetta di Mario Draghi per la scuola richiede rigore. E più tempo, necessario a riprendere la didattica interrotta in presenza. Durante gli incontri con le delegazioni delle forze politiche, l'ex presidente della Bce ha detto che il prossimo governo dovrà «rimodulare il calendario scolastico» dell'anno in corso, oltre i termini previsti dell'8 giugno, per recuperare i «numerosi giorni persi» e rendere così la scuola il motore della società. Questo può significare una chiusura posticipata delle lezioni, a fine giugno o forse a luglio, senza escludere turni pomeridiani. Draghi non ha ancora fatto proposte, ha lanciato due idee: tempi più lunghi per la scuola, subito, e necessità di mettere la parola fine alle cattedre vacanti, provvedendo perché i docenti siano in classe dal primo giorno di ogni anno scolastico senza migliaia di supplenti fai da te, fuori graduatoria. Ipotesi non facili da realizzare, però ragionevoli, necessarie e che non vengono contestate per via del prestigio di cui gode il presidente del Consiglio incaricato. «Qualche giorno in più si può anche fare ma non credo risolva il problema, mi sembra difficile andare oltre le due settimane in più che comunque non cambiano la vita», è stata la riserva espressa su Radio 24 da Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi. A Radio Cusano, Giannelli ha dichiarato: «Non dubito della serietà del presidente Draghi, verranno certamente partorite soluzioni accettabili» ma ha precisato: «Bisogna ragionarne con calma e serietà e lo faremo appena sarà noto il nome del ministro dell'Istruzione». Le sfide lanciate da Mario Draghi sono destinate a scuotere il mondo della scuola e dopo tanto tempo perduto, sono gli stessi genitori a vedere di buon occhio un prolungamento del calendario scolastico con figli in classe e non a casa. D'altra parte lo ha detto anche Papa Francesco: «Assistiamo a una sorta di “catastrofe educativa", davanti alla quale non si può rimanere inerti», parlando degli studenti «che non sono potuti andare regolarmente a scuola o all'università». E l'aumento della didattica a distanza non ha giovato, anzi, perché le piattaforme informatiche «hanno mostrato non solo una marcata disparità delle opportunità educative e tecnologiche, ma anche che, a causa del confinamento e di tante altre carenze già esistenti, molti bambini e adolescenti sono rimasti indietro nel naturale processo di sviluppo pedagogico», ha tuonato il Pontefice. Lo ha dimostrato anche una ricerca Unicef-Cattolica, rivelando che una famiglia su tre non ha avuto i mezzi per fare seguire le lezioni online durante il primo lockdown. Quindi ben vengano le ricette per riportare gli studenti in presenza, anche se fino a poco tempo fa un'idea simile a quella avanzata da Draghi era stata duramente contestata. Lo scorso dicembre, infatti, l'ormai ex ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, valutava l'idea di modificare il calendario scolastico, prolungando il termine delle lezioni a fine giugno e prevedendo di arrivare, tra esami e scrutini, al mese di luglio. Proponeva anche di fare lezione il sabato, per recuperare i giorni di didattica in presenza persi. Alcuni giornali titolarono che i sindacati erano d'accordo ma sul sito Tecnicadellascuola.it comparvero subito delle clamorose prese di distanza. «Nessuno ci ha chiesto nulla e comunque è una proposta offensiva verso i colleghi che stanno sgobbando con la Dad», commentò Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda insegnanti. Maddalena Gissi, segretario nazionale della Cisl scuola, mise in chiaro: «È inopportuno lanciare idee di recupero delle attività in modo indistinto. Ci sono Regioni, località territoriali e ordini di scuola dove non ci sono state interruzioni massive». E se Pino Turi, segretario nazionale della Uil scuola, fece sapere che «personalmente ho solo parlato di adeguamento del calendario scolastico in un quadro organico di proposte che non ci sono», il segretario nazionale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, fu lapidario: «Il problema del prolungamento dei calendari scolastici e di eventuali recuperi orari dei docenti non è un argomento che il ministero ci ha mai sottoposto, non è stato comunque oggetto di discussione e tanto meno di accordo», dichiarò, smentendo sostegni scontati all'Azzolina. Oggi a parlare della necessità di recuperare il tempo perduto è Draghi, che avrebbe anche indicato negli insegnanti e nel personale scolastico le categorie prioritarie a cui somministrare i vaccini, e chiesto tamponi rapidi per gli 8 milioni di alunni. L'istruzione va rilanciata subito e in presenza, dopo che nel nostro Paese quasi un anno è stato cancellato da quarantene e allarmi sanitari. Al termine dell'incontro con Draghi, ieri il leader della Lega, Matteo Salvini, ha commentato: «Abbiamo condiviso la necessità di riaprire in sicurezza scuole e noi abbiamo aggiunto le università, perché ci sono migliaia di studenti che pagano le rette e pagano l'affitto se fuori sede, ma non vedono un'aula e un professore dal vivo da troppo tempo». Sul tema delle cattedre scoperte, ha aggiunto che l'unico modo per evitarle è «stabilizzare almeno 120.000 insegnanti precari per titoli e anzianità di servizio, che sono già sul posto di lavoro».