2019-01-05
«Con quota 100 due assunzioni per ogni pensionato»
Paolo Capone, segretario dell'Ugl, afferma: «Sui centri per l'impiego non sono ottimista. Ci vorrà tempo per rilanciarli: non hanno banche dati condivise. Le statistiche dicono che a oggi i centri per l'impiego riescono a far combaciare domanda e offerta solo nel 3% dei casi. Immaginare che arrivino al 100% è un sogno».«È un documento onesto e propositivo volto a rafforzare la crescita socioeconomica del Paese, ridefinendo e riequilibrando tra gli Stati membri dell'Unione i livelli di occupazione e reddito. Il governo sta giocando un ruolo da protagonista e non più da succube dell'Europa: per la prima volta si sente parlare delle esigenze dell'Italia e dei nostri cittadini», ha dichiarato lo scorso ottobre Paolo Capone, segretario generale dell'Ugl. «Insomma, si permetterà a circa 350.000 cittadini di andare in pensione e di far spazio ai giovani. Alla luce dei fatti, siamo in presenza di un piano volto a scardinare quelle regole stantie che hanno solo contribuito a danneggiare il nostro Paese rendendolo povero e invivibile. Avanti tutta», aveva dichiarato al momento dell'invio della manovra a Bruxelles. Poi c'è stata la trattativa Stato-Ue e l'approvazione della manovra con meno deficit, più tasse e meno investimenti. Le misure pilastro del contratto di governo, quota 100 e reddito di cittadinanza, sono rimaste. Un po' erose nella componente di budget e diluite nel calendario. Si inizierà ad aprile con il reddito e a marzo con le prime uscite anticipate dal mondo del lavoro. L'opinione sulla manovra è rimasta la stessa?«Sì. Certo sono cambiate un po' di cose e la prima versione avrebbe garantito più investimenti e più cantieri, ma siamo convinti che il decreto in fase di stesura che smonta i primi pezzi della legge Fornero darà i suoi frutti».Si riferisce al ricambio generazionale? «La riforma pensionistica del governo Monti ha ingessato il mondo del lavoro e, come trimestre dopo trimestre hanno dimostrato i dati Istat, l'occupazione giovanile è rimasta in continua sofferenza mentre la fascia over 50 è stata drogata dagli effetti della Fornero. Quota 100 serve a smontare questi paletti e a smuovere il mercato del lavoro. Non possiamo dire che il nuovo sistema porti in automatico nuovi posti di lavoro ma è altrettanto vero che muovendo le leve delle politiche attive si potrà favorire il ricambio. Molte aziende sono consapevoli della necessità di tornare a innalzare la produttività e in certe filiere un'uscita potrà essere tranquillamente bilanciata da due nuove entrate. Sappiamo che solo dalle partecipate pubbliche il gap a favore dei giovani sarà di 6 o 7.000 unità. Inoltre ci sono settori pubblici (come la sanità) nei quali quota 100 consentirà la stabilizzazione di almeno due precari per ogni neo pensionato».Non sono calcoli scientifici…«Ripeto non ci sono automatismi. È chiaro che le previsioni valgono per figure non apicali. Lì il tema è diverso. Ma il mondo del lavoro è fatto anche da livelli intermedi e bassi. Siamo consapevoli che dopo anni di sollecitazione da parte dei sindacati è arrivato il momento di rivedere le politiche attive e renderle efficaci».Beh, si riferisce al reddito di cittadinanza e ai centri per l'impiego.«Sì. Ci sono due aspetti che valuto molto positivi e uno sul quale non sono troppo ottimista. La scelta di trasformare in incentivi alle aziende parte del reddito mi sembra molto opportuna, così come nel complesso il decreto sul reddito andrà a riorganizzare le diverse tipologie di ammortizzatori».Molti di coloro che hanno diritto al reddito non sono certo contesi alle aziende. Non hanno spesso un background professionale.«Qui si arriva ai centri per l'impiego. Per riorganizzarli e dotarli di risorse efficienti ci vorrà molto tempo».L'ex ministro Giuliano Poletti diceva che per trovare lavoro fosse meglio andare a giocare a calcetto e farsi delle conoscenze piuttosto che andare ai centri per l'impiego…«Un po' fuori luogo l'uscita, ma abbastanza veritiera…».Sta con Poletti?«No. Ma le statistiche dicono che a oggi i centri per l'impiego riescono a far combaciare domanda e offerta solo nel 3% dei casi. Immaginare che arrivino al 100% è un sogno. La realtà è che bisogna far combaciare le banche dati. Per esempio ogni Regione ha le proprie banche dati con criteri differenti. Solo Toscana e Puglia condividono i rispettivi repertori. Si tratta di una sfida difficile da vincere a tutti i costi. Sono contento che un governo abbia posto il problema. Adesso ci sono pochi mesi per riorganizzare le politiche attive, ma questa è la chiave di volta». Ultima domanda. La Cgil si lamenta della mancata concertazione e di non essere invitata ai tavoli. Voi che dite?«La concertazione vecchio stile non esiste più. Però posso dire che siamo stati invitati più volte in modo informale a discutere sia di quota 100 sia del reddito. Susanna Camusso ha incontrato il sottosegretario Claudio Durigon. E poi c'è pure stato un tavolo formale con Cgil, Cisl e Uil lo scorso 10 dicembre».
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)
Lo stabilimento Stellantis di Melfi (Imagoeconomica)
Ecco #DimmiLaVerità del 12 settembre 2025. Il capogruppo del M5s in commissione Difesa, Marco Pellegrini, ci parla degli ultimi sviluppi delle guerre in corso a Gaza e in Ucraina.