«Con Mipel voglio aiutare le piccole imprese italiane a conquistare il mondo»
- Il neo presidente Franco Gabbrielli: «Nel settore pelletteria e accessori, l'export è salito del 27%. Ma l'ecommerce è una sfida: le realtà semi artigianali finiscono schiacciate».
- A Milano le inaugurazioni di Tod's, Simonetta Ravizza e Loriblu. Nelle boutique, i capi iconici incontrano opere d'arte esclusive e le ultime tecnologie.
- Lo Straight Egyptian World Championship, ideato da Barbara Morali, ceo del Gruppo Morali & C. è uno show riservato ai più prestigiosi cavalli arabi di linea egiziana provenienti da tutto il mondo e organizzato a Vermezzo, alle porte di Milano.
Lo speciale comprende tre articoli.
La 116° edizione di Mipel, la fiera di riferimento della pelletteria che si svolge in contemporanea con il Micam, la rassegna mondiale delle calzature, ha segnato l'esordio di Franco Gabbrielli come nuovo presidente di Mipel e Assopellettieri. La rassegna si è fatta onore con un boom di presenze (+19% di operatori qualificati rispetto all'edizione di settembre 2018) grazie, soprattutto, al forte incremento di buyer provenienti dall'estero. «Abbiamo chiuso un'edizione eccezionale», ha detto il neo presidente, «che ha raccolto l'apprezzamento di espositori e buyer, l'aspetto che mi interessa di più. Questa soddisfazione è il miglior biglietto da visita del nostro prodotto fieristico e ci dà il giusto stimolo per lavorare con forza per il futuro. Un futuro sul quale ho le idee chiare: la moda è innovazione, coraggio e un pizzico di spregiudicatezza. Mi piace stupire».
Un risultato importante dato che queste manifestazioni non godono di ottima salute.
«È vero, in generale le fiere del fashion non stanno andando molto bene. La fiera era un catalizzatore ma oggi non è più il momento per fare ordini. Ora serve per incontrarsi e farsi conoscere, stringere rapporti che potrebbero svilupparsi un domani. Il canale wholesale, che spingeva le fiere, ha risentito di cambiamenti profondi e ha portato le aziende a puntare sull'ecommerce. Il futuro è lì. Non ci sono più gli intermediari, che vengono tagliati fuori per creare un legame diretto tra aziende e cliente. Bisogna cavalcare l'onda, le fiere si devono adeguare, trovare stimoli diversi. In tutti i momenti di crisi ci sono delle grandi opportunità. La problematica nel nostro settore riguarda le dimensioni delle aziende italiane che sono per lo più piccole e che quindi in un mercato globale fanno molta fatica».
Come va il settore?
«A due velocità. C'è il mondo delle firme di lusso che va molto veloce, con incrementi anche del 25%. Mentre le piccole aziende fanno una fatica enorme perché si devono confrontare con il mondo e non ne hanno la forza. Un'impresa con dieci dipendenti arranca. E l'ecommerce non è un investimento facile. Si crede che per i piccoli significhi essere collegati con il pianeta ma in realtà sempre più spesso i grandi sovrastano tutti. In Italia il piccolo è predominante. Comunque l'export nei primi cinque mesi del 2019 ha registrato un +27,5%. Perdurano invece sul fronte interno le difficoltà legate alla prolungata stagnazione della domanda con acquisti sostanzialmente invariati».
Sostenibilità è stata la parola magica al Mipel. Come si concilia con la pelletteria?
«Tante aziende hanno iniziato da tempo a studiare metodi sostenibili di produrre. Nell'ultimo anno c'è stata una vera e propria esplosione perché è emersa l'attenzione dei consumatori. Già da qualche anno c'erano materiali innovativi, ma l'interesse del cliente non era così profondo come ora. I produttori vedono in questa novità un elemento molto attraente dal punto di vista commerciale. La sostenibilità è un tema che tocca diversi ambiti. Il primo punto che molti non conoscono è che la pelle deriva solo dalla catena alimentare. Se si smettesse di mangiare carne non ci sarebbero più prodotti in pelle. Quella utilizzata è solo di scarto».
Ma quello che inquina è soprattutto la concia.
«L'industria della concia negli anni ha dovuto lottare per ridimensionare gli effetti delle sue lavorazioni sull'ambiente (alti consumi di acqua, impiego di sostanze chimiche spesso tossiche, emissioni) e per costruirsi una reputazione ecologica. Sono stati coinvolti anche ricercatori universitari. Ci sono vari metodi di concia e tante aziende non usano più il nichel. Il metodo più naturale è quello al vegetale, che però ha caratteristiche che a livello estetico possono non piacere. E poi ci sono i materiali innovativi, come il nylon ricavato dallo smaltimento della plastica e dalle buccia d'arancia».
Lei ha la pelletteria nel Dna: la sua famiglia ha sempre lavorato in questo campo.
«L'azienda di famiglia, la Vittorio Gabbrielli, la fondò mio padre nel dopoguerra. Allora c'erano poche pelletterie: molti hanno iniziato con lui come dipendenti. Poi gli operai si costruivano la loro fabbrichetta. In questo modo in Toscana si è creato un tessuto di piccole industrie molto importanti, dando luogo al distretto della pelletteria. Nel 2000 ho creato la linea di borse e accessori Gabs, di cui oggi, a seguito dell'acquisizione da parte di Campomaggi e Caterina Lucchi spa, continuo a essere direttore creativo».
È soddisfatto del suo nuovo ruolo di presidente di Mipel?
«Credo molto nell'associazione che ha il compito importantissimo di fare sinergie tra aziende ma anche con altri comparti. Siamo parte di Confindustria moda ed è giusto muoversi insieme. Il campo della pelletteria mi ha dato tanto e ora restituisco».
Quali sono i suoi obiettivi?
«Nel passato sono stati fatti degli errori a livello di selezione di qualità inserendo aziende che non ne avevano i requisiti. Ora la selezione per entrare a Mipel è molto rigida. Nella prossima edizione ci sarà una sezione riservata ai viaggi, con marchi di grande prestigio. Si devono rinforzare i rapporti con Micam, minati da vecchie spaccature. È il momento di cambiare passo. Chi rimane piccolo non ha chance. È un peccato perché le piccole aziende possono insegnare il mestiere. Ora si va verso strutture grandi, le belle imprese vengono acquisite dai grossi gruppi, spesso stranieri».
Lei è subentrato a Riccardo Braccialini, nuovo presidente federazione Elga (European leather good association). Che eredità le ha lasciato?
«Siamo sempre stati molto amici e abbiamo lavorato insieme già nel precedente mandato, in particolare sul tema della qualità delle aziende e della fiera. Vorrei dare un'accelerazione in questa direzione. Prossimo appuntamento in Corea con il Mipel. Il nostro compito è quello di aiutare gli associati a trovare mercati nuovi. Noi italiani abbiamo quello che vorrebbero tutti, e cioè delle storie eccezionali. Purtroppo tante realtà straordinarie, come quelle degli artigiani, non riescono ad avere uno storytelling efficace. Il nostro compito è anche quello di dare loro una mano per aprirsi al mondo».
A Milano le inaugurazioni di Tod’s, Simonetta Ravizza e Loriblu
Prima ci sono state le tappe di Londra con Tod's apartment e di New York negli spazi di Hudson Yards dove ha trovato spazio Tod's library, il nuovo concept per le boutique della maison, sinonimo di eccellenza e artigianalità made in Italy. In particolare, Tod's library è dedicato a una clientela che non ha intenzione di rinunciare all'eleganza e alla qualità insita nel Dna del brand. Terza tappa a Milano con la nuova boutique di via Montenapoleone dove nasce Tod's studios: uno spazio in continua metamorfosi, ispirato agli studi cinematografici e ai loro incessanti cambi di scenografie. Un luogo dalle svariate possibilità di fruizione, in cui lo spazio fisico si avvicina all'interattività del mondo digitale. Un contenitore di collezioni e delle storie che le ispirano, in uno scenario aperto a mostre ed eventi, progettato per accogliere il mondo di Tod's. Denominatore comune, un ambiente caldo e sofisticato, caratterizzato da un design lineare e cromie naturali.
Un tempio della qualità, in cui l'eccellenza delle lavorazioni manuali trova la sua massima espressione nella Tod's library. Proposte in esclusiva e in edizione limitata, anticipazioni delle collezioni successive e le riedizioni dei modelli iconici del marchio. Pezzi unici in materiali pregiati, con servizi di personalizzazione per creare il proprio accessorio unico, realizzato dalle sapienti mani degli artigiani.
Anima di Tod's studios è l'area pop up. Una zona semicircolare in cui grandi schermi danno vita a innumerevoli racconti, accogliendo le scenografie che prenderanno vita nel negozio. Si comincia con la scultura e le opere su carta di Kris Ruhs, primo dei contributi artistici che accompagneranno lo scorrere di collezioni e novità, di collaborazioni e progetti speciali. Non poteva mancare Tod's studios private club, cornice delle collezioni sartorial, in cui farsi servire i migliori vini del mondo.
Questo a Milano e il momento delle aperture importanti. Dopo Tod's, ecco Simonetta Ravizza tagliare il nastro del suo nuovo spazio nel quadrilatero della moda. La griffe unisce l'eleganza neoclassica di un antico palazzo in via Santo Spirito al dinamismo delle sue creazioni. «È un luogo di tradizione e di progetti innovativi», spiega la stilista, «dove l'alto artigianato manuale si esalta nella qualità delle collezioni e al tempo stesso è palcoscenico dove si scatenano le tendenze più attuali».
Un tempio della bellezza femminile ideato con l'architetto Matteo Crippa: materiali preziosi per i pavimenti di marmo nero venato che si dilata in un gioco di scacchi in ebano e noce, pareti a foglia d'oro e lacca lucida sempre nera per i soffitti, armadi in pelle nera e un divano centrale che rende omaggio a Andy Warhol. «Uno scrigno di meraviglie nella Milano più colta, nobile e segreta, lontana dal lusso sfacciato, modernamente neo borghese e per questo molto cool, uno spaccato della città che muove nuove prospettive di chic, per una moda più intima e vera».
Milano trova nella boutique di Simonetta Ravizza la massima esaltazione dei suoi valori di capitale internazionale dello stile. E lo schermo sul quale si proietta all'infinito la sfilata diventa il film della moda attuale, con le iconiche borse Furrissima che si trasformano in oggetti di culto.
In via Manzoni, per finire la carrellata, ha aperto la nuova boutique di Loriblu, due piani dove si può ritrovare tutto lo stile del brand con tanto di area riservata alle spose per la scelta della calzatura da sogno per il matrimonio.
Harry Winston presenta uno show di cavalli
Cavalli, moda, lusso. Tre parole che vanno perfettamente d'accordo alla settima edizione del prestigioso Straight Egyptian World Championship, show ideato da Barbara Morali, ceo del Gruppo Morali & C. e riservato ai più prestigiosi cavalli arabi di linea egiziana provenienti da tutto il mondo e organizzato a Vermezzo, alle porte di Milano.
I cavalli arabi di linea egiziana costituiscono solo il 4% circa dei cavalli arabi di tutto il mondo e rappresentano la razza equestre più nobile e rara. Il campionato del mondo premierà gli esemplari più belli. La scorsa edizione ha visto come main sponsor la prestigiosa maison Harry Winston, conosciuto come «il gioielliere delle star», che ha confermato la sua presenza anche per quest'anno. Main sponsor di questa edizione è Al Waab Farm di proprietà dello sceicco Ahmed Bin Abdulla Al Thani, membro della famiglia reale del Qatar, celebre in Italia per l'acquisizione, tra le altre, della maison Valentino.
Il Qatar sarà protagonista nel 2022 in quanto organizzatore dei prossimi campionati del mondo di calcio. L'evento sarà sostenuto, anche come nelle passate edizioni, dalla Qatar Foundation e dallo sceicco Hamad Bin Ali Al Thani, che parteciperà all'evento con le scuderie Al Shaqab e Al Rayyan.Sono oltre 30 le scuderie provenienti dal Medio Oriente e dall'Europa (Qatar, Egitto, Kuwait, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Israele, Gran Bretagna, Francia, Svizzera, Danimarca, Germania, Austria, Belgio, Italia) a sfidarsi presentando i loro migliori esemplari in un appuntamento imperdibile per gli appassionati di cavalli arabi. «Sono orgogliosa che questa manifestazione si stia affermando sempre di più come evento internazionale di riferimento per gli appassionati del settore» ha dichiarato Barbara Morali. «Stiamo già lavorando ad un prossimo importante appuntamento che si svolgerà nel 2020».
Dietro allo show ruota una importante macchina organizzativa, sotto un servizio di sicurezza imponente: il trasporto dei cavalli viene effettuato in aereo con voli dedicati; i cavalli vengono accuditi e preparati allo show da uno staff di oltre 100 persone tra addetti alle scuderie, trainer, maniscalchi e veterinari.




