2024-12-02
        Con la doppia agenzia per profughi l’Onu ha avvelenato i pozzi a Gaza
    
 
Creando l’Unrwa, le Nazioni Unite hanno contribuito a rafforzare l’idea secondo cui i palestinesi sono i soli ad aver subito torti. Così le violenze jihadiste sono state dimenticate, favorendo l’antisemitismo e inquinando il dibattito occidentale sul Medio Oriente.Avvelenare i pozzi. È un’antica tecnica militare: quando hai perso la battaglia, quando il nemico avanza e sta per conquistare il territorio si avvelenano i pozzi. Il significato metaforico è un tipo di menzogna precostituita, che permette di delegittimare l’avversario prima che parli. L’Onu ha avvelenato i pozzi, ha fatto tutto il necessario perché la nascita del piccolo Stato di Israele diventasse un conflitto cronico e incancrenito, con nessuna possibilità di risoluzione. Lo spiega con chiarezza Figlio di Hamas (Son of Hamas), autobiografia di Mus’ab Hasan Yusuf, figlio di uno dei due fondatori di Hamas. La gangrena l’ha causata l’Onu che ha due agenzie per i rifugiati. Nel 1950 ha creato l’Unhcr, agenzia che assiste tutti i rifugiati del mondo, e li assiste solo nel momento della crisi. Quando i turchi invadono la parte settentrionale di Cipro e creano uno Stato turco che espelle l’80% della popolazione, quella greco ortodossa, nell’indifferenza generale, l’Unhcr assiste i profughi per i mesi necessari per raggiungere la Grecia e trovarsi un lavoro. Nel 1971 10 milioni di induisti sono stati scacciati con persecuzioni atroci degli islamici dalla loro terra, da quella che da sempre era stata la terra loro e solo loro: il Bangladesh. L’Unhcr ha dato assistenza, creando tendopoli e distribuendo pasti, per i mesi necessari, dopodiché ognuno si è arrangiato a trovarsi una casa e un lavoro in India. La seconda agenzia Onu, l’Unrwa, è solo per i profughi palestinesi. Il solo fatto che ci sia un’agenzia solo per loro avvelena i pozzi, contribuisce a creare l’idea assolutamente balorda, che però governa le menti, che i profughi palestinesi siano i più sfortunati della terra, anzi gli unici che hanno subito un’ingiustizia, permettendo di dimenticare la bestiale e atroce violenza con cui l’islam ha cacciato popoli da quelle che da sempre erano le loro terre: Cipro, Bangladesh, Sudan meridionale, Nagorno Karabak. Per questo, come spiega la saggista egiziana Bat Ye’ornel libro Eurabia, il vittimismo palestinese è un elemento essenziale e irrinunciabile all’islamizzazione dell’Europa.Lo scopo dell’Unrwa è quella di fornire assistenza ai profughi palestinesi in Medio Oriente «fino a quando la questione della Palestina non sarà risolta»: questo è un altro colossale avvelenamento di pozzi, perché, lo spiega il figlio di Hamas Mus’ab Hasan Yusuf, se i capi palestinesi accettassero la pace, perderebbero fiumi di finanziamenti. I due loro scopi sono la guerra permanente e avere il maggior quantitativo di vittime civili per aumentare l’odio contro Israele a livello mondiale. Ai civili di Gaza, e soprattutto ai bambini, è vietato scendere nei rifugi antiaerei: le migliaia di tunnel che Hamas ha scavato sperperando i fiumi di denaro con cui avrebbe potuto costruire serre, centrali elettriche e desalinizzatori sono vietate ai civili, soprattutto ai bambini, che devono morire sotto le bombe diventando «martiri», come ha verbalizzato in interviste ufficiali Sinwar, il capo di Hamas, fortunatamente abbattuto da Israele. In tutti i conflitti si cerca di mettere i bambini al sicuro, non a Gaza. Come spiega Mus’ab Hasan Yusuf, esiste una strategia precisa per la morte del maggior numero di bambini, infatti chiamati martiri della causa. La morte di questi bambini permette all’antisemitismo mondiale di superare con un’unica scrollata la colpa di migliaia di pogrom e lo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, con l’affermazione pro Pal: i sionisti sono cattivi quanto i nazisti, quindi i nazisti non avevano così torto. Quando un Vaticano sempre più solidamente indifferente allo strazio dei cristiani massacrati a migliaia nelle desolate terre dell’islam reale, soprattutto Nigeria e Burkina Faso, afferma il falso, cioè che a Gaza ci sia un genocidio, sta avvelenando i pozzi, sta rendendo la pace più difficile e più lontana. Il primo passo è stata l’invenzione del popolo palestinese. Il nome «Palestina» deriva dai filistei, che sono quelli di Golia. Cristo appartiene alla casa di re Davide, che era ebreo, quindi chiunque affermi che Cristo o la Madonna sono palestinesi, cioè filistei, sta mentendo, sta dicendo falsa testimonianza. La parola Palestina, come la parola palestinese, non è contenuta né nella Bibbia, che è la storia degli ebrei e meno che mai nei Vangeli, che sono e restano una narrazione di ebrei. La parola Palestina compare, inventata dai romani, per la prima volta nel 70 d.C., quando dopo aver faticosamente vinto le guerre giudaiche hanno disperso una parte minoritaria del popolo di Israele e hanno dato spregiativamente il nome di Palestina, cioè terra dei filistei, quelli cui sto dando la vostra terra mentre disperdo voi. Probabilmente gli ebrei dispersi nella diaspora sono stati il 30% degli abitanti originari, mentre gli altri si sono divisi tra quelli morti nelle guerre giudaiche e quelli rimasti nella terra di Canaan, Israele, Giudea, Galilea e Samaria, che è sempre stata e non ha mai smesso di essere la terra degli ebrei. Nei secoli successivi non c’è mai una nazione chiamata Palestina e nessun popolo è indicato con la parola palestinese. In Galilea, Giudea e Samaria nessuna città, nessun villaggio e nessun fiume fino all’Ottocento avevano un nome arabo, c’erano solo nomi ebraici, greci o latini. Nell’interno c’erano insediamenti nomadi di beduini di origine islamica. Il territorio era praticamente disabitato e le poche città, Gerusalemme, Safad, Jaffa, Tiberiade e Gaza, erano abitate in maggioranza da ebrei e cristiani. Dopo la fine della prima guerra mondiale, guerra che vide in genocidio del popolo cristiano degli armeni e la recrudescenza di pogrom antiebraici in territorio islamico, si smembrò l’impero ottomano e si riconobbe ai cristiani ed ebrei il diritto a uno Stato loro, perché se convivevano come minoranze in uno Stato musulmano rischiavano persecuzioni spesso mortali. I due Stati furono il Libano, cristiano, e Israele. Dopo la seconda guerra mondiale la Siria fu divisa in Libano cristiano, ora purtroppo islamizzato e in mano alle milizie sciite di Hezbollah e Siria islamica. La Palestina mandataria fu divisa in Israele per gli ebrei, un fazzoletto di terra senza Gerusalemme, e per i musulmani la Giordania, Stato enorme con Gerusalemme di cui non importava un fico, perché le città sante dell’islam sono La Mecca e Medina, e infatti non era nemmeno capitale. I numerosissimi ebrei che abitavano fuori dai confini del minuscolo Stato, a cominciare da quelli di Gerusalemme est a finire a quelli dello Yemen, Egitto, Algeria, Libia furono cacciati con brutalità estrema dalle loro case e delle loro sinagoghe millenarie, dai loro campi resi fertilissimi con fatiche disumane, nell’indifferenza assoluta di tutti. Gli islamici volevano anche il fazzoletto di terra dato agli ebrei, e quindi hanno inventato i palestinesi, dei giordani diversi (in cosa?) dagli altri giordani, che non appartengono alla Giordania e che non possono vivere in Giordania (perché?). Gli ebrei hanno una lingua e una religione diversa da tutti gli altri? Sì. Esiste un altro Stato che abbia la loro lingua e la loro religione e che quindi garantisca loro la certezza matematica di non essere perseguitati dal pogrom di turno, da Hitler, dal Ku Klux Klan, dal moccioso pro Pal, dal terrorista islamico? No. I cosiddetti palestinesi hanno una religione e una lingua diversa dai giordani? No.La missione dell’Unrwa è quella di fornire assistenza ai profughi palestinesi in Medio Oriente fino a quando la questione della Palestina non sarà risolta. Dato che sia il primo articolo di Hamas che quello di Fatah recitano che lo scopo è distruggere Israele, la risoluzione della questione palestinese non può esserci senza la distruzione di Israele, dal fiume al mare. La storia è piena di ingiustizie, che poi in qualche maniera nel giro di una generazione si risolvono. Non è così per il Medio Oriente.
        La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
    
        Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
    
        Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
    
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico. 
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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        Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)