2022-01-06
Con 3 infetti torna la gogna a scuola
Finiranno in Dad sia i non inoculati sia (dopo l’ok di Aifa al booster dai 12 anni in su) chi non ha il richiamo. Tamponi alla classe con un positivo: si teme l’assedio alle farmacie.Sulla scuola una sola unica incrollabile certezza: no alla chiusura. E questa è una buona notizia, che però rischia di divenire uno slogan, con il picco di contagi dovuto alla variante Omicron. La cattiva notizia è che si conferma la gogna per gli studenti non vaccinati, i guariti da più di 120 giorni e chi, vaccinato da oltre quattro mesi, ancora non ha ricevuto la dose booster, dalle medie in su. Per le scuole medie e per le superiori, fino a due casi, i contatti restano in classe in autosorveglianza con le mascherine Ffp2. Con tre o più casi, verrà attivata la Dad per i non vaccinati, per chi ha fatto i vaccini da più di 120 giorni o sia guarito da più di 120 giorni. Chi potrà dimostrare di esser guarito da meno di quattro mesi o di aver ricevuto le vaccinazioni richieste da meno di 120 giorni potrà rimanere in classe e seguire la didattica in presenza. Invece se i contagiati dovessero diventare quattro, la dad partirà per tutti. Perché? Cosa cambia tra tre e quattro positivi? Mistero. Confermata quindi la gogna per i bambini, che adesso potranno essere identificati come no vax e che quindi, probabilmente, per questo verranno estromessi o bullizzati. Lo stesso vale per chi il vaccino lo ha fatto, magari per primo, a giugno o luglio, e che ancora non è riuscito a sottoporsi al richiamo. Questa misura discriminatoria è ancora più grave, se si considera che il via libera al booster per i ragazzi è stato dato da pochissimo. Per la fascia 12-16 anni il via libera di Aifa è stato dato solo ieri, mentre quello per la fascia 16-17 anni lo scorso 24 dicembre. In che modo questi ragazzi potranno evitare la Dad, pur avendo fatto tutto quello che andava fatto? Anche i presidi si schierano contro queste misure. «Fare la distinzione tra vaccinati e non vaccinati è una misura discriminatoria tra gli studenti». Ha dichiarato il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli.Le nuove regole stabilite nell’ultimo Consiglio dei ministri porteranno a stop continui soprattutto fra i più piccoli, con conseguente ingolfamento del sistema di tracing. Le disposizioni prevedono una quarantena di 10 giorni per le scuole dell’infanzia, che si attiverà con un solo caso. Al termine della quarantena, dopo aver effettuato un test antigenico o molecolare si potrà rientrare in classe. Per la scuola primaria, con un caso positivo accertato è previsto il tampone fatto prima possibile dal momento della notizia della positività e un altro trascorsi i cinque giorni (t0 – t5), mentre con due casi si andrà in Dad. Pochi cambiamenti per i bambini sotto ai 10 anni, nonostante siano state aperte le vaccinazioni. Un’ingiustizia per quel 10% di bambini che già si sono vaccinati e per quella fetta di bambini guariti perché contagiati in queste ultime settimane. Si conferma quindi l’esperimento fallimentare del t0 - t5, inserito nel decreto di inizio novembre, con cui si prometteva che sarebbe finita la Dad. Così non è stato, un po’ perché le Regioni e le Asl andavano per conto proprio chiudendo le classi con un caso solo, un po’ perché sia le scuole che le famiglie non hanno mai capito bene come funzionasse il meccanismo. Il rischio è che si ripeta lo stesso problema anche adesso, con un numero di contagi sempre più alto e che quindi rischia di mandare tutti in Dad già dalla prima metà di gennaio. Nella migliore delle ipotesi, i bambini della primaria faranno tamponi in continuazione, mentre all’infanzia avremo scuole sempre chiuse. Per la scuola dell’infanzia si dispone un test alla fine della quarantena e non uno anche all’inizio. Naturalmente questo comporterà che i genitori che vorranno scoprire se i figli sono stati contagiati o meno dovranno preoccuparsi di testare i figli privatamente. Troppe regole, confuse per tutti e come spesso accade difficilmente applicabili nella vita reale. Il decreto prevede che fino al 28 febbraio 2022 le farmacie e i centri privati dovranno effettuare i test gratuitamente nell’ambito della popolazione scolastica soggetta alla sorveglianza che frequenta le scuole secondarie di primo e di secondo grado, con prescrizione medica del pediatra di libera scelta. Il commissario straordinario provvederà a compensare tramite le Regioni i mancati introiti di questi presidi. Non è chiaro per quale motivo questa disposizione non venga ampliata anche ai bambini più piccoli, che saranno naturalmente soggetti a controlli più frequenti, dal momento che rimane in vigore il sistema del t0-t5. Non si capisce poi a chi spetta effettuare questi test, la prassi ha dimostrato che il più delle volte i tamponi venivano effettuati privatamente. Dovrebbero essere però le Asl a disporli e a convocarli con annesse file e ritardi nella consegna degli esiti. Gli alunni delle classi primarie si confermano i più svantaggiati, andranno in Dad più facilmente dovranno osservare quarantena anche se vaccinati o guariti, al contrario degli adulti che alle stesse condizioni, con un contatto positivo e con le nuove regole potranno astenersi dalla quarantena. Il nuovo decreto è un quesito di logica che neanche i più bravi riescono a superare.