Si stringe il cerchio attorno a Zoran Zaev. Inchiesta della Procura di Skopje: nelle elezioni del 2014 sarebbe stato coinvolto in una rete dedita allo scambio elettorale. Cosa dirà adesso la sua sponsor Federica Mogherini?
Si stringe il cerchio attorno a Zoran Zaev. Inchiesta della Procura di Skopje: nelle elezioni del 2014 sarebbe stato coinvolto in una rete dedita allo scambio elettorale. Cosa dirà adesso la sua sponsor Federica Mogherini?Come annunciato ad agosto dopo la pubblicazione delle prove legate al caso Racket che hanno portato in Macedonia alla caduta del governo del socialista Zoran Zaev, La Verità ha continuato nella sua attività investigativa alla ricerca di nuovi casi che potessero confermare la gestione criminale del potere durante il mandato dell'oramai ex premier. Dopo mesi di lavoro nei quali abbiamo preso visione di centinaia di documenti, controllato l'autenticità dei fatti e assicurato la massima sicurezza alle fonti, possiamo ora procedere alla pubblicazione in tre puntate di stralci di documenti in mano alla procura macedone che ipotizzerebbero per Zaev reati di corruzione e attività legate al reato dello scambio elettorale. Egli in occasione delle elezioni parlamentari del 2014 in qualità di capo del partito socialista e di sindaco della città di Strumica, stando alla predetta documentazione, sarebbe stato coinvolto in una rete di compravendita voti della quale faceva parte anche il fratello Vice Zaev.Delle prove di tali macchinazioni siamo entrati in possesso in quanto, attivata da una denuncia ufficiale, la Procura macedone ha eseguito, correttamente, delle intercettazioni ambientali senza però mai avviare nei confronti degli indagati alcun processo. Poiché per il presunto reato da noi scoperto, a ruolo come caso di denuncia penale 50/16 presso l'ufficio per la lotta al crimine organizzato e la corruzione, non sono ancora trascorsi i termini di prescrizione e presto il tutto dovrebbe portare a ulteriori sviluppi da parte degli inquirenti, nei prossimi giorni per non inficiare l'utilizzabilità processuale del materiale ancora a disposizione della Procura pubblicheremo degli stralci riassuntivi di parte della documentazione. La conferma processuale del reato attribuito indiziariamente a Zoran Zaev, che secondo un video recentemente pubblicato in Macedonia esattamente in quel medesimo periodo si vantava d'essere il prescelto dell'Unione europea come futura guida del Paese, corroborerebbe la tesi da noi esposta in passato, e mai confutata nemmeno dallo stesso interessato, che il leader socialista sarebbe sempre stato consapevole delle attività illecite dei suoi collaboratori. Il fatto che la Procura macedone avesse già nel 2014 aperto un'indagine penale nei confronti di Zaev rafforza le responsabilità di Federica Mogherini, dell'ex commissione Junker e dell'amministrazione Obama per aver successivamente scelto il Zaev quale loro uomo di fiducia. Che la Procura macedone all'epoca non abbia proceduto a imbastire un processo, secondo alcuni analisti, non escluderebbe il fatto che si sia siglato un accordo parallelo tra l'allora premier Nikola Gruevski e il burattino della Mogherini, Zoran Zaev. Dato che Gruevski, tramite il suo fidato capo dei servizi segreti, nonché cugino, Saso Mijalkov aveva accesso illimitato ad ogni informazione, è verosimile immaginare che conoscesse anche tutti i dettagli dell'indagine da noi esaminata. Nel 2014 le elezioni parlamentari non furono vinte dal partito socialista, tuttavia quella tornata elettorale segnò l'inizio della crisi istituzionale che ancora oggi affligge la Macedonia. Nonostante avesse promesso di dimettersi in caso di sconfitta, Zaev rimase al suo posto dichiarando di non riconoscere i risultati elettorali e di voler boicottare il nuovo Parlamento. Da allora partì la pesante opposizione al premier Gruevski e di aperto sostegno a Zaev da parte di alcuni servizi segreti occidentali, della Mogherini e di Soros che fornirono al capo dei socialisti le intercettazioni comprovanti il sistema nepotistico dell'allora primo ministro sostenendolo, anche finanziariamente, fino alla sua presa del potere avvenuta grazie all'utilizzo criminale delle intercettazioni affidate all'ufficio del Procuratore Speciale Katica Janeva. Un istituto creato ex novo su richiesta della Mogherini per legalizzare le intercettazioni in possesso di Zaev ed affidato a una persona che ora, sulla base delle prove da noi pubblicate in passato, si trova sotto processo. Nel periodo successivo la Macedonia non ha assistito ad alcun processo legato alla documentazione da noi esaminata o a processi seri, basati sullo Stato di diritto, che facessero luce sulle modalità di gestione del potere e le reti di corruzione esistenti nel Paese. È nostro augurio che la documentazione in nostro possesso riattivi il lavoro delle istituzioni giudiziarie macedoni e, come sottolineato dal nuovo commissario ungherese per l'allargamento Oliver Varhelyi in visita a Skopje la settimana scorsa, aiuti le procure a dimostrare d'essere capaci di cambiare approccio prime della fine del mese di marzo. Il commissario infatti spera che il parlamento macedone possa riuscire finalmente a novellare entro allora la legge sulle procure pubbliche avvicinandola agli standard dello stato di diritto occidentale. Sarebbe il vero passo in avanti per entrare un giorno nell'Unione europea.
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