2023-02-24
Commissione inchiesta Covid, l’inizio dei lavori programmato a settembre
Galeazzo Bignami (Imagoeconomica)
Previsti sei o sette interventi per gruppo. Galeazzo Bignami (Fdi): «Andremo fino in fondo». Resta il nodo presidenza.Il percorso istitutivo della commissione d’inchiesta sul Covid, voluta dalla maggioranza per indagare sulla gestione pandemica, potrebbe essere rallentato da qualche piccolo intralcio: il Pd sta infatti tentando non tanto di controbilanciare la versione dei fatti su cui si indagherà, quanto di evitare direttamente che la commissione sia istituita. I democratici - supportati dai Cinque stelle, che cercano di restituire la verginità alla prima fase pandemica guidata da Giuseppe Conte - hanno infatti proposto di chiamare in audizione i maggiori responsabili della discussa gestione pandemica affinché valutino se sia opportuno o meno che si indaghi… su di loro. È quindi probabile che, nella fase preliminare, sfilino davanti ai deputati i vari Locatelli, Brusaferro e Cartabellotta, indicati dal Pd nella velleitaria finalità di orchestrare un filibustering all’amatriciana per frenare le ambizioni della maggioranza. Per quanto la proposta appaia provocatoria, è difficile che il tentativo di boicottaggio vada a buon fine, se non altro perché l’ultima parola spetta comunque all’ufficio di presidenza della commissione Affari sociali, presieduta da Ugo Cappellacci di Forza Italia, che deciderà sul merito e sul metodo di queste audizioni preliminari. «Siamo molto tranquilli - ha dichiarato Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti e primo firmatario alla Camera della proposta di legge per istituire la commissione parlamentare - non saranno certo queste dinamiche a rallentare i lavori. I luminari possono venire a dirci quel che desiderano, noi li ascolteremo e andremo fino in fondo, con fermissima determinazione».La richiesta di Pd e Cinque stelle di ascoltare ex-ante, prima dell’istituzione della commissione, gli esperti scientifici compromessi con la gestione pandemica, non dovrebbe rallentare più di tanto i lavori: i deputati si sono più o meno accordati per circa sei-sette interventi di esperti scelti da ognuno dei gruppi politici e si sono dati un paio di settimane per ascoltarli. Quand’anche gli interventi dovessero trasformarsi in lectio magistralis non richieste, esistono strumenti per garantire il rispetto dei tempi parlamentari. L’istituzione della commissione è già calendarizzata ad aprile: essendo una bicamerale, dopo essere stata licenziata dalla Camera passerà al Senato, che verosimilmente ne approverà l’istituzione a giugno. I lavori dovrebbero cominciare a settembre. Affidare la presidenza della commissione a Davide Faraone, come era stato ventilato qualche settimana fa, creerebbe invece non poche perplessità, essendosi il deputato di Italia viva schierato con particolare accanimento a favore di tutte le restrizioni decise dal governo di Mario Draghi. In un’ottica di gestione bipartisan, se le opposizioni dovessero partecipare all’istituzione della commissione, è più probabile che se la presidenza non sarà affidata a un esponente della maggioranza, vada a un altro deputato di Italia viva solo se concordato con la maggioranza.La settimana scorsa le due presidenti dei gruppi parlamentari del Pd, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, hanno accusato la maggioranza di «strumentalizzare la commissione d’inchiesta con l’obiettivo di randellare l’opposizione». In realtà, l’unica strumentalizzazione che incombe sulla commissione Covid deriva dalle ruggini ataviche tra Italia viva e la vecchia guardia del Partito democratico. Matteo Renzi insiste da mesi che si faccia luce «sulle mascherine, sulle apparecchiature, sui ventilatori cinesi malfunzionanti ma garantiti da Massimo D’Alema, perché sul Covid sono girati tanti soldi pubblici». Non è un caso che ad esporsi nettamente contro la stessa istituzione dell’organismo d’inchiesta sia stato proprio quel Nico Stumpo molto vicino a D’Alema che fece di tutto per far inciampare Renzi nella corsa alle primarie del 2012 contro Pierluigi Bersani. Se ci saranno randellate, dunque, è più probabile che se le scambieranno le opposizioni tra di loro.
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