Surreale: i soggetti vulnerabili (over 75, o in condizioni economiche svantaggiate o disabili) e chi ha scelto un operatore per tempo si ritrovano a pagare di più di chi non ha mosso un dito. Una situazione che durerà almeno per tre anni. L’inghippo delle sanzioni.
Surreale: i soggetti vulnerabili (over 75, o in condizioni economiche svantaggiate o disabili) e chi ha scelto un operatore per tempo si ritrovano a pagare di più di chi non ha mosso un dito. Una situazione che durerà almeno per tre anni. L’inghippo delle sanzioni.Il passaggio al mercato libero dell’energia si sta rivelando essere più complicato di quanto si potesse immaginare e la situazione che si sta delineando ha del surreale. Il 10 gennaio si sono infatti tenute le prime aste per accaparrarsi i clienti che non hanno scelto un operatore del mercato libero dell’energia, decidendo di fatto di rimanere nel mercato tutelato almeno fino al 1° luglio prossimo. Data che sancisce la partenza del mercato libero dell’energia e il passaggio di questi clienti al sistema a tutele graduali, cioè alla tariffa scelta dall’operatore energetico che si è aggiudicato l’asta territoriale della zona nella quale si abita (l’Italia è stata suddivisa in 26 aree). Secondo quanto risulta alla Verità le offerte delle società energetiche sono talmente basse (alcuni operatori hanno offerto per la voce «condizioni commerciali», zero euro) che i prezzi che verranno applicati a partire dal 1° luglio, a tutti quei clienti che hanno deciso di non scegliere, saranno nettamente inferiori rispetto al prezzo offerto dal mercato tutelato. In pratica, tutti i soggetti vulnerabili (over 75, condizioni economiche svantaggiate e disabili) si troveranno, a partire da luglio, a pagare bollette più alte, rispetto a chi non ha una reale necessità di essere tutelato dal punto di vista economico. Ricordiamo infatti che per gli utenti considerati vulnerabili, il governo Meloni ha deciso di prolungare il mercato tutelato dell’energia fino alla fine del 2025, con l’obiettivo di garantire tariffe più calmierate. Situazione che però non si sta verificando, visto che siamo di fronte ad un mercato libero dell’energia che presenta distorsioni di una certa entità. Questo risultato è il frutto di sette anni di politiche poco lungimiranti. Nel 2017, quando si iniziò a parlare del decreto Concorrenza e dunque della nascita del mercato libero dell’energia, tutti gli operatori del settore erano concordi nel voler creare un sistema di aste che incoraggiasse gli utenti a passare sul mercato libero dell’energia, andando a generare di fatto un sistema, opposto a quello che attualmente c’è. Ipotesi che però non è mai stata presa in considerazione. I vari governi che si sono susseguiti hanno invece modificato, di volta in volta, parte della materia, senza mai avere una visione di insieme, arrivando a definire quello che oggi è un mercato libero dell’energia che presenta più svantaggi che vantaggi. A pagare di più non saranno infatti soltanto i soggetti fragili, ma anche tutti quegli italiani che nei mesi scorsi si sono messi a studiare le 1.381 offerte di mercato libero presenti sul «Portale Offerte» di Acquirente Unico. Nel solo mese di dicembre, secondo le statistiche di Arera, i contratti energetici più convenienti, rispetto alla tutela, risultavano essere solo 224 e la spesa media per il mercato libero (sull’anno) era stimata a 1.018,47 euro contro 868,17 euro del tutelato. Se si pensa che dal 1° luglio i prezzi che verranno proposti a chi ha deciso di non scegliere un operatore sul mercato libero saranno nettamente inferiori alla tutela, si capisce bene che dall’entrata in vigore del mercato libero ne escono sconfitti i soggetti più fragili e chi per tempo ha deciso di adeguarsi alle novità normative. Da aggiungere altri due punti. Il primo è che se si è già scelto un operatore sul mercato libero non si può chiedere di entrare nel sistema delle aste e il secondo è che il sistema a tutela graduale durerà tre anni. Ogni 12 mesi gli operatori aggiorneranno la loro offerta di quota fissa, ma il prezzo che offriranno sarà sempre molto competitivo per non perdere i clienti ottenuti. Questo significa che fino alla fine del 2026 chi ha scelto di non scegliere avrà una bolletta dell’energia nettamente più bassa rispetto a tutti gli altri. Solo alla fine dei tre anni, si dovrà passare al mercato libero vero e proprio. Altra criticità del mercato libero dell’energia è la possibilità di incorrere in sanzioni se si cambia la società energetica prima della fine del contratto. Arera ha infatti spiegato che anche se in generale cambiare venditore non ha costi, «possono fare eccezione i contratti per la fornitura di energia elettrica che prevedono un prezzo fisso e una durata delle condizioni economiche o del contratto a tempo determinato». In pratica, se si sottoscrive un contratto sul mercato libero dell’energia scegliendo la tariffa fissa, alcune società possono decidere di applicare una penale se si rescinde dal contratto prima della naturale scadenza. Questa eventualità deve però essere ben indicata sul contratto di sottoscrizione. Per quanto riguarda il mercato del gas la situazione è invece decisamente più serena. Il passaggio dunque al mercato libero a partire dal 1° gennaio 2024 sta avvenendo in modo lineare. Da settembre 2023 gli operatori del settore hanno iniziato ad avvertire i propri clienti dell’arrivo, con il nuovo anno, del mercato libero del gas. I clienti, prima della fine dell’anno, potevano dunque decidere di rimanere con il proprio operatore, sottoscrivendo una nuova offerta sul mercato libero, oppure scegliere un altro venditore. A queste due opzioni si aggiunge anche la possibilità di non fare nessuna scelta. In questo caso, a partire da inizio anno, si entrerà nell’offerta Placet del fornitore che erogava l’energia fino a fine 2023. Queste offerta presenta condizioni contrattuali definite dall’Arera, ma a prezzi stabiliti dal venditore. La differenza con il mercato libero è che nella Placet le condizioni generali di fornitura sono fissate dall’Autorità e sono inderogabili. Sul mercato libero ogni singola società decide invece anche a quanto fare ammontare queste spese. Il contratto Placet ha durata indeterminata, le condizioni economiche sono rinnovate ogni 12 mesi e secondo a quanto risulta alla Verità i prezzi offerti non saranno più convenienti rispetto a quelli che si possono trovare sul mercato libero. Ai clienti classificati come fragili (over 75, condizioni economiche svantaggiate e disabili) verrà applicato il servizio di tutela della vulnerabilità che fornisce il gas a condizioni economiche e contrattuali stabilite dall’Autorità. I venditori applicano automaticamente le condizioni del servizio di tutela a tutti quei clienti già identificati come vulnerabili nel 2023, a partire dal 1° gennaio 2024. Da sottolineare che se si è possessori della 104, e dunque invalidi (il riferimento è solo ai soggetti con disabilità e non all’assistenza), non si viene riconosciuti in modo automatico come «clienti fragili» dalla propria società. Si dovrà inviare l’apposita documentazione, presente sul sito dell’Autorità. Infine, utile ricordare, che anche se si è fragili si può decidere di sottoscrivere in qualsiasi momento un contratto sul mercato libero, con l’attuale o un diverso venditore, se si ritenesse essere più vantaggioso.
Mario Draghi (Ansa)
L’ex premier si accorge soltanto ora che gli obiettivi green sono «irrealizzabili». Poi critica la burocrazia continentale: «Troppo lenta, potrebbe non riuscire a riformarsi». Il suo piano B: alcuni Stati facciano da sé.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
- La Corte d’appello di Bologna ha disposto la consegna di Sehrii Kuznietsov, l’ucraino accusato di aver danneggiato il gasdotto nel 2022. Crosetto: «Disponibili su Samp-T e aerei radar». M5s e Calenda esortano il governo al confronto in Aula su «Sentinella Est».
- Invasione nazista, Berlino secca: «Soldi alla Polonia? Storia chiusa». Merz: «Ma siamo al fianco di Varsavia». Presto possibile vertice Trump-Zelensky.
Lo speciale contiene due articoli.
Ansa
- Massiccia invasione via terra e raid con droni ed elicotteri. Crosetto: «Decisione sbagliata». Il Papa chiama il parroco Romanelli: «Preoccupato». Ira dei parenti degli ostaggi: «Così Netanyahu li uccide».
- Mobilitazione indetta per venerdì. Liti nella Flotilla, Greta lascia il direttivo e cambia imbarcazione. Il dem Scotto, in navigazione: «Sempre in contatto con la Farnesina».
Lo speciale contiene due articoli.
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
Schierati da poco in Estonia, gli F-35 italiani hanno avuto una parte importante nell’intercettazione di velivoli russi e nel pattugliamento in seguito allo sconfinamento dei droni di Mosca in territorio polacco. Da agosto l’Aeronautica italiana è al comando della Baltic Air Policing.
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La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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