
Trump ordina raid nello Yemen e intima al gruppo dei ribelli di cessare gli attacchi alle navi. Poi il messaggio a Teheran: «Se li sostenete non saremo gentili con voi».Nella notte tra sabato e domenica Donald Trump ha dichiarato «di aver ordinato attacchi decisivi e potenti» da parte degli Stati Uniti contro gli Huthi dello Yemen, dopo che negli scorsi giorni il gruppo ha promesso di riprendere gli attacchi alle navi in transito nel Mar Rosso e nelle acque vicine. Trump che ha seguito l’operazione nella War Room, ha affermato sulla sua piattaforma Truth Social: «I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi dei terroristi, i leader e le difese missilistiche per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e militari americane di navigare liberamente sulle vie d’acqua del mondo». Il presidente americano ha poi intimato agli Huthi di fermare tutti gli attacchi, altrimenti «l’inferno si abbatterà su di voi come non avete mai visto prima». Trump si è anche rivolto all’Iran: «Smettete immediatamente di sostenere gli Huthi, altrimenti l’America vi riterrà pienamente responsabili e non saremo gentili al riguardo». L’operazione è la seconda in pochi giorni nell’area dato che lo scorso 13 marzo gli Usa hanno eliminato il leader dell’Isis in Iraq, Abdullah Maki Musleh Al Rifai, noto anche come Abu Khadija e mostra la strategia di Trump che sta intensificando il confronto con i nemici degli Stati Uniti, di Israele e più in generale dell’Occidente. Ieri il Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom) ha anche annunciato di aver catturato la moglie Al Rifai identificata come Umm Hussein, una terrorista cecena da tempo ricercata. I media locali hanno riferito che sabato ci sono state delle esplosioni nei pressi della capitale, San’a. Un funzionario del ministero della Salute Huthi ha dichiarato che almeno 48 persone sono stati uccise e i feriti sarebbero più di 100. «Condanniamo e denunciamo il crimine di prendere di mira civili e siti civili, considerandolo un crimine di guerra completo», ha affermato un portavoce del ministero su X. Il Centcom, responsabile delle operazioni militari statunitensi in Medio Oriente, su X ha parlato dell’attacco che includeva «attacchi di precisione contro obiettivi Huthi sostenuti dall’Iran in tutto lo Yemen per difendere gli interessi americani, scoraggiare i nemici e ripristinare la libertà di navigazione». Secondo alcune testimonianze tra gli obiettivi colpiti figurano le abitazioni nella capitale dei leader Huthi che hanno iniziato a colpire il traffico marittimo subito dopo il 7 ottobre 2023. Gli attacchi hanno interessato la città di Sa’dah, principale base degli Huthi, e il quartiere di Jeraf, a San’a, considerato una roccaforte dei jihadisti yemeniti. I funzionari militari statunitensi hanno descritto gli attacchi di sabato come l’inizio di una campagna mirata ad eliminare il gruppo filoiraniano. Non è un caso, sottolineano, che il gruppo d’attacco della portaerei Uss Harry S. Truman sia presente da settimane nella regione. Un portavoce dell’ufficio politico degli Huthi ha affermato: «L’aggressione non rimarrà senza risposta e le nostre forze armate sono pienamente pronte ad affrontare l’escalation una dopo l’altra fino al raggiungimento della vittoria». Successivamente, la radio delle Forze di difesa israeliane ha annunciato che un missile lanciato dallo Yemen verso Israele è caduto nella zona di Sharm el-Sheikh (Egitto) nota località turistica che si trova a circa 200 chilometri da Eilat (Israele) a sua volta luogo di villeggiatura. Non si registrano vittime o feriti, tuttavia, per il turismo egiziano un tempo florido e da tempo in difficoltà viste le tensioni nell’area, è una pessima notizia.
Palazzo Madama (iStock)
Il taglio alla tassazione sugli aumenti contrattuali aiuta 3,3 milioni di dipendenti che guadagnano meno di 28.000 euro, mentre con la riduzione Irpef ci sono vantaggi da 440 euro dai 50.000 euro in su. Fdi ritira l’emendamento sugli scioperi.
Una lettura attenta della legge di bilancio fa emergere altri argomenti che rivelano il carattere strumentale della narrazione data dalla sinistra su una manovra poco attenta alle fasce deboli e invece orientata a favorire i «ricchi». Dopo l’operazione «verità» effettuata dall’Ufficio parlamentare di Bilancio, sulla natura della riforma delle aliquote dell’Irpef che, contrariamente alla tesi di Cgil e Pd, non va a favorire quelli che a sinistra considerano «ricchi», era rimasta in piedi la tesi che comunque questa manovra è squilibrata a vantaggio del ceto medio, poiché dei bassi redditi il governo si è occupato nelle precedenti leggi di bilancio. Ma guardando con attenzione al testo depositato in Senato e che comincerà l’iter di esame la prossima settimana, emergono una serie di misure proprio a favore dei ceti meno abbienti.
- Il gruppo armato Jnim avanza seminando morte e bloccando strade e commercio. Le forze governative, sostenute dai russi, annaspano.
- Ag Ghaly è riuscito in ciò che nessun capo tuareg aveva mai ottenuto: trasformare la lotta per l’autonomia in una crociata globale in nome di Maometto. Finanziandosi attraverso il controllo delle rotte di esseri umani.
Lo speciale contiene due articoli.
Dario Fabbri (Ansa)
L’esperto Dario Fabbri: «Se l’Ucraina in futuro cambiasse regime, diventerebbe un cavallo di Troia dei russi. La corruzione? A quelle latitudini è normale. Putin ha ottenuto solo vittorie tattiche, adesso gli serve la caduta di Zelensky».
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 17 novembre con Flaminia Camilletti





