2020-06-16
Colao, il secchione della task force scoperto a copiare come Pierino
Il blog di studi accademici Roars trova il libro da cui il capo del comitato ha attinto per il suo piano. È un testo del 2017, scritto da un altro membro della squadra. Non solo, i pochi dati citati sono sbagliati.Colao o Copiao? Un'accusa di auto-plagio, per quanto parziale, mette in grave imbarazzo Vittorio Colao, il manager ex McKinsey chiamato da Giuseppe Conte a guidare la task force per l'economia, e l'impegnativo documento intitolato «Iniziative per il rilancio dell'Italia 2020-2022», che il governo ha presentato in pompa magna agli Stati generali convocati a Roma nello scorso fine settimana a Villa Pamphilj. L'accusa di aver fatto un copia-incolla viene lanciata da una fonte più che autorevole: il sito Roars.it, un blog collettivo di docenti universitari e di ricercatori, italiani e stranieri, collegato all'associazione «Return on academic research and school» (in sigla Roars, per l'appunto, cioè «ruggiti»). Presieduta dall'astrofisico Francesco Sylos Labini, Roars dal 2011 promuove «un dibattito informato e scientificamente fondato sui temi della valutazione e delle politiche della ricerca». In nove anni, il blog ha pubblicato oltre 4.000 articoli, scritti da 400 autori, e ha avuto 24 milioni di visite di lettori e più di 50.000 commenti. Ieri Roars, che può dirsi il sito più seguito su queste tematiche, ha accusato il «Comitato di esperti in materia economica e sociale» presieduto da Colao di aver ri-prodotto nel suo documento conclusivo ampi stralci di un libro uscito nel 2017. Si tratta del saggio Salvare l'università italiana, oltre i miti e i tabù, pubblicato da Il Mulino e scritto da tre docenti universitari: Giliberto Capano, professore di scienze politiche a Bologna; Matteo Turri, insegnante di economia aziendale a Milano; e Marino Regini, professore emerito di sociologia economica alla Statale di Milano. Regini, in particolare, fa parte della task force di 24 esperti creata da Conte lo scorso 10 aprile e presieduta da Colao. La Verità ha verificato l'accusa, e in effetti risultano perfettamente sovrapponibili ampie parti di due pagine del libro (la 315 e 316 nella versione ebook acquistata dalla Verità), che aprono il capitolo «Una differenziazione intelligente: partire dai dottorati di ricerca», e le pagine 38 e 39 del documento del Comitato Colao, a loro volta dedicate al tema «Una differenziazione smart per il sistema universitario». L'assonanza tra i due titoli, dove l'ammiccante aggettivo «smart» sostituisce il più serioso «intelligente», non è certo l'unica tra i due testi. Il documento Colao riproduce almeno una sessantina di righe copiate di sana pianta dal libro del 2017, e propone la medesima tesi del saggio: cioè che la qualità scientifica degli atenei italiani è sì discreta, ma non abbastanza concentrata. «Una spiegazione di questo paradosso», si legge nel libro e nel documento Colao, «sta nell'elevata dispersione dei migliori ricercatori italiani fra atenei diversi, che fa sì che molti atenei siano di buona qualità, ma (quasi) nessuno eccellente». Per questo, libro e task force suggeriscono - a una sola voce - di puntare a «una specializzazione di ciascuna università in alcune aree scientifiche» e alla «disaggregazione analitica “fine" delle funzioni possibili di un ateneo».Sarà. Oggi è quantomeno mortificante scoprire che un comitato di 24 alti esperti governativi, dopo due mesi di lavoro indefesso e di pensosi consulti, debba ridursi a stendere un documento finale copiandone ampie parti da un libro, per quanto scritto anni addietro da uno di loro. Così sembra più che giustificato il durissimo attacco uscito ieri sul blog di Roars. A firmarlo è Alberto Baccini, ordinario di economia politica all'università di Siena e tra i fondatori dell'associazione: «Evidentemente», scrive, «per rilanciare l'università dopo l'emergenza Covid, non c'era niente di meglio che rispolverare una ricetta di qualche anno fa». Ma l'accusa di plagio mossa da Roars al lavoro del Comitato Colao raddoppia e, impietosamente, si fa distruttiva. Perché Baccini aggiunge che il libro, e quindi anche il documento della task force governativa, contengono errori marchiani: «I tre dati in croce riportati nel rapporto», scrive l'economista, «oltre che essere copiati e incollati, sono pure sbagliati». Dove nasce l'errore? Secondo Roars, nel 2017 «gli autori del libro avevano preso i dati da un post di Lavoce.info (un sito di economisti guidati dall'ex presidente dell'Inps Tito Boeri, ndr), ma senza curarsi di verificare cosa c'era veramente scritto nel rapporto sulla Valutazione della qualità della ricerca universitaria», da cui erano tratti. Insomma, anche i dati sono sbagliati. Velenosa la conclusione di Roars: «Per quanto riguarda l'università, il rapporto della task force di Colao assomiglia un po' troppo a quei rapporti che ti rifilano a caro prezzo alcune quotate società di consulenza: storielle per gli ingenui, confezionate per puntellare scelte decise a priori. In tutto ciò, che ruolo hanno i numeri? Beh, fungono da guarnizione. Come la panna montata spray». Conclusione finale di Roars: il documento finale del comitato Colao è (letteralmente) «una supercazzola di terza mano». Certo, se il rilancio dell'Italia è affidato a questi esperti…
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