2020-11-04
Code digitali e crash. Il bonus bicicletta è un flop annunciato
I fondi non bastano. Costa: «Ne stanzieremo altri». Il nostro cronista ce l'ha fatta ma aveva davanti «solo» 114.000 personePronti, partenza, via. Alle 9 di ieri mattina, come milioni di italiani, ero già davanti al computer. Coinvolto e travolto dal click day. Anche io, come la moltitudine di novelli ciclo fanatici, ho provato ad aggiudicarmi il bonus mobilità messo in palio nel decreto Rilancio a metà maggio dal premier malato di annuncite Giuseppe Conte. Una promessa che ha fatto venire voglia di pedalare a chiunque e ha causato il tutto esaurito in ogni bike shop. Per avere indietro i soldi, però, ho dovuto attendere fino a ieri. E molti biker, visti i ripetuti crash della piattaforma, saranno rimasti pure a becco asciutto. Prima di partire con la cronaca di questa demenziale corsa al buono, mi sia concessa una riflessione: dal giorno dell'annuncio a ieri (cinque mesi e mezzo), il governo che prova a combattere il Covid regalando monopattini e bici non è stato in grado di mettere in piedi un sistema democratico. Il click day, infatti, altro non è che un sistema prepotente basato sul concetto di «chi primo arriva, meglio alloggia». Non risolve il problema, ma lascia che sia il popolo a vedersela da solo. I fondi, infatti, sono 215 milioni. E solo una parte dei concorrenti in gara (perché questo siamo diventati) vedrà il rimborso. Secondo chi ha fatto i calcoli, i soldi per il bonus possono coprire solo 600.000 richiesteIo ce l'ho fatta. Il buono mobilità l'ho ottenuto. E quindi per la bicicletta che avevo pagato 425 euro il 27 giugno me ne verranno rimborsati, con bonifico, 255 (il 60%). Mi ritengo un cittadino fortunato anche se, per ottenere questo risultato, sono dovuto stare incollato al computer 4 ore e 14 minuti. Un tempo troppo lungo che chi non fa un lavoro da scrivania difficilmente riesce a trovare. Ecco la cronaca dettagliata della mia caccia al tesoro telematica. La notte tra il 2 e il 3 novembre, per avvantaggiarmi, ho provato a collegarmi al sito che doveva elargire il bonus. Ma sono incappato in una trappola informatica. Qualche hacker malintenzionato ha realizzato la pagina web Buonomobilità.it con l'accento sulla «a» (l'indirizzo corretto è senza accento). Il risultato? sono bastati alcuni click distratti per vedere andare in tilt il mio computer, colpito da virus che ne bloccavano il funzionamento. Ho dovuto lavorarci fino a tarda ora per bonificarlo. Prima di addormentarmi ho pensato a quanti non saranno riusciti a ottenere il bonus per colpa di questo indirizzo malevolo.La domanda che mi sono posto ieri, invece, è stata un altra: ma com'è possibile che alle 9 di mattina, dopo pochi click sul sito, avessi già oltre 114.000 persone davanti? Una mia amica che si è collegata a mezzogiorno, di rivali agguerriti in coda ne ha trovati oltre mezzo milione. È per questo che posso chiamarmi fortunato. I primi 15 minuti sono stati il buio totale: il sito è andato in crash. Non caricava la pagina nonostante io avessi una connessione ultraveloce da un gigabit al secondo. Il server che ospita il portale è andato in tilt. Le voci di Palazzo parlano di telefonate infuocate tra il ministro all'Ambiente Sergio Costa (che ha provato a rassicurare i cittadini dicendo: «Io invito tutti a entrare nel sistema anche con calma, anche nei prossimi giorni, perché abbiamo appostato altri fondi ad hoc in legge di stabilità e assicuro che tutti coloro che hanno una fattura o uno scontrino parlante al 2 novembre saranno rimborsati») e Sogei, società che gestisce il sito per il bonus mobilità. La situazione sembra disperata, ma alle 9.15 si sblocca. Compare una schermata che dice di attendere il mio numero per la lista di attesa.Prima che il mio schermo si rianimasse di nuovo ho dovuto aspettare 110 minuti. Interminabili. Con una domanda ad assillarmi: si sarà bloccato tutto o devo aspettare? Io non ho toccato nulla e mi è andata bene. Ma ho tanti amici che hanno ricaricato la pagina... e hanno perso la priorità acquisita. Alle 11.20 lo schermo si rianima. Il computer mi avvisa che ho 114.437 persone prima di me. Mi preparo a un'attesa biblica, ma mi sbaglio. Il sistema evade circa 1.000 richieste al minuto. Prevedo che il mio turno sarà verso le 13. E così è. Alle 13.04 (quattro ore dopo l'inizio della pratica) tocca a me: inserisco lo Spid e il sistema mi riconosce. Digito l'Iban, inserisco la fattura e la partita Iva del negoziante. Un click ed è fatta. Il rimborso arriverà. A questo punto il mio pensiero va a tutti quelli che hanno ottenuto Spid che non hanno retto, come molti clienti di Poste italiane, e hanno visto andare in fumo il rimborso. È democrazia questa? Io penso sia una tecno dittatura.
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