2021-12-01
Nella classifica della tutela della proprietà, l'Italia al pari della Giordania
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Durante la conferenza annuale di Mercatus, svolta a Roma presso la Sala Einaudi di Confedilizia, è stato presentato l'indice globale sulla protezione dei diritti di proprietà, che vede il nostro Paese al 44° posto. La performance italiana è peggiorata nel 2021, decrescendo di un meno 0.053 e assestandosi a 6.009.Sul podio della tutela dei diritti di proprietà (sia fisica sia intellettuale) siedono Svizzera, Singapore e la Nuova Zelanda. L’Italia? È al 44° posto, dopo l'Uruguay e la Giordania e precedendo di poco il Costa Rica. Ecco la fotografia per il 2021 scattata dall’International Property Rights Index, l’indice globale pubblicato dalla Property Rights Alliance sulla protezione dei diritti di proprietà in 129 paesi, con una copertura del 94% della popolazione del mondo e del 98% del Pil globale. Si tratta dell’unico indice mondiale comparativo che misura anno per anno la condizione dei diritti di proprietà - sia fisica sia intellettuale - insieme all’ambiente giuridico e politico che caratterizza su questo piano i diversi paesi. Mercatus, l’istituto di cultura, ricerca e formazione promosso da Daniele Capezzone, Barbara Boschetti (ordinario di Diritto amministrativo presso l’Università Cattolica di Milano), Lorenzo Montanari (vicepresidente per gli International Affairs di Americans for Tax Reform) e Federico Punzi (direttore di Atlantico), è uno dei partner della Property Rights Alliance, che include 124 think tank in 73 paesi, tutte organizzazioni impegnate a valorizzare la difesa della proprietà come pilastro di una società più prospera, libera e giusta. L’indice mostra che la performance dell’Italia - ovviamente considerata nel novero delle economie avanzate e nei paesi a reddito nazionale elevato - è peggiorata nel 2021, decrescendo di un meno 0.053 e assestandosi a 6.009, e ottenendo la 18ma posizione nell’Europa occidentale e la 44ma nel mondo. Anche nel Subindex relativo ai diritti di proprietà intellettuale, l’Italia è arretrata di un meno 0.361 (attestandosi su un punteggio di 6.017). Nel Subindex legale e politico, il nostro Paese è invece avanzato dello 0.047 (attestandosi su un punteggio di 5.553). In particolare, lo score relativo all’indipendenza della giustizia è 5.039, quello relativo allo stato di diritto è 5.560, quello della stabilità politica è 6.133, quello del controllo della corruzione è 5.480. Quanto al Subindex relativo ai diritti di proprietà fisica, siamo saliti dello 0.155 (attestandosi su un punteggio di 6.310). Dei tre indicatori di cui è composto l'indice, «sistema politico e giuridico», «tutela dei diritti fisici» e «tutela dei diritti intellettuali», particolarmente preoccupante per l'Italia è il punteggio sulla tutela dei diritti fisici, che ci vede al 74° posto, in coda a Moldavia, Honduras e Colombia. Nella tutela dei diritti intellettuali le cose vanno meglio (27° posto), ma anche nel campo della stabilità politica e dell'efficienza ed efficacia della giustizia civile non siamo in linea con i Paesi del G7 (46° posto, dopo il Ruanda).Secondo la curatrice del rapporto, Sary Levy-Carciente, la tutela del diritto di proprietà è essenziale come chiave per liberare il potenziale nascosto delle società proprio nei momenti di maggiore sfida e difficoltà. E, soprattutto dopo i danni determinati dalla pandemia, servono come strumento legale per trasformare idee in soluzioni innovative. Dal canto suo, Hernando de Soto, presidente dell’Institute for Liberty and Democracy, ha aggiunto: «I diritti di proprietà sono diritti umani. Forti quadri di tutela del diritto di proprietà preservano la dignità umana, l’innovazione e la libertà, e proteggono dagli abusi dei poteri pubblici e governativi». L’Indice è stato presentato martedì 30 novembre durante la conferenza annuale di Mercatus, presso la Sala Einaudi di Confedilizia, alla quale hanno partecipato al dibattito anche Alberto dell’Acqua, docente Sda Bocconi, e Giacomo Bandini, direttore generale di Competere.«La proprietà, fisica e intellettuale, è presidio di libertà per gli individui, le famiglie e le imprese rispetto alle persistenti tentazioni illiberali e alle politiche dirigiste e anti mercato. In Italia, in particolare dal 2011, è in corso un’aggressione fiscale contro la proprietà immobiliare. Ora, occorre evitare che l’annunciata revisione degli estimi catastali apra la strada, tra qualche anno, a un ulteriore inasprimento di una pressione fiscale già insostenibile», ha commentato Daniele Capezzone (Mercatus). Giunto alla sua quindicesima edizione, l’indice è arricchito quest’anno da cinque studi ulteriori, uno dei quali realizzato in Italia dai professori Marco Allena e Bruno Ferroni (Università Cattolica di Milano). Il loro case study “Taxation on Immovable Property in Italy. The Cost Behind Wealth, How Taxes Impact the Right of Property”. «Essere virtuosi significa tassare di meno, non di più», ha sottolineato Allena mentre Ferroni ha ricordato che il prelievo sulla casa non si può pianificare né governare, per questo diventa forzoso.
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