2023-05-08
«Picchi di morti tra i giovani dopo la campagna vaccinale»
Nel riquadro la patologa clinica britannica Clare Craig (iStock)
La patologa britannica Clare Craig: «Dalla primavera del 2021, i decessi si sono insolitamente alzati tra i maschi dai 15 ai 19 anni. Molti di loro sono stati colpiti da ictus e malattie cardiache».«La più evidente crescita di decessi non dovuti al Covid, che riguarda tutte le fasce d’età, è iniziata nella primavera 2021, dopo il lancio dei vaccini. Questi sono i dati che abbiamo in Gran Bretagna, e proprio perché abbiamo questi numeri preoccupanti, diventa del tutto ragionevole chiedersi se siano stati i vaccini a causare questo strano aumento della mortalità». La dottoressa Clare Craig, patologa clinica britannica, non nasconde la sua preoccupazione in merito ai vaccini contro il Covid. Fa parte del gruppo Hart (Health advisory & recovery team), un team di studiosi e scienziati che in questi ultimi anni ha deciso di svolgere ricerche e revisioni sulle politiche che sono state adottate per combattere la pandemia. Dottoressa Craig, cosa sta succedendo nel Regno Unito, c’è un eccesso di mortalità per malattie al cuore?«Si, c’è stato un picco delle morti rispetto al previsto, che è iniziato nella primavera del 2021. Il dato preoccupante è che questo eccesso di decessi riguarda principalmente la fascia d’età più giovane. Le cause sono generalmente di natura cardiovascolare, come ad esempio ictus e malattie cardiache. E se da un lato si osserva questo preoccupante incremento tra i giovani, dall’altro le morti di vecchiaia, così come quelle per Alzheimer, Parkinson e cancro sono state pari o inferiori al livello previsto sempre a partire dalla primavera del 2021. Ma questo non riguarda solo la Gran Bretagna: a Singapore, ad esempio, normalmente il tasso di malattie cardiovascolari è molto basso, in più la diffusione del Covid è stata molto limitata prima del settembre 2021, eppure si è riscontrato un eccesso di morti per cause cardiovascolari proprio nel 2021». Secondo lei che rapporto c’è tra questo eccesso di mortalità e la vaccinazione contro il Covid?«Le ho citato Singapore, ma avrei potuto fare degli esempi di altri Paesi. In Australia sono stati evidenziati problemi analoghi, lo stesso premier dell’Australia occidentale in quel periodo dichiarò che gli ospedali erano sotto pressione per un eccessivo aumento delle problematiche del cuore, mai viste prima. E lo stesso è successo anche negli Stati Uniti. Senza dubbio questo è un andamento molto insolito che ovviamente deve essere considerato prendendo in esame tutti i fattori che potrebbero averlo causato. Tuttavia il vero problema è che pur essendoci delle prove circostanziali, invece di iniziare delle indagini aperte e trasparenti, chiunque abbia avanzato preoccupazioni e dubbi è stato attaccato, accusato di diffondere disinformazione e portato al silenzio».Tra queste prove circostanziali rientra anche la maggiore mortalità nei giovani?«Certo, anche perché tra i soggetti anziani, a causa della normale mortalità superiore, è più difficile vedere i segnali. Tuttavia, nei giovani di sesso maschile tra i 15 e 19 anni, fascia in cui la mortalità è generalmente talmente bassa da non essere presa in considerazione, si notano evidenti picchi di morti a partire dalla diffusione del vaccino. La stessa relazione non appare nei soggetti di sesso femminile nella stessa fascia di età, ma non si hanno sufficienti dati a causa della mancanza di autopsie effettuate per esserne certi». Quindi considera rischiosa la vaccinazione contro il Covid?«Prima di tutto bisogna sfatare il comune malinteso che ogni danno da vaccino sia riscontrabile solo entro pochi giorni, o al massimo due settimane. Non è così, sia per i farmaci che per i vaccini. Per esempio nel caso del vaccino inoculato nel 2009 per l’influenza suina, i sintomi del disturbo del sonno invalidante, ossia la narcolessia, si sono presentati mediamente dopo otto mesi dalla somministrazione, altro che i 15 giorni canonici».Che tipo di effetti avversi possono insorgere?«Numerosi sono i rischi già noti relativi alla vaccinazione contro il Covid-19: come le miocarditi e pericarditi, i problemi di coagulazione e la sindrome di Guillain Barre, che indebolisce i muscoli di gambe e braccia. Ci sono poi anche problemi che non sono stati ancora riconosciuti dalle autorità: come le malattie autoimmuni, la paralisi di Bell, e tutti quei danni al sistema nervoso che causano difficoltà nel mantenimento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca. È anche possibile che le infiammazioni dovute ai vaccini abbiano accelerato i problemi ischemici cardiaci o abbiano persino contribuito a nascondere le miocarditi, portando ad un innesco di improvvisi arresti cardiaci futuri, che potrebbe spiegare l’eccesso di mortalità». E in relazione al cancro, invece? «Alcuni oncologi hanno espresso preoccupazioni osservando l’accelerazione di tumori giunti rapidamente a stadi avanzati, anche nei giovani, e per loro questa velocità è attribuibile a una reazione avversa ai vaccini. Purtroppo però dati chiari relativi a questa crescita non sono ancora emersi, a eccezione del cancro gastrointestinale e di quello urologico. Questo perché i numeri più recenti necessitano di tempo per essere raccolti e soprattutto è necessario che ci sia la volontà di segnalare i casi, ma a oggi non c’è stato uno sforzo sufficiente sia nel segnalare sia nel raccogliere queste informazioni».Pensa che ci sia la volontà di non far emergere queste evidenze?«Basta guardare quello che è successo in Italia. Dalle vostre indagini è emerso che l’Agenzia del farmaco italiana ha nascosto volutamente dei dati sulle reazioni avverse, ma questo non mi sorprende, perché è accaduto lo stesso in Israele. Sembra che le autorità regolatorie siano state prese in ostaggio a livello globale. Anche qui nel Regno Unito i vertici delle istituzioni, che dovrebbero vigilare sulla salute e sulla sicurezza dei farmaci, sembrano fieri di aver cambiato il loro ruolo ufficiale da “cane da guardia” a “collaboratori” delle le aziende farmaceutiche». Quindi crede che le autorità internazionali abbiano favorito le case farmaceutiche?«Basta considerare l’enorme bugia sull’efficacia dei vaccini. È stata l’Organizzazione mondiale della sanità a dichiarare che la vaccinazione permetteva di prevenire la malattia, scrivendo letteralmente che “dopo la vaccinazione, se il corpo viene successivamente esposto a quei germi che causano la malattia, sarà immediatamente pronto a distruggerli, prevenendo la malattia”. Ma in realtà non è stato così. I vaccini hanno fallito completamente nel prevenire le infezioni. E la cosa peggiore è che le autorità in qualsiasi nazione hanno giustificato i danni da vaccino sulla base della frase che grazie ai vaccini “milioni di vite sono state salvate”. Le prove però dimostrano che questo non è vero, quindi non c’è giustificazione per i danneggiati». A quali prove si riferisce?«Sappiamo che la variante Omicron era meno mortale sia per i non vaccinati che per i vaccinati, ma se i vaccini salvano e hanno salvato delle vite, ci doveva essere una differenza che però non c’è stata. L’affermare che molte vite siano state salvate si fonda su una combinazione di modellazioni fantasiose basate su ipotesi errate e piene di pregiudizi. Il modo in cui i vaccini sono stati commercializzati, così come le linee guida, tutto è stato pensato dalle stesse case farmaceutiche. Il consenso informato non c’è stato, anzi è stato impossibile realizzarlo a causa dell’ambiente di paura deliberatamente creato utilizzando la propaganda politica».Un consenso informato che hanno dovuto firmare persino le persone fragili, come gli anziani, che sono stati tra i primi ad essere vaccinati.«Sì, senza però che i vaccini fossero stati studiati sui fragili. E così si è corso un rischio. In Norvegia ci sono stati 517 morti per Covid in totale prima che venissero somministrati i vaccini. Poi 29 persone anziane sono morte subito dopo la somministrazione del Pfizer-Biontech. E così l’autorità norvegese ha modificato l’indicazione di vaccinare gli anziani solo a discrezione del loro medico, dopo una valutazione specifica. Altri Paesi non sono stati altrettanto cauti nel vaccinare i fragili, anzi».Alla luce di tutto questo cosa pensa sia necessario? «In assenza di cambiamenti politici ogni indagine internazionale di natura privata sarebbe infangata e ignorata. Conosce meglio di me il pesante silenzio che c’è in Italia. Penso ci sarebbero maggiori speranze nel cercare invece di portare le case produttrici davanti alla Corte, tramite delle azioni legali dirette fatte dai danneggiati e dai loro familiari. Le voci secondo le quali i danneggiati nel Regno Unito non possono fare causa alle case produttrici sono del tutto false. Credo che un’inchiesta sarebbe importante a tempo debito, ma servono prima cambiamenti politici e ciò richiede tempo».
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)