2018-10-08
Clandestini, non c’è soltanto Riace. In Italia 7 finti matrimoni al giorno
Si stima che il 15 per cento delle nozze miste che si celebrano siano fittizie: significa circa 2.700 l'anno. Sono specialmente donne africane che così ottengono la cittadinanza. E stanare i furbetti non è facile. «Serve una legge per fermare queste truffe». L'avvocato e capogruppo FdI in Lombardia, Franco Lucente: «Bisogna mettere subito dei paletti». Lo speciale contiene due articoli. Paladino dell'accoglienza o, come dice il procuratore di Locri, uno che se ne infischia delle leggi? Dopo l'arresto del sindaco di Riace, Domenico Lucano, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina sono molte le domande che restano aperte. Non intendiamo entrare nel merito della vicenda giudiziaria, bensì cercare una risposta: quanto è diffuso il fenomeno dei matrimoni fittizi fra italiani e stranieri, organizzati apposta per aggirare le regole per il permesso di soggiorno e la cittadinanza italiana? Una pratica illegale, ma soprattutto pericolosa. Almeno secondo la Commissione Ue, che ha stilato una guida per gli Stati membri affinché esercitino il massimo controllo. «L'obiettivo è fare in modo che le autorità nazionali utilizzino gli stessi criteri fattuali e giuridici per valutare l'esistenza di un matrimonio fittizio, funzionale solo a ottenere l'ingresso e la permanenza in un Paese Ue», precisa Bruxelles. Segno inequivocabile che il problema è reale. Anche in Italia, dove i casi di cronaca sono moltissimi. Quanto accaduto a Riace è infatti solo la punta dell'iceberg. Statistiche ufficiali sui falsi matrimoni non esistono. Nessuno finora si è preoccupato di contare quante nozze finte siano celebrate ogni anno nel nostro Paese. Ma dalle stime di alcune questure e dagli episodi finora accertati si può concludere che circa il 15% dei matrimoni misti in Italia sia potenzialmente una truffa. Che sia celebrato quindi con il solo scopo di facilitare l'ottenimento della cittadinanza. Secondo i dati più recenti forniti dall'Istat, le nozze fra italiani e stranieri sono state nel 2016 complessivamente 18.872. Questo significa che circa 2.700 unioni sarebbero fittizie. In un anno. In pratica 7 al giorno. Scoprire la truffa è molto complicato per le forze dell'ordine, infatti la maggior parte dei casi resta impunito. E c'è anche il pericolo che attraverso questo sistema entrino nel nostro Paese terroristi. Tre anni fa la divisione antiterrorismo della questura di Roma ha indagato su un traffico illegale di nozze combinate: organizzazioni malavitose avrebbero spinto italiani in stato di bisogno ad accettare soldi in cambio di un sì pronunciato al cospetto di nordafricane o mediorientali. Il sospetto è che in questo modo sarebbe più facile per i jihadisti penetrare legalmente in Italia. Non si tratta certo di un caso isolato, perché spesso dietro questi matrimoni finti c'è un vero racket. L'obiettivo non è solo quello di spalancare le porte del Paese a potenziali terroristi. Più semplicemente questi clan mettono in comunicazione domanda e offerta: da una parte italiani disposti a guadagnare soldi facili, dall'altra straniere in cerca di documenti. Sono infatti queste le unioni più frequenti: quelle che coinvolgono nostri connazionali con donne extracomunitarie nel 2016 sono state 14.442. Quelle che al contrario hanno riguardato cittadine italiane e stranieri sono state 4.430. I Paesi extra Ue dai quali arrivano più frequentemente spose e sposi sono quelli dell'Africa settentrionale e dell'Europa dell'Est. Proprio su questi casi spesso indagano le Procure di tutta Italia. Pochi mesi fa la polizia di Terni ha denunciato sei persone per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: due uomini, uno italiano e uno domenicano, avrebbero favorito nozze miste in cambio di circa 5.000 euro. Questi soldi sarebbero stati divisi fra i due «organizzatori» e i cittadini italiani compiacenti che, in cambio del sì, si sarebbero messi in tasca da 1.500 a 2.500 euro. Contando anche sulla promessa del cosiddetto divorzio breve. Lo scorso giugno i carabinieri di Trofarello, provincia di Torino, hanno scoperto un altro episodio simile. Questa volta le forze dell'ordine sono riuscite a interrompere la cerimonia prima della conclusione. Grazie a una serie di segnalazioni, gli agenti hanno fatto irruzione nella sala consiliare del Comune e, davanti al sindaco pronto a dichiarare i due protagonisti marito e moglie, li hanno interrogati: sia lui, italiano di 52 anni, sia lei, marocchina irregolare di 32, non sapevano nulla l'uno dell'altra. Neanche luogo e data di nascita. Alla fine i due sposi mancati hanno confessato la frode e sono stati denunciati per il reato di favoreggiamento dell'immigrazione irregolare, che si commette sposando in modo fittizio un cittadino extracomunitario. Ma anche in altri modi. Diverse inchieste, per esempio, hanno permesso di scoprire decine di casi di assunzioni finte, con lo scopo di facilitare il permesso di soggiorno. Lo scorso giugno, polizia e carabinieri di Città di Castello hanno denunciato 14 persone per aver costituito fittizi contratti di lavoro, con tanto di false posizioni previdenziali e assicurative, per permettere a 13 cittadini nordafricani di mettere in regola i documenti. E la truffa non finisce qui: successivamente quelle assunzioni simulate sono state utilizzate dai finti dipendenti anche per accaparrarsi indennità di disoccupazione e sussidi per la maternità. Insomma, oltre alla beffa anche il danno erariale. Solo nel 2017, secondo quanto reso noto dal ministero della Giustizia, i procedimenti iscritti nei tribunali italiani contenenti il reato di favoreggiamento della permanenza di stranieri irregolari nel territorio dello Stato sono stati 811. Quelli definiti sono invece stati 943. E che dire poi dei tuguri affittati illegalmente a chi nel nostro Paese non dovrebbe neanche entrarci? Una recente indagine della polizia locale di Bari ha scoperto una delle tante cantine che in città vengono cedute in nero a persone senza documenti. All'interno. cittadini bengalesi e nigeriani senza permesso di soggiorno, oltre a una montagna di merce contraffatta, pronta per essere venduta. In questo universo di reati commessi sfruttando l'immigrazione irregolare non si possono dimenticare i circa 3.000 matrimoni celebrati ogni anno fra le badanti straniere e gli anziani che dovrebbero assistere. Non sempre alla base c'è la volontà di ottenere cittadinanze facili, visto che spesso queste donne sono già cittadine Ue. Lo scopo è diverso: assicurarsi la pensione di reversibilità. Negli ultimi dieci anni i casi sono stati più di 30.000: nozze fra uomini di 80-85 anni, single o vedovi, e giovanissime ragazze straniere, spesso provenienti dall'Europa dell'Est. Un vero e proprio problema sociale, con ricadute gravissime sulla vita di questi anziani e delle loro famiglie, ma anche sui conti dell'Inps. Ecco perché il caso di Riace è solo la punta di un iceberg. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/clandestini-non-ce-soltanto-riace-in-italia-7-finti-matrimoni-al-giorno-2610716011.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="serve-una-legge-per-fermare-queste-truffe" data-post-id="2610716011" data-published-at="1757992470" data-use-pagination="False"> «Serve una legge per fermare queste truffe» «Quello che è successo in Calabria, con l'arresto del sindaco di Riace, deve far riflettere. Nel nostro Paese non esiste ancora una legge che impedisca i matrimoni misti fittizi. Nel frattempo i casi sono aumentati e oggi circa il 15% è organizzato appositamente per ottenere la cittadinanza italiana». Punta il dito contro la falla nella legislazione il capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Lombardia, Franco Lucente. Come avvocato specializzato in diritto di famiglia, più volte si è ritrovato ad affrontare casi di nozze truffa. Come vengono sanzionate queste situazioni? «Al momento chi vada all'altare in modo fittizio può commettere altri reati, come per esempio la truffa o il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. O ancora l'abuso d'ufficio che riguarda chi celebra le nozze. Ma si tratta di fattispecie diverse. Servirebbe invece una norma nuova, creata ad hoc, che impedisca a monte questi abusi». Il caso di Riace ha riacceso i riflettori su questo fenomeno. Secondo lei l'allarme è giustificato oppure si tratta di un fenomeno poco rilevante? «Indubbiamente queste situazioni sono caratterizzate da un elevato grado di pericolosità sociale. L'Europa chiede agli Stati membri di fare attenzione, di mettere in atto strumenti di prevenzione, ma allo stesso tempo invita ad accogliere, a essere aperti. Senza fornire strumenti adeguati. Io penso che in questa materia debbano decidere le legislazioni nazionali, perché sono le uniche competenti. Si tratta di un tema delicato che andrebbe affrontato in Parlamento». Che tipo di norma potrebbe impedire le nozze fittizie? «Si dovrebbe pensare a imporre dei paletti, applicabili al matrimonio civile. Questo è a tutti gli effetti un contratto e come tale può essere disciplinato. Naturalmente senza ledere il principio di uguaglianza. Ma come si può distinguere con certezza tra un matrimonio stravagante e uno fittizio? Se un cittadino di 80 anni sposa una donna straniera di 20 è evidente che qualcosa non torna. Se una donna extracomunitaria vive nel nostro Paese da 15 giorni e il sedicesimo va all'altare con un italiano è chiaro che qualcosa sotto c'è. Occorre che una legge regolamenti in modo chiaro tutto questo».
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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