2020-06-03
Cittadini esasperati in piazza. Ma la sinistra pensa solo a controllare i centimetri
Successo per il corteo di Lega, Fi e Fdi. Invece di rispondere alle proteste, il Pd accusa i partecipanti di non rispettare le distanze. E i Verdi presentano pure un esposto.«Elezioni, elezioni». Una parola semplice, perfino nuova dopo tre mesi di arresti domiciliari. È il messaggio del 2 giugno del centrodestra in piazza, è il più democratico dei sassi lanciati nella palude governativa nel giorno della Repubblica, accompagnato da un bandierone tricolore di 500 metri in via del Corso a Roma. Fra la gente che nella capitale (ma anche a Milano e in altre città) avverte il richiamo della libertà e il morso della tragedia economica, c'è voglia di ripetere all'infinito la parola magica che porta alle urne. Quella che il presidente Sergio Mattarella tiene sottochiave nello scrigno più segreto del Quirinale. Il presidente evoca «l'unità nazionale», declina sotto ogni forma il senso di «concordia per ripartire insieme». Ma il suo «insieme» significa qualcosa di deludente: Giuseppe Conte e le quattro sinistre impartiscono ordini a Parlamento dimezzato, gli altri ubbidiscono in silenzio. Anche per questo invocare le elezioni per dare una svolta al Paese non può essere compito di un coro a bocca chiusa. Così i leader sfilano e quella che il governo sperava fosse una passeggiata con gelatino e due foto diventa un vero corteo, con un distanziamento sociale minimo (il 25 aprile e la ressa di Carc, Cobas, centri sociali cari a Pierfrancesco Majorino a Milano erano peggio), ma con un impatto politico di prim'ordine. Matteo Salvini è il più cercato, il più circondato da giornalisti e operatori che prima formano, poi animano la tonnara, infine denunciano allegramente la tonnara stessa. Ma i microfoni, le aste delle macchine fotografiche, le sovreccitazioni da film americano (frequentate e quindi riconoscibili al volo) tradiscono la realtà di quegli scatti. Salvini con mascherina tricolore, abbassata solo per i selfie con i militanti: «È una giornata di ascolto, di memoria e di passaggio visto che stanno per cadere i muri fra regioni. Vogliamo raccogliere le proposte degli italiani dimenticati e portarle nel Palazzo. Siamo qui senza insegne di partito, ma sotto la forza rigenerante del tricolore». gilet arancioniAggiunge Antonio Tajani, numero due di Forza Italia: «Serve una grande strategia, costruita in Parlamento da tutte le forze politiche. Dobbiamo ascoltare il mondo della grande industria, i piccoli e medi imprenditori, gli artigiani, i commercianti, gli agricoltori, i liberi professionisti, le partite Iva. Bisogna far ripartire l'Italia». Mentre partono i vaffa d'ordinanza contro Conte, Giorgia Meloni sottolinea l'importanza di tornare a far vivere la piazza. «Sono felicissima che la sinistra, con questa manifestazione, abbia scoperto che il 2 giugno è anche la nostra festa e abbiamo il diritto di manifestare pure noi in sicurezza». I partecipanti si salutano con il gomito, indossano le mascherine (non sempre, fa caldo), rappresentano il Paese che reagisce al virus sanitario e a quello narcolettico del governo, che vorrebbe continuare il lockdown all'infinito per blindare l'Italia dentro la prigione dei Dpcm. Il tentativo della stampa mainstream di sovrapporre la manifestazione del centrodestra a quella dei gilet arancioni di Antonio Pappalardo fallisce per la differenza di tempi, toni e temi. Istituzionale la prima nella tarda mattinata, barricadera la seconda nel pomeriggio. Le reazioni nella sinistra insofferente (la piazza è sempre percepita come tinello privato) sono diversificate. Il ministro Francesco Boccia attribuisce alla sfilata un valore democratico: «L'Italia è anche questa, le destre scendono in piazza perché legittimamente ci dicono la loro idea di Paese. È la forza della democrazia italiana». Andrea Marcucci, capogruppo Pd al Senato, invece non ci sta. Questione di centimetri. «C'erano tanti modi per manifestare il dissenso, loro hanno scelto il peggiore fregandosene dei sacrifici degli italiani». Si riferisce al distanziamento difficile, non al collasso economico. A quello ci ha pensato il governo sostenuto da lui e dal suo partito. Il più indignato è il coordinatore ambientalista Angelo Bonelli che presenta un esposto in Procura dando un senso alla sua giornata.a MilanoPiù rigore nell'approccio di prevenzione sanitaria (obbligo di disinfettarsi le mani, servizio d'ordine inflessibile, ingresso nel parterre una persona alla volta) ma identico slancio politico nella manifestazione di piazza Duomo a Milano, dove 2.000 fra dirigenti, amministratori, militanti del centrodestra lombardo hanno allestito il flash mob contro le politiche del governo. «Flat tax e fiducia alle imprese», «Pace fiscale e stop cartelle», gli slogan più ripetuti. Il segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi: «Siamo qui per chiedere due cose, più risorse come hanno fatto nel resto del mondo e meno burocrazia per ripartire. Non possiamo vivere di conferenze stampa di Conte». Commenta l'assessore regionale Stefano Bolognini, uno degli organizzatori: «Tutto il centrodestra ha chiesto interventi veri per la Lombardia e per il Paese. Servono aiuti a fondo perduto per far ripartire le imprese oppure molte chiuderanno per sempre. La gente vuole lavorare, vuole un futuro. E non può sentire la presenza dello Stato solo per i balzelli e la burocrazia».Da Roma a Milano migliaia di persone, una sola bandiera e l'Inno di Mameli. Sono i valori della Repubblica. E se alla fine il contrappunto è «Conte vattene» bisogna che la sinistra a ovest di Paperino se ne faccia una ragione. Si tratta solo di democrazia.
Jose Mourinho (Getty Images)