2022-10-25
Cingolani, consulente-badante, al vertice Ue con Fratin
L’ex titolare della Transizione ecologica sarà oggi a Lussemburgo con il successore, per il summit con gli omologhi europei.Oggi il neo ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, prenderà parte ai lavori del Consiglio dei ministri dell’Energia Ue a Lussemburgo insieme al consulente per l’Energia, Roberto Cingolani. Una duplice lettura dell’evento: bene che il neoministro riesca a partecipare, contrariamente a quanto previsto per le tempistiche, a un vertice importante, considerata l’emergenza energetica; male perché si presenta accompagnato da Cingolani, ex ministro della Transizione ecologica (pare abbia rifiutato il bis, che qualcuno del centrodestra gli aveva proposto), nominato «advisor per le questioni energetiche» a titolo gratuito. Il fisico, già direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova e poi responsabile tecnologie e innovazione di Leonardo, il colosso della Difesa italiana, benedetto da Beppe Grillo nel governo di Mr Bce, dove comunque non ha centrato obiettivi storici, è il volto della «transizione ordinata» dall’esecutivo di Mario Draghi a quello di Giorgia Meloni. Insomma, un consulente, non un badante che tiene sottobraccio il nuovo responsabile del dicastero. Un trait d’union che non dovrebbe comunque scalfire l’identità dell’esecutivo, come ha spiegato il ministro per la Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida: «Lavoreremo con discontinuità rispetto al governo precedente, ma ovviamente in piena collaborazione». L’incarico è stato concordato con Draghi e Meloni, per «mettere in sicurezza questo periodo», come ribadito da Cingolani, perché «occorre terminare il lavoro sul price cap, che è stato sì approvato, ma ora bisogna lavorare su termini e condizioni, e sul rigassificatore di Piombino. Si tratta di una tale mole di problemi e di argomenti che chiunque al ministero impiegherebbe 1-2 mesi per prendere tutto in mano e capire. In questo modo, invece, posso garantire una continuità immediata». A cominciare proprio da oggi, nel Consiglio energia in Lussemburgo, che avrà all’ordine del giorno uno scambio di vedute fra i ministri dei 27 sul pacchetto di proposte sull’energia presentato dalla Commissione europea lo scorso 18 ottobre e sull’intesa raggiunta dai capi di Stato e di governo. I ministri esamineranno in particolare il rafforzamento della solidarietà fra i Paesi, attraverso un miglior coordinamento degli acquisti di gas (la piattaforma comune europea di acquisto sostenuta dalla Germania) e gli scambi di gas attraverso le frontiere (cioè il meccanismo di solidarietà per sopperire ad eventuali carenze di gas in alcuni Stati). Si affronterà anche la definizione di benchmark di prezzo affidabili, cioè il price cap dinamico e temporaneo alla borsa Ttf di Amsterdam, sostenuto da 15 Paesi, fra i quali Francia e Italia, e il nuovo indice europeo del gas naturale liquefatto, che sostituisca il Ttf dal prossimo anno. Inoltre i ministri cercheranno di raggiungere un orientamento generale sulla direttiva riveduta sulla prestazione energetica nell’edilizia, allo scopo di aiutare le famiglie a ridurre le bollette e di decarbonizzare il parco immobiliare dell’Ue entro il 2050.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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