2024-05-18
La Cina dietro i disordini nei campus. Vuole destabilizzare gli Stati Uniti
Xi Jinping (Getty Images)
Un rapporto svela che gli attivisti politici che finanziano e organizzano le manifestazioni nelle università sono legati al Partito comunista di Pechino. E molti dei partecipanti alle rivolte non sono iscritti agli atenei.Un recente rapporto del Network Contagion Research Institute (Ncri) rivela che un gruppo di attivisti politici affiliati al Partito comunista cinese (Pcc) sta giocando un ruolo cruciale nel finanziare e organizzare le proteste antisraeliane che stanno agitando i campus universitari negli Stati Uniti. Il Ncri prevede che queste organizzazioni continueranno a incitare disordini per tutta l’estate del 2024 e fino alle elezioni di presidenziali di novembre. Il rapporto mette in luce le attività «di movimenti attivisti apparentemente di base», come Shut it down for Palestine (Sid4P), nato dopo l’attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele. Secondo l’Ncri, Sid4P «è un movimento di protesta anticapitalista, anti-polizia e anti-governativo, che opera come una rete ibrida online e nel mondo reale per mobilitare manifestazioni frequenti e campagne di azione diretta crescenti contro infrastrutture critiche e spazi pubblici». Sotto l’egida di Sid4P operano i membri del Singham Network, una rete globale di organizzazioni non profit, sponsor e fonti di notizie alternative come BreakThrough Media, legate a Neville Roy Singham, un imprenditore nato negli Stati Uniti che ha accumulato centinaia milioni di dollari dopo aver fondato e venduto la società di consulenza informatica Thoughtworks, e sua moglie Jodie Evans, co-fondatrice del gruppo pacifista di sinistra Code pink, sono stati i principali finanziatori di un gruppo chiamato The People’s Forum dal 2017. Il gruppo si autodefinisce «un incubatore di movimento per la classe operaia e le comunità emarginate» che mira a «nutrire la prossima generazione di visionari e organizzatori che credono che attraverso l’azione collettiva un nuovo mondo sia possibile». L’Ncri ha descritto Singham come un vettore utilizzato dal Partito comunista cinese in operazioni di influenza geopolitica mentre i media alternativi a lui legati svolgono «un ruolo centrale nella mobilitazione online e nell’amplificazione sociale multipiattaforma per Sid4P». Si ritiene che il legame di Singham con entità associate al Pcc sia iniziato nei primi anni 2000. Dal 2001 al 2008, Singham è stato consulente di Huawei, il gigante della tecnologia e delle telecomunicazioni legato al Pcc che è stato oggetto di indagini di spionaggio in Canada e negli Stati Uniti. Singham vive e lavora a Shanghai, dove condivide i locali con la Shanghai Maku Cultural Communications Ltd., un’azienda di propaganda cinese che si occupa di presentare un’immagine positiva della Repubblica Popolare Cinese (Rpc) al Sud del mondo. A questo proposito nel maggio 2023 BT Media ha partecipato, insieme ad altri media legati alla rete Singham, alla Global communications conference of the Global South di Shanghai. La conferenza è stata ospitata dalla School of communications della East China normal university, un istituto pubblico finanziato dal ministero dell’Istruzione del Pcc e dalla Municipalità di Shanghai. Nel report si legge che Sid4P ha legami con «gruppi estremisti», incluso un gruppo filopalestinese negli Stati Uniti che porta avanti «agende anti-americane e anti-ebraiche». Secondo il rapporto, le organizzazioni legate agli sforzi di influenza straniera del Partito comunista cinese stanno in parte guidando un aumento dell’azione diretta, prendendo di mira le infrastrutture e gli spazi pubblici. Anche se in apparenza le proteste sono solo focalizzate su Israele, gli agitatori sono parte «di un’iniziativa ben finanziata che guida un’agenda rivoluzionaria, antigovernativa e anticapitalista, con organizzazioni leader che fungono da strumenti versatili per entità straniere ostili agli Stati Uniti». Le sette principali, denominate «Convenors», che formano il Sid4P sono Al-Awda Ny, National students for justice in Palestine (Nsjp), Palestine youth movemnet (Pym), Palestine American community center NJ (Pacc), People’s forum, Coalizione Answer e Assemblea popolare internazionale (Ipa). Secondo il Ncri, gli ultimi tre gruppi sono il canale attraverso il quale le entità affiliate al Pcc hanno cooptato l’attivismo filopalestinese negli Usa, «promuovendo un programma più ampio antiamericano, antidemocratico e anticapitalista». Questi convenors, afferma il Ncri, hanno stretti legami ideologici e finanziari con Singham. Il People’s forum ha avuto un ruolo significativo nell’organizzare numerose proteste antisraeliane dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Lo scorso 30 aprile, più di cento militanti si sono radunati presso il People’s Forum, un’Ong di estrema sinistra situata a Manhattan per discutere degli accampamenti di Gaza in corso nei campus universitari. Gli attivisti hanno incoraggiato i manifestanti della Columbia university a emulare i disordini dell’estate del 2020. Poco dopo, la Hamilton hall della Columbia è stata occupata con la forza. Dopo che le Forze dell’ordine hanno rimosso gli occupanti, il Dipartimento di polizia di New York ha dichiarato di aver rinvenuto catene, maschere antigas, tappi per le orecchie, caschi, occhiali, martelli, coltelli e corde. Secondo quanto riportato dal Washington Post, citando la polizia di New York, più del 25% degli arrestati alla Columbia University e il 60% al City College di New York non erano studenti. Gli eventi del 29-30 aprile non sono stati un evento isolato e sono parte di una campagna coordinata, influenzata da entità legate a potenze straniere e organizzazioni terroristiche internazionali. Ora, visto quanto accade in Europa e nel nostro Paese con l’occupazione delle università da parte dei gruppi pro-Pal e pro-Hamas è fondamentale sapere chi stia finanziando tutto questo perché anche protestare costa.