2023-04-11
Francia e Cina, interessi allineati sui nostri porti
Il porto di Trieste (iStock)
Pechino è attiva a Trieste e a Taranto, dove società d’Oltralpe puntano a rigassificatori ed eolico. Il pericolo è che Parigi ora triangoli investimenti in yuan come Berlino.Non è ancora chiaro quale forma prenderà l’«autonomia strategica» invocata da Emmanuel Macron e dove porterà quella scivolosa «terza via» che per ora allontana l’Eliseo più da Washington che da Pechino. Di certo, durante la visita di Macron il colosso francese del trasporto container Cma cgm ha firmato il più grande ordine mai piazzato in Cina per un totale di 16 nuove navi che saranno costruite dal gruppo China state shipbuilding corporation (Cssc). Secondo la stampa cinese, si tratta di un affare da 3,1 miliardi di dollari. Sempre durante la trasferta di Macron, il gruppo transalpino Edf ha siglato un nuovo accordo con China energy investment corporation per un progetto di energia eolica. La francese Cma cgm è già in Ocean alliance, l’alleanza armatoriale attiva nel trasporto marittimo di container di cui fanno parte i colossi cinesi Cosco e Oocl ed Evergreen (taiwanese di bandiera ma di fatto controllata da cinesi): il piano 2023 di rotte e servizi coperti con le proprie navi fra Asia e Mediterraneo ha confermato in Italia gli scali settimanali nei porti di Genova, La Spezia e Trieste. Senza dimenticare che Cma cgm ha anche il 51% dell’operatore di container Terminal link, in joint venture con China merchants holding international (al 49%). Un test di questa alleanza strategica tra Parigi e Pechino si sta intanto tenendo proprio qui da noi, in Italia. Sul porto di Taranto sono da mesi in manovra i cinesi, lo abbiamo visto già a fine novembre raccontando la storia della nuova società partecipata da un delegato in Italia del governo di Pechino che si è fatta avanti per gestire la piattaforma logistica. Alla Cina interessa, appunto, la logistica. Ovvero il trasporto con i container, business in cui è leader la Cosco presieduta da Wan Min. Ma lungo la Via della seta pugliese passa, però, anche il vento. E qui entra in gioco Parigi. Lo scorso 21 marzo La Verità ha infatti scritto della visita nella sede tarantina di Confindustria di una delegazione dell’ambasciata francese. Il 21 aprile 2022 è stato infatti inaugurato proprio a Taranto il primo parco eolico marino del Mediterraneo chiamato Beleolico e realizzato da Renexia, società del gruppo Toto attiva nelle rinnovabili. A dicembre il progetto Beleolico è stato rifinanziato con quasi 84 milioni dalla banca d’affari parigina Natixis. Ad avviarlo,16 anni fa, e poi a completarne l’iter autorizzativo, era stata Belenergia, investitore in fonti rinnovabili passato poi a fare industria. La società, guidata da un manager francese, Jacques-Edouard Lévy, a fine aprile 2022 ha trasferito in Italia (a Milano) la sede legale e finanziaria. Nel cda di Belenergia sa Luxembourg dal giugno 2010 sedeva Claudio Stefanazzi, l’ex capo di gabinetto dell’attuale governatore pugliese Michele Emiliano eletto alla Camera con il Pd in Puglia, che a ottobre è stato nominato, gratuitamente, «consigliere del presidente con deleghe politiche». Stefanazzi non compare più nel board di Belenergia dopo il ritorno in Italia della spa che è controllata dalla Bel a venture (riconducibile al fondatore e presidente Vincent Bartin) e partecipata dal fondo di investimento infrastrutturale francese Mid infra slp di Schroders. Di certo, però, conosce bene questa società che parla molto francese e che investe in fonti rinnovabili. Ebbene, lo scorso 16 marzo, Belenergia developpement sa (altra società basata nel Granducato) è entrata nel capitale della Terminale di rigassificazione Gnl Taranto con una quota del 15% e Lévy ha preso un posto in cda. Anche di questa srl si era occupata La Verità a fine gennaio raccontando la sfida dei due rigassificatori pugliesi: uno, galleggiante, «per il quale siamo già a un terzo dei lavori in collaborazione con operatori internazionali e con il porto di Taranto», aveva annunciato l’ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli. L’altro, alternativo, spinto appunto dalla Terminale di rigassificazione Gnl Taranto costituita all’inizio di settembre di cui sono azionisti un ingegnere ex assessore di Gallipoli, Alberto Leopizzi, e un consulente assai attivo sull’oil&gas africano, Giuseppe Ciccarelli, oggi a capo di una società svizzera chiamata Medea ma che conosce la galassia Edison/Edf. Nell’autunno scorso Cosco ha comprato una quota di Hhla, la società che gestisce uno dei terminal del porto di Amburgo con una mossa che potrebbe permettere a Pechino di consolidare la sua presenza anche nel porto di Trieste dove Cosco ha attivato a giugno 2022 un collegamento ferroviario con la Slovenia. Senza dimenticare che nel 2018 la Hhla ha acquistato il 50,01% della società Piattaforma logistica Trieste. Tra gli operatori ora ci si chiede se i francesi faranno da «proxy», ovvero da ponte, per i cinesi sui porti, un po’ come hanno fatto i tedeschi.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)