2022-05-23
«Ci vuole di nuovo il lanciafiamme per abolire le leggi»
Il leghista Roberto Calderoli: «Quando ero ministro ne ho eliminate 430.000, compresa quella sulla mosca. Ma ora bisogna ricominciare».Barbaro nordista o azzeccagarbugli capace di scrivere in piedi una proposta di legge in perfetto burocratese. Chi è veramente il senatore Roberto Calderoli?«Persona umile che studia. Memoria notevole. Una spugna che assorbe le esperienze di coloro che vedo lavorare e scrivere proposte normative. Dal riformare la Costituzione al redigere una legge tipo quella elettorale di cui sono più esperto o il regolamento del Senato. Cosa che avuto l’onore di riscrivere quasi due volte. Dico quasi perché ci stiamo lavorando in questo momento. Fino allo scrivere i quesiti referendari come Dio comanda».Mi ha bruciato la domanda. Stavo per chiederle se i quesiti del 12 giugno li ha scritti lei.«Tutti e sei no. Una buona parte sì». Quello bocciato?«A quattro mani con un professore. Ci abbiamo ragionato molto. C’era una versione strong che eliminava completamente la legislazione speciale sulla responsabilità dei magistrati. Oppure la versione in cui si toglieva solo la frapposizione dello Stato per le richieste di risarcimento lasciando in piedi tutto il resto. La magistratura sarebbe stata comunque più tutelata rispetto ad altre categorie. Hanno rifiutato pure la versione light. Nel 1986 andava bene votarci sopra, nel 2022 no».Leggenda vuole che esista un software Calderoli. Arma letale per l’ostruzionismo parlamentare. È vero?«Gli si dà in pasto un testo e si individuano delle parole chiave. Su cui l’algoritmo può lavorare».E che succede?«Su un provvedimento uscirono 84 milioni di emendamenti. Non fu possibile neppure stamparli perché la commissione era al secondo piano: i vigili del fuoco non avrebbero garantito la tenuta statica del piano». A proposito di vigili del fuoco: la ricordiamo più giovane e più in carne mentre dava fuoco a 375.000 leggi. Era vero?«Caspita se era vero. Mi avevano dato proprio un lanciafiamme. Ma gli atti normativi erano 430.000». La legge più stupida che ricorda fra quelle bruciate?«Quella che disciplinava la lotta alla mosca».Servirebbe ancora un’operazione di «igiene» come questa?«Assolutamente sì. Noi avevamo sfruttato una legge delega e con decreti legislativi cancellavamo tutto. Un lavoro enorme. E devo ringraziare l’ex presidente della Corte di cassazione Carboni: è sceso nei sotterranei del Palazzaccio e ha fatto caricare in un archivio online tutte queste leggi di cui ignoravamo l’esistenza. E poi suo figlio Luigi, consigliere di Stato e mio capo di gabinetto. Gazzette Ufficiali grosse come vocabolari. Una struttura già esistente di 30 ragazzi lavorarono come pazzi. Consideri che abbiamo potuto cancellare “solo” 430.000 atti normativi in quanto la legge delega ci impediva di toccare gli atti derivanti dall’applicazione della vecchia legge finanziaria, oggi legge di stabilità, o ricompresi in materia previdenziale. Ma buona parte dell’eccesso di legislazione deriva proprio dalle cosiddette leggi finanziarie».Secondo lei quante leggi ci sono oggi in Italia?«Il problema non è quante leggi. Una legge di bilancio fatta di un solo articolo con più di 1.000 commi teoricamente è una sola legge. Il mio suggerimento è rifare una nuova legge delega che abbia però potere di intervenire a 360 gradi. Dovunque ci sia da disboscare si prende il lanciafiamme».Lo rifarebbe a distanza di anni?«Mi hanno insegnato a usare il lanciafiamme e posso arrivare anche più preparato». Tanti intellettuali oggi parlano di declino dell’Occidente di fronte all’islam. Lei lo aveva praticamente detto con una maglietta. Si sente un precursore?«No. Quella maglietta è stato un mio errore. Rivendico però che l’Europa non abbia voluto inserire come concetto base dell’Ue le radici giudaico cristiane».Si metta la toga da avvocato anche se è dentista. E spieghi facile i referendum. Perché bisogna votare Sì.«Prego, sono un chirurgo maxillo facciale. In una famiglia - fratelli, papà e nipoti - di tutti dentisti. Medico ospedaliero dipendente in aspettativa all’ospedale papa Giovanni XXIII di Bergamo».Prendo atto e mi scuso. Quesito numero 1: abrogazione della legge Severino. «In questa legge c’è un principio che viola la Costituzione. Si è colpevoli solo in giudicato. E in Italia vi sono tre gradi giudizio. Nella Severino si prevede la sospensione per 18 mesi a carico di amministratori, sindaci e assessori già dopo la sentenza di primo grado. Sospensioni che segnano la fine di carriere e relazioni familiari, spesso seguite da assoluzioni in secondo e terzo grado. E comunque un domani l’interdizione dai pubblici uffici può essere anche dichiarata dal giudice che emana la sentenza di condanna. Ma deve essere lui a farlo. Non deve esserci l’automatismo di oggi».Quesito numero 2: riforma del Csm.«Il Csm è la testa di una giustizia che non funziona. Lo dicono i numeri sulla durata dei processi. Con il paradosso che un colpevole esce per decorrenza dei termini. Lo dicono i 28 milioni di euro che ogni anno lo Stato spende per ingiusta detenzione. Lo dice lo scandalo Palamara e l’ultimo libro di Matteo Renzi da cui emergono ulteriori particolari su come vengono scelti i magistrati. Noi chiediamo che due terzi dei 24 componenti scelti dai magistrati (non dal Parlamento) siano selezionati non in base all’appartenenza a correnti cui poi saranno costretti a obbedire. Al vertice devono esserci i migliori e non persone condizionabili che poi a loro volta sceglieranno per incarichi sotto di loro persone non qualificate ma solo sponsorizzate. Noi diamo la possibilità a qualunque magistrato di potersi candidare senza presentare da 25 a 50 firme. Il che lascia presupporre l’appartenenza a una corrente. La platea dell’elettorato passivo diventa molto più ampia, anche se io sono per il principio dell’“estrazione temperata”».Cioè?«Estrazione di un certo numero di nomi fra magistrati che abbiano caratteristiche tali che li rendano idonei all’elettorato passivo. Sarà poi l’esito del voto dei magistrati a decidere».Che idea si è fatto del recente sciopero dei magistrati?«Dicono di aver scioperato contro la riforma Cartabia che era una “carezza”. Io penso che in realtà fosse contro i referendum. Ma se non vi partecipano neppure loro?».Quesito numero 3: la valutazione di magistrati. Che vuol dire?«Le decisioni del Csm effettuate ogni quattro anni (promozioni, azioni disciplinari eccetera) derivano da decisioni dei consigli giudiziari presso le Corti d’appello composti grosso modo come il Csm. Con una componente togata e, in misura minore, di avvocati. Questo consiglio giudiziario può decidere tutta l’organizzazione dell’ufficio del tribunale ma, nel caso di valutazioni sulla professionalità dei magistrati, gli avvocati non votano. Il giudizio di qualità sul magistrato lo danno solo i magistrati. E il voto massimo raggiunge il 99,8% dei casi. Se vince il Sì votano pure gli avvocati e avremmo una valutazione più realistica. Non sarà più l’oste a giudicare il proprio vino».Quesito numero quattro: separazione delle carriere.«Se passa il Sì, il magistrato che inizia la carriera come pubblico ministero o giudice, tale la finisce. Non è più previsto alcun passaggio da una funzione all’altra. Il procuratore che per decenni ha fatto il magistrato requirente difficilmente - se si troverà a giudicare - potrà dare garanzie di terzietà. Il fatto che giudici e procuratori lavorino poi gomito a gomito con consuetudini di vicinanza fa spesso sì che accusa e difesa non siano messi sullo stesso piano. Con le porte girevoli - come oggi - il rischio aumenta».Quesito numero 5: le misure cautelari.«Non siamo contrari a misure cautelari. Vogliamo che non se ne abusi come spesso accade. Mille detenzioni non legittime all’anno. Tre al giorno finiscono in carcere senza un motivo giustificato. Più del 40% dei detenuti non ha avuto una sentenza in terzo grado. Addirittura, più del 20% neppure una di primo grado. È un abuso che costa 28 milioni all’anno per risarcimenti di ingiusta detenzione. Qualcuno finisce in carcere per omonimia».Come nel film di Alberto Sordi?«Esatto. Le misure cautelari si potranno sempre prendere per rischio di inquinamento delle prove o di fuga. Rispetto al rischio di reiterazione del reato, invece, limitiamo la misura ai reati più gravi. Bisogna evitare la prassi della carcerazione per estorcere una confessione».Quale quesito è il più rivoluzionario?«È il massimo che si potesse fare per via referendaria. Intanto agiamo subito. Poi fra un anno, con un governo di centrodestra dopo le elezioni, completiamo l’opera». Verrà raggiunto il quorum?«Del referendum si parla per dire che non si raggiunge il quorum. Una sola giornata di voto a giugno non aiuta. Ciononostante, un 30% dice che voterà a 20 giorni dal voto. Se lavoriamo bene ce la facciamo».Dal 34% al 16% dei consensi. La Lega ne ha fatti di errori.«Conto i voti nell’urna, non nei sondaggi. Stare all’opposizione paga di più ma dovevamo evitare una maggioranza Ursula per il bene del Paese».A proposito di legge elettorale, se le chiedono di cambiarla lei che dice?«Me lo avessero chiesto due anni fa avrei detto: parliamone, sono a favore di un sistema maggioritario. Oggi, a dieci mesi dal voto, dico: anche no, grazie».Forza Italia: un matrimonio che s’ha da fare?«Ho già una moglie. Mi risparmierei un altro matrimonio».
Xi Jinping e Donald Trump (Ansa)