2023-06-12
Usa 2024: Chris Christie ci riprova
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Chris Christie (Getty Images)
Si fa sempre più folta la schiera dei contendenti per la nomination presidenziale repubblicana del 2024. Il 6 giugno, è sceso formalmente in campo l’ex governatore del New Jersey, Chris Christie.
Si fa sempre più folta la schiera dei contendenti per la nomination presidenziale repubblicana del 2024. Il 6 giugno, è sceso formalmente in campo l’ex governatore del New Jersey, Chris Christie.“Non posso garantirvi il successo, ma posso garantirvi che alla fine non avrete dubbi su chi sono e cosa rappresento e se lo merito", ha detto durante un evento in New Hampshire. “Ecco perché sono tornato nel New Hampshire, per dire a tutti voi che intendo correre per la nomination repubblicana a presidente degli Stati Uniti nel 2024”, ha continuato. L’ex governatore ha già chiarito di voler condurre una campagna elettorale particolarmente critica nei confronti dell’attuale frontrunner, Donald Trump. Non a caso, oltre ad Asa Hutchinson, è stato l’unico contendente per la nomination repubblicana ad attaccare apertamente l’ex presidente dopo l’incriminazione da lui subita giovedì scorso. “Il problema più grande per il nostro Paese è: è questo il tipo di condotta che vogliamo da qualcuno che vuole essere presidente degli Stati Uniti?”, ha affermato, riferendosi al fatto che l'ex presidente ha trattenuto documenti classificati dopo aver lasciato la Casa Bianca. Il team elettorale di Trump, dal canto suo, non è rimasto con le mani in mano e ha postato su Instagram un video che prende di mira la stazza fisica di Christie. Non è la prima volta che l’ex governatore scende in campo per la presidenza. Già nel 2012 circolarono indiscrezioni su una sua possibile candidatura, che poi non ebbe tuttavia luogo. Si gettò invece nella mischia durante le primarie repubblicane del 2016. Ciononostante, dopo un risultato deludente alle primarie del New Hampshire, decise di ritirarsi, per appoggiare successivamente l’ascesa di Trump. Ed è qui che emerge il paradosso. All’epoca, Christie fu tra i pontieri che ricucirono gli strappi tra lo stesso Trump e l’establishment del Partito repubblicano. Non solo. Per un certo periodo, l’ex governatore fu anche a capo del team di transizione presidenziale di Trump. I rapporti tra i due si sono tuttavia guastati dopo l’irruzione in Campidoglio del 6 gennaio del 2021, tanto che Christie si disse favorevole al secondo impeachment contro l’allora presidente americano. Storicamente l’ex governatore è considerato un repubblicano centrista: una caratteristica che teoricamente avrebbe potuto aiutarlo ad attrarre voti trasversali. Tuttavia, già durante le primarie del 2016, la sua popolarità fu azzoppata dal cosiddetto scandalo Bridgegate, verificatosi nel 2013. Non solo. Il suo modo aggressivo e spesso strafottente di dibattere certo non lo ha aiutato in termini di simpatia. Secondo Politico, alcuni repubblicani antitrumpisti avrebbero caldeggiato la sua nuova discesa in campo proprio per spingerlo a colpire Trump durante i confronti televisivi e fargli così fare il gioco sporco per i candidati più “istituzionali” (Ron DeSantis, Mike Pence e Nikki Haley). Il diretto interessato ha tuttavia smentito. “Non sono un assassino pagato”, ha dichiarato. Onestamente però non è chiaro che cosa faccia credere all’ex governatore di avere le carte in regola stavolta per vincere la nomination. Laddove possibile, sembra ancora più debole infatti di quando si candidò nel 2015. Forse quanto riportato da Politico non è del tutto inesatto.