2021-01-06
«Sacrifici inutili, le chiusure di Natale non hanno pagato»
Davide Pischettola/NurPhoto via Getty Images
Nonostante le festività rovinate, i contagi non calano. Carlo Signorelli (San Raffaele): «Indugio fatale in ottobre, poi abbiamo rincorso».Le zone rosse, arancio e gialle, oltre al Natale in lockdown, non sono servite: l'epidemia da Covi-19 non soltanto non rallenta più, ma mostra dei segnali di ripresa. Nell'ultima settimana, come spiega il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, «i numeri quotidiani e l'incidenza sono ancora superiori ai 50 nuovi casi per 100.000 abitanti». C'è stata «una decrescita nell'occupazione dei posti letto, ma ultimamente è rallentata e la capacità di reggere l'impatto dei ricoveri si è ridotta». Gli fa eco il virologo Giovanni Maga, direttore dell'istituto di Genetica molecolare del Cnr di Pavia, che su Open spiega come «il numero dei contagi non scende più. Se poi guardiamo ai ricoveri e alle terapie intensive si osserva un rallentamento nella diminuzione della curva». I numeri non mentono. Durante le vacanze, come nei fine settimana, il monitoraggio è meno esteso, perché si fanno meno tamponi, ma «gli indicatori più forti, cioè i ricoveri e le terapie intensive, mostrano una riduzione stabile», dice alla Verità Carlo La Vecchia, epidemiologo dell'università Statale di Milano. «I ricoveri in terapia intensiva sono scesi a 2.500 prima di Natale e sono praticamente stabili a 2.600 da due settimane, mentre in precedenza scendevano. I ricoveri in reparto sono stabili, intorno a 23.000 dal 24 dicembre. I decessi, nelle ultime due settimane, sono abbastanza costanti: 600 tre settimane fa, 450 la settimana scorsa e 470 nell'ultima. Anche i dati settimanali sui nuovi positivi, nonostante il calo dei tamponi, sono sostanzialmente intorno a 16.000». Nonostante le restrizioni, i numeri non intendono calare in modo significativo. «L'andamento della curva mostra che le misure del dpcm del 3 novembre sono esaurite», osserva Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, alla trasmissione L'Aria che tira. «Lo scolorimento verso il giallo era più un desiderata politico che reale. Oggi la curva tende a risalire sia nei positivi che in terapie intensive e ricoveri. Credo che ormai conosciamo l'andamento. Serve un piano strategico a medio-lungo termine perché l'incertezza sfianca più delle decisioni politiche, costringendoci a continue salite e discese della curva, visto che per il vaccino servono mesi». In altre parole, se è doveroso il continuo appello alla responsabilità civica delle persone chiamate a non abbassare la guardia in alcun modo, governo e Regioni, secondo Cartabellotta, «devono ammettere che, dopo gli estenuanti tentennamenti di ottobre nell'introdurre le restrizioni, le hanno poi allentate troppo frettolosamente, senza attendere una flessione significativa dei contagi, né un consistente svuotamento degli ospedali». Concorda sull'irresponsabile ritardo sulle misure di contenimento del contagio anche Carlo Signorelli, professore di Igiene e sanità pubblica all'università San Raffaele di Milano. «Nella prima ondata, si è chiuso a marzo, nel giro di due settimane dai primi casi», spiega Signorelli alla Verità. «I primi segnali della seconda ondata c'erano a inizio ottobre, ma le misure sono arrivate all'inizio di novembre, in ritardo di un mese, un tempo prezioso per fermare le attività che sono occasione di contagio». I dpcm del governo arrivano tardi non solo come orario - alle dieci di sera a pochi giorni dal Natale o a due giorni dall'inizio della scuola - ma addirittura fuori tempo massimo nell'unico tempo utile, cioè in fase di crescita della curva epidemica. «Lo stesso sistema delle aree gialle, rosse e arancioni, teoricamente sensate», continua Signorelli, «nella pratica arriva tardi perché il cambio del colore richiede esami di dati che fanno perdere giorni preziosi e la risposta arriva in un tempo non più utile, rispetto all'andamento reale dell'epidemia». Lo stesso Rt, tra i 21 parametri che decidono il colore dell'area, si riferisce ad almeno una settimana prima del provvedimento. Questa serie di false partenze sono particolarmente gravi proprio perché avvengono in questa stagione, quando il SarsCov2, come tutti i virus respiratori, si trasmette più facilmente. «Nelle zone gialle del Nord», osserva La Vecchia, «l'andamento è stato peggiore rispetto alle Regioni del Sud, probabilmente anche per una questione climatica». Secondo gli esperti, le mutazioni del virus non avrebbero un ruolo determinante sulla diffusione, come del resto l'organizzazione territoriale. «Svizzera e Germania», spiega La Vecchia, «che hanno una buona organizzazione sul territorio, hanno retto bene in primavera, ma non altrettanto in questa seconda ondata». Centrale sarebbero quindi i tempi nella presa delle decisioni da parte del governo, che dovrebbe considerare anche «la pressione ospedaliera, l'incidenza dei casi e il contact tracing del momento», suggerisce Signorelli. Tutto ciò in attesa del vaccino che, più dei padiglioni a primule, avrebbe bisogno di un approccio militare. «Oltre a produrlo a livello nazionale, e la cosa non è impossibile, data la situazione pandemica», dice La Vecchia, «andrebbe somministrato come fa Israele: 1 milioni di dosi al giorno e non 75.000, perché così ci vorranno quattro anni».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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