2024-02-24
Chiusa l’istruttoria sul caso Degni
Marcello Degni (Imagoeconomica)
Procura generale della Corte dei conti al lavoro sul giudice che ha attaccato il governo. Rischia la destituzione. Settimana prossima si esprimerà anche l’Anmcc. E lui si scusa.La Procura generale della Corte dei conti ha chiuso l’istruttoria su Marcello Degni, il magistrato contabile sottoposto ad azione disciplinare per un commento «politico» pubblicato il 30 dicembre su Twitter-X. Degni aveva rimproverato al segretario del Pd Elly Schlein di aver «perso l’occasione» per fare le barricate contro la legge di bilancio del centrodestra: «C’erano le condizioni per l’ostruzionismo e per l’esercizio provvisorio», aveva scritto il consigliere. «Potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta manovra blindata, e invece…». Degni era finito nelle polemiche (e nei guai) anche perché s’era scoperto che quel messaggio non era isolato. Le prese di posizione politiche del magistrato - che nel suo profilo su Twitter-X si definisce apertamente «economista di sinistra» - sono tante, e tutte ideologicamente inclinate. Nel suo mondo online, Degni va in visibilio per Il Manifesto («Il giornale più bello del mondo»), ama citare Toni Negri («Il comunismo è una passione collettiva gioiosa, etica e politica che combatte contro la trinità della proprietà, dei confini e del capitale»), e detesta tutto ciò che si muove a destra («Con i fasci non si parla»). Imbarazzato dal caso, inedito, il «Consiglio di presidenza» della Corte dei conti - che è l’organo di autogoverno della giustizia contabile ed equivale al Consiglio superiore della magistratura in campo penale e civile - aveva chiesto alla sua Procura generale l’avvio dell’azione disciplinare. Ora che l’istruttoria è chiusa, il procuratore generale Pio Silvestri può proporre al Cdp due soluzioni: o l’archiviazione del procedimento, o una sanzione. I regolamenti della Corte dei conti ne prevedono quattro tipi. La punizione più blanda è «l’ammonimento», poco più di un rimbrotto; viene poi la «censura», un biasimo più formale; quindi si passa alla «sospensione dal ruolo», per periodi di lunghezza variabile; la sanzione più grave è la «destituzione», cioè la perdita del posto. A decidere sarà comunque la commissione disciplinare del Cdp, composta da tre membri. Degni potrà difendersi con memorie scritte o di persona, e potrà essere assistito da un altro magistrato contabile in funzione di avvocato. Non sarà proprio agevole comprendere quanto accadrà, perché il regolamento del Cdp copre con un «segreto rafforzato» l’attività della Commissione disciplinare: le sue sedute non sono pubbliche e i suoi verbali sono «sottratti all’accesso» esterno. Il regolamento stabilisce anche che, al contrario di quanto avviene nelle altre commissioni del Cdp, nessun funzionario della Corte dei conti possa assistere alle sedute della disciplinare. Infine, mentre le adunanze del Cdp di solito sono pubbliche, quando le decisioni della commissione su Degni verranno trasmesse al «plenum» per il voto finale, la seduta si svolgerà a porte chiuse.Per il suo post su Twitter-X Degni è sottoposto a un altro procedimento disciplinare, avviato dall’Associazione nazionale dei magistrati della Corte dei conti, il «sindacato» della categoria. Degni è stato deferito al collegio dei probiviri con l’accusa di aver violato il codice deontologico che impone a ogni magistrato «criteri di equilibrio e misura nel rilasciare dichiarazioni e interviste ai giornali e agli altri mezzi di comunicazione di massa». Martedì scorso i probiviri hanno ascoltato Degni, e la loro «sentenza» è prevista per metà della prossima settimana. Anche le sanzioni dell’Anmcc vanno dall’ammonimento all’espulsione.Il magistrato, intanto, continua a partecipare al lancio del suo ultimo saggio, Il bene pubblico maltrattato, dove sostiene una tesi in linea con il suo post su Twitter-X, e cioè che dal 2005 il Parlamento non riesce a discutere la legge di bilancio. Il 25 febbraio, presentando il libro a Omnibus, su La7, Degni s’è scusato per il tono del messaggio che tanti guai gli ha causato. Ha detto: «Oggi non lo rifarei, e ho deciso che non ne scriverò mai più. Mi limiterò a saggi e articoli».
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)