2018-09-26
Finisce definitivamente l’era Obama. Leonardo torna a vendere negli Usa
Dopo il progetto degli elicotteri presidenziali bocciato nel 2010, il colosso della Difesa piazza assieme a Boeing un contratto da 2,4 miliardi. Saranno prodotti 84 mezzi per l'Usaf nello stabilimento di Filadelfia.Finita l'era Obama e quella del centrosinistra, chiusa - ma non dimenticata - anche la vergognosa vicenda giudiziaria per la fornitura di elicotteri all'India, l'Italiana Leonardo-Finmeccanica ricomincia a vendere mezzi militari e lo fa aggiudicandosi tramite il colosso Boeing la gara per la fornitura di 84 elicotteri all'aviazione americana. L'Usaf deve infatti sostituire altrettanti obsoleti Uh1-N, versione ancora derivata dall'originale Huey che combattè in Vietnam progettato oltre 40 anni fa.La scelta ha visto vincitore lo Mh139, ovvero la versione militare dello Aw139, best seller dell'azienda italiana che ha sbaragliato il concorrente Black Hawk proposto in due varianti diverse da Lockheed Martin e da Sikorsky con Sierra Nevada corporation. Finanziariamente si tratta di una commessa che vale 2,4 miliardi di dollari per la fornitura degli elicotteri, dei sistemi e dei programmi di addestramento, nonché del supporto logistico, a far data dal 2021. L'inizio del programma vedrà quindi a breve lo sblocco dei primi 375 milioni di dollari per Boeing-Leonardo al fine di realizzare i primi quattro esemplari destinati all'integrazione dei sistemi di bordo richiesti dal capitolato. Resta da capire quanto dei 2,4 miliardi andrà direttamente e indirettamente a Leonardo e quanto resterà sul suolo americano in osservanza del motto «America First» tanto caro al presidente Trump.Il lavoro per arrivare a questo risultato è durato quasi tre anni e raccoglie sia la grande esperienza dell'elicottero italiano nel mondo, dove 270 operatori fanno volare 912 esemplari in servizio con reparti governi, forze armate e privati. E di questi, 260 unità sono state assemblate e consegnate presso lo stabilimento Leonardo di Filadelfia, proprio dove saranno preassemblati quelli destinati all'Usaf.«Questo risultato», ha commentato l'ad di Leonardo, Alessandro Profumo, «è per noi motivo di grande orgoglio. Dimostra come Leonardo sia capace di rispondere ai requisiti di importanti ed esigenti clienti come le forze armate americane. La scelta del nostro elicottero riconosce, inoltre, in Leonardo un partner forte, affidabile e in grado di assicurare un contributo industriale solido e costante negli Stati Uniti dove abbiamo diverse attività produttive».Gian Piero Cutillo, responsabile della divisione elicotteri di Leonardo, spiega: «la scelta fatta dalla Us air force è un forte riconoscimento della qualità e della competitività del nostro prodotto, punto di riferimento per il mercato mondiale (...) l'elicottero, come detto, sarà assemblato presso lo stabilimento Leonardo di Philadelphia (l'investimento fatto dal 1981 fu di 120 milioni di dollari), mentre ulteriori componenti saranno integrati da Boeing nel suo stabilimento di Ridley Township (Pennsylvania).Ma oltre la grande esperienza operativa accumulata dalla flotta di «139» nel mondo, e dall'ottima reputazione raccolta dagli operatori presenti negli Usa, dove diversi esemplari sono in servizio anche per compiti di pubblica utilità e polizia, una validazione importante arriva sia dall'impiego che i nostri Aw139 compiono da 15 anni nelle operazioni di elisoccorso, sia dagli Hh139 dell'Aeronautica Militare che svolgono nelle operazioni di ricerca e salvataggio in ambiente ostile, missioni nelle quali questo elicottero ha dimostrato ottime capacità in condizioni ambientali particolarmente difficili. A conti fatti, la scelta degli Mh139 significa per l'amministrazione Trump un risparmio di 1,7 miliardi di dollari calcolati dalle consegne dei primi esemplari fino alla conclusione del ciclo operativo di vita dell'elicottero, per il quale le aziende a noi avversarie prevedevano 4,1 miliardi di dollari contro 2,4, e di un altro miliardo risparmiato nei costi operativi indiretti. Il dipartimento della Difesa Usa ha riconosciuto che il nostro elicottero supera i requisiti della forza armata in termini di velocità, capacità di carico, autonomia, possibilità di armamento e coefficiente di vulnerabilità per poter sostituire quello che negli Usa è considerato un mito tra i mezzi ad ala rotante, il vecchio e versatilissimo B-205. Tecnicamente, rispetto allo Uh-60, ovvero all'elicottero americano da combattimento più diffuso tra le forze Usa, lo Mh139 è molto più leggero ma consente prestazioni uniche, come il poter decollare al peso massimo di sette tonnellate salendo alla velocità di 80 nodi (148 chilometri orari) fino alla quota di 4.600 metri (15.000 piedi) in soli 12 minuti e qualche secondo, di poter essere condotto da un solo pilota (anche se i militari volano sempre con due). Rispetto al concorrente offre anche procedure di manutenzione più rapide ed economiche. Di fatto lo Uh-60 seppure sia più grande, è anche più pesante e operativamente molto più costoso di quello progettato in Italia. E a nulla è valsa la protesta che Lockheed Martin aveva presentato nel febbraio scorso al government accountability office, una discutibile e pretestuosa disputa legale depositata prima che il servizio decidesse il vincitore. Lockheed sosteneva che, nella sua sollecitazione, l'Air force usasse una definizione troppo ampia di «operazioni, manutenzione, installazione e dati di addestramento». Gli americani non sono nuovi a tirarci brutti scherzi, come fecero sia per la vicenda degli A109 che avrebbero dovuto finire alla loro guardia costiera, ma allora si mise di mezzo la Francia, sia più recentemente, nel 2010, per lo Eh-101 in versione presidenziale, commessa poi finita a Sikorsky. Ma per ora il Boeing-Leonardo Mh139, la cui designazione militare vedrà molto probabilmente ricomparire la «U» di utility si farà eccome.«La scelta americana rappresenta il riconoscimento del valore di una piattaforma di derivazione commerciale anche nel settore elicotteristico, garantendo ridotti costi operativi e di acquisizione. C'è il potenziale di prendersi un'importante fetta di mercato prima dominata da piattaforme ad esclusivo uso militare, aprendo a possibili sviluppi futuri», ha concluso Antonio De Palmas, presidente di Boeing Italia. «Ancora una volta, la nostra solida partnership con Leonardo e la combinazione delle rispettive capabilities ha portato a un risultato di prestigio per entrambe le aziende».