2024-05-17
Chiesti un anno e dieci mesi per Galli: «Fu il regista della Concorsopoli milanese»
Virostar alla sbarra per una nomina pilotata. Il pm: «Andare contro di lui era come andare contro Maradona a Napoli». Il prof: «Ridicolo. Avevo fama di imparzialità».«Andare contro Galli era come andare contro Maradona a Napoli». Ha messo il dito nella piaga, il pm Carlo Scalas, prima di chiedere per il re degli infettivologi mediatici dell’era Covid una condanna a un anno e 10 mesi per aver truccato nel 2020 un concorso universitario a Milano. In quel periodo l’ex primario dell’ospedale milanese Sacco (oggi in pensione) era una star televisiva ritenuta infallibile, lo spirito santo del virus, e ogni sua affermazione avrebbe spalancato le acque e le porte non solo dei talk show. Per questo, secondo l’accusa, il candidato sconfitto Massimo Puoti subì in silenzio un’illegittima esclusione: «Aveva capito che andare contro Galli significava andare contro una macchina mediatica, perché Galli era uno dei big». Sensazione comune ai pochi che allora osavano criticarlo.Secondo i pm Scalas ed Eugenia Baj Macario, Massimo Galli «fu il regista dell’operazione. Quello non fu un concorso vero ma un bando ritagliato su misura con criteri valutativi predefiniti a favore di Agostino Riva, come emerso da alcune intercettazioni». Al termine della requisitoria, la pubblica accusa ha chiesto la condanna di Galli per falso e turbativa (in subordine per abuso d’ufficio), con le attenuanti generiche, riguardo uno dei filoni della Concorsopoli milanese, quello del presunto concorso pilotato per posti da professore e ricercatore alla facoltà di Medicina della Statale. Per il vincitore del concorso è stata chiesta la pena di un anno e mezzo. Il noto virologo, sempre presente alle udienze con i legali Giacomo Gualtieri e Roberto Rigoni Stern, ha annunciato che parlerà alla fine del processo e ieri ha commentato solo la metafora maradoniana, definendola «ridicola». Durante il dibattimento ha negato gli addebiti affermando di essere stato chiamato spesso come commissario ai concorsi proprio «perché avevo fama di essere imparziale». La vicenda prese forma dopo un concorso nel quale il suo stretto collaboratore Riva risultò vincente per il ruolo di «docente di seconda fascia in malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente». Anzi l’unico, poiché nessun altro era arrivato a concorrere per numero di pubblicazioni con il nome in evidenza, spesso associato a quello del suo maestro. Secondo l’accusa Galli sarebbe intervenuto, da componente della commissione giudicatrice, a modificare il verbale di valutazione dei candidati; avrebbe attestato che «il prospetto con i punteggi attribuiti fosse il risultato del lavoro collegiale» nel corso di una riunione da remoto del febbraio 2020. Invece secondo gli accertamenti investigativi il prospetto sarebbe stato concordato solo dopo e sarebbe stato lo stesso Riva a indicare i punteggi. Il pasticcio avrebbe penalizzato (provocando un’illegittima esclusione) l’altro candidato, Massimo Puoti dell’ospedale Niguarda. Chiamato in causa dopo l’apertura dell’inchiesta, lo stesso Puoti manifestò «la massima stima» nei confronti di Galli. Durante il processo questa frase è stata sottolineata dal professore come prova a suo favore: «Si è mai sentito di un concorso truccato, o comunque con un andamento ritenuto scorretto, in cui il danneggiato non solo non ricorre, ma fa pure una dichiarazione di stima per il commissario?». Ecco il motivo della caustica sottolineatura calcistica del pm durante la requisitoria. Il risvolto mediatico è un fattore ricorrente in questo processo: lo stesso imputato ha avuto più volte modo di spiegare che il suo coinvolgimento giudiziario è derivato proprio dalla notorietà. A Cartabianca (quando il programma di Bianca Berlinguer era ancora su Raitre) Galli aveva ribadito: «Diventare personaggio pubblico ha molti contro e pochi pro. Forse è scomodo che in tutta la mia vita abbia cercato di applicare criteri meritocratici».Gli altri due componenti della commissione al centro del procedimento penale, Claudio Mastroianni (Università La Sapienza) e Claudia Colomba (Università di Palermo), accusati di avere sottoscritto un verbale nell’ambito della procedura di selezione non riportante il vero, hanno invece patteggiato una pena inferiore a sei mesi, convertita in una sanzione pecuniaria attorno ai 7.000 euro. C’è un ulteriore rivolo: la sentenza sarà interessante anche per la Corte dei conti. Se si dovesse scoprire che Riva è stato collocato illegittimamente in un ruolo pubblico, verrebbe aperto un fascicolo sugli stipendi fin qui erogati. Il professor «cinque dosi» è convinto d’essere innocente. Ora l’ultima parola non «la dirà la scienza», come spesso ricordava Galli al tempo dei lockdown, ma un giudice. Sul suo operato aveva avuto più di un dubbio la collega Maria Rita Gismondo (anch’essa virologa del Sacco di Milano), sentita in passato in Procura: avrebbe detto di essersi opposta alla nomina in commissione di selezione di persone considerate vicine a Galli. La stessa segretaria di Galli, in un’intercettazione, si disse sconcertata per la disinvoltura del prof. «Se Massimo continua così finisce in galera». Impossibile, solo un’iperbole per far capire il clima.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.