
Sospetti di concussione e turbativa d'asta. Restano sotto inchiesta pure Luca Lotti, il generale Emanuele Saltalamacchia, Alfredo Romeo e Italo Bocchino. Carlo Russo sospettato di estorsione.Il gip Gaspare Sturzo ha chiesto di allargare l'inchiesta Consip e indagare per concorso nei reati di turbativa d'asta e concussione ai danni dell'ex ad di Consip Luigi Marroni anche l'ex fondatore di Ala (spalla del governo Renzi) Denis Verdini, l'ex deputato del suo partito, Ala, Ignazio Abrignani e l'imprenditore Ezio Bigotti. L'ordinanza dispone anche il rigetto della richiesta di archiviazione per Consip Fm4 nei confronti di Alfredo Romeo e Italo Bocchino per turbativa d'asta; rigetto per lo stesso reato nella gara Grandi stazioni per Carlo Russo e Alfredo Romeo, il quale insieme a Bocchino continua a essere indagato per traffico di influenze illecite. Le indagini proseguono anche per la presunta rivelazione di segreto commessa da Luca Lotti ed Emanuele Saltalamacchia. Per Russo nuova richiesta di indagini per estorsione. «Non è facile comprendere le ragioni per cui la Procura non abbia ampliato il raggio investigativo sul tema Verdini-Abrignani-Bigotti e Romeo-Bocchino, anche in funzione degli incontri tra Luigi Marroni e Verdini-Bigotti-Abrignani», si legge nell'ordinanza. Secondo il gip, la Procura capitolina, davanti a due gruppi che si contendevano gli appalti Consip (uno guidato da Bigotti e l'altro da Romeo) avrebbe acquisito «materiale probatorio sufficiente» solo sull'imprenditore partenopeo. Invece «quanto al gruppo Ezio Bigotti-Cofely-Denis Verdini-Ignazio Abrignani-avvocato Amara, mancano del tutto le iscrizioni, secondo gli atti depositati, dei fatti costituenti reato». I pm non avrebbero approfondito gli incontri avvenuti fra l'allora ad di Consip e altre persone finite nella vicenda, fra cui quelli «con Abrignani che gli raccomandava la Cofely e gli incontri con Verdini che gli imponeva di incontrare per ben due volte Bigotti assieme ad Amara e che chiedeva di favorire la Cofely». Ma le osservazioni non finiscono qui. Secondo Sturzo c'è stata una sottovalutazione della cosiddetta «guerra dei ricorsi» al Consiglio di Stato per la gara Fm4 di Consip. «Non sembrano essere state minimamente valutate», si legge, «le pressioni che l'ex ad di Consip Marroni aveva ricevuto da Verdini affinché ricevesse Ezio Bigotti e l'avvocato Amara. O meglio, niente è stato chiesto a Marroni di specifico su questo. Nessun accertamento è stato fatto in Consip sia documentale che attraverso l'ascolto dei funzionari, per comprendere la relazione tra le pressioni di Verdini sul Marroni a favore del Bigotti, la presenza dell'Amara, i ricatti che il Russo avrebbe fatto al Marroni spendendo i nomi di Tiziano Renzi e quello di Verdini». Denis Verdini è stato coinvolto in vari procedimenti penali. Nel maggio è stato indagato per la P3, accusa da cui è stato assolto nel 2018. Sempre a Roma l'ex coordinatore del Pdl è stato imputato con l'accusa di finanziamento illecito per il caso dell'immobile in via della Stamperia. Tra i procedimenti più noti c'è quello sul crac del Credito cooperativo fiorentino, che gli è costato una condanna in appello a sei anni e 10 mesi. Il 30 marzo si esprimerà la Cassazione, e se la condanna sarà confermata arriverà il carcere.
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Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
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Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.