2020-03-19
Chiedere aiuto al Mes è folle. Serve soltanto a mettere il cappio al collo del Paese
Il Meccanismo impone condizionalità e non ha abbastanza soldi: dovremmo prima versarli per poi chiederli. E ci autodenunceremmo come a rischio. Ci vuole la Bce.Se una volta toccato il fondo si può sempre iniziare a scavare, non sono evidentemente bastati gli scivoloni comunicativi di Giuseppi che per settimane ha alimentato l'ingiusta narrazione di un'Italia come centro di pestilenza mondiale. Ieri i rendimenti dei Btp hanno sfiorato il 3% per poi ritracciare intorno al 2,5%. Lo spread ha addirittura raggiunto i 320 punti base spinto anche dalla dichiarazione del governatore austriaco Robert Holzmann secondo il quale «la politica monetaria della Bce ha raggiunto i suoi limiti», lasciando intendere che non interverrà ulteriormente. Solo l'esplicito intervento di Bankitalia l'ha riportato intorno a 270. Alla base di tutto la richiesta del ministro Roberto Gualtieri in seno all'Eurogruppo del 16 marzo e ribadita nel Consiglio europeo di ieri dal premier Giuseppe Conte, in merito all'accesso dell'Italia alle linee di credito del Mse. L'idea, ventilata sin da venerdì, come già riportato su queste colonne e poi confermato dal Financial Times e da Bloomberg ieri, è quella di far emettere al Mes obbligazioni (i cosiddetti Coronavirus bond), destinando i proventi al finanziamento degli impegni degli Stati a causa della crisi da Covid-19. Mossa improvvida per tanti motivi:1 Il Mes è regolato da un trattato del 2012 che consente di prestare denaro a Paesi in difficoltà sotto precise condizionalità, sia nella forma precauzionale (Pccl) sia nella forma rafforzata (Eccl). Ciò significa sottoporre il Paese a un programma di aggiustamento macroeconomico «alla greca», fatto di tagli di spesa e aumenti di imposte. Inoltre il Mes è un creditore privilegiato e non dispone di ingente liquidità immediata (a fine 2018 erano 65 miliardi), ma deve raccoglierla sul mercato con emissioni obbligazionarie dedicate. In alternativa, scenario per noi apocalittico, dovrebbe richiedere agli Stati aderenti il capitale sottoscritto ma non versato, obbligandoci all'esborso di altri 110 miliardi di euro in appena sette giorni. Giova ricordare che il presidente Klaus Regling in un Eurogruppo del 2015 alle prese con la crisi greca disse testualmente: «Non riesco a trovare 27 miliardi in un solo mese, periodo troppo breve». Da qui il suo imbarazzo quando gli è stato richiesto di intervenire. Regling può farlo solo secondo le regole attuali, condizionalità in primis, e qualsiasi modifica richiederebbe la ratifica dei Parlamenti nazionali. Si comprende anche la risposta evasiva di Angela Merkel dopo il Consiglio di martedì, che ha lasciato il tema ai ministri delle Finanze ma ha avvertito che senza condizioni sarà difficile utilizzare il Mes. Ha quindi suggerito soluzioni più «realistiche», avvertendo comunque che misure più audaci dovranno passare al vaglio del Bundestag. 2 La richiesta italiana necessiterebbe quindi di una riforma dello statuto. E se dopo quasi due anni di tira e molla le opposizioni nel Paese sono riuscite a bloccare l'iter della riforma del Mes, cosa diavolo fa pensare a Gualtieri che questa nuova modifica possa andare in porto alla necessaria velocità visto che la risposta alla crisi richiede risposte immediate?3 Poiché solo la Bce può risolvere la crisi, perché mai non rileva le quote del Mes restituendo a ciascun Paese quanto speso? Che nel caso dell'Italia sono quasi 60 miliardi? Soldi con cui si potrebbero dare 1.000 euro al mese per dieci mesi a sei milioni di italiani oppure costruire oltre 500 ospedali? 4 La ventilata richiesta di intervento del Mes è stata letta come una dichiarazione di inadempienza. Se il Mes presta soldi a uno Stato, il suo credito sarà privilegiato e in caso di default le sue ragioni saranno soddisfatte in anticipo rispetto a quelle degli altri investitori che infatti sono corsi a disfarsi dei Btp facendo crollare i prezzi e aumentare il rendimento e gli spread.5) Con un Parlamento non operativo e senza che il M5s sia d'accordo (come dichiarato dal portavoce Vito Crimi), a che titolo questo governo ha sciaguratamente chiesto l'intervento del Mes, causando danni patrimoniali evidenti nel portafoglio di tanti risparmiatori? 6 Rimane quindi da capire quali motivi abbiano spinto Gualtieri a richiedere l'accesso al Mes. Ricordiamo ancora testualmente le parole dallo stesso proferite in un'audizione parlamentare dello scorso ottobre: «Ciò che effettivamente ha salvaguardato l'integrità dell'eurozona è stata la capacità di iniziativa della Bce sintetizzata nella famosa frase di Draghi “whatever it takes" che peraltro proprio perché potenzialmente illimitata ha messo in campo una misura che non è neanche stata utilizzata a dimostrazione del fatto che quando si dispone di una potenziale sovranità monetaria questa è più efficace del conferimento di risorse ai vari fondi salva Stati. Questi sono i fatti». Come direbbe Il Pedante, penna nota ai lettori della Verità: «Se una cosa non serve a nulla, serve a qualcos'altro». E stante la richiamata impossibilità per il Mes di prestare soldi senza chiedere nulla in cambio, non rimane che una sola spiegazione: Gualtieri sembra temere un default e preferisce mettere il Paese nelle mani della Troika, e far sì che aumenti la quota di debito pubblico non ridenominabile in lire anche in caso di Eurexit. Che infatti è ciò che è successo alla Grecia. Come documentato in uno studio dell'economista Marcello Minenna, i nuovi titoli pubblici greci sono invece disciplinati dalla legge del Lussemburgo. Quindi anche in caso di uscita dall'euro, Atene dovrà comunque rimborsare euro che non potrà ovviamente stampare.Un cappio che questo governo vorrebbe forse stringere al collo del nostro Paese con la scusa del coronavirus.