Fondi ed Etf sono senza dubbio le migliori forme di impiego per la maggior parte dei risparmiatori, non le più redditizie. Cause: l'incertezza che pesa sulle quotazioni petrolifere e le tensioni geopolitiche.
Fondi ed Etf sono senza dubbio le migliori forme di impiego per la maggior parte dei risparmiatori, non le più redditizie. Cause: l'incertezza che pesa sulle quotazioni petrolifere e le tensioni geopolitiche.Investire sul petrolio oggi non è semplice. «A seguito delle crescenti tensioni geopolitiche, hanno iniziato a manifestarsi anche sui mercati le preoccupazioni per un indebolimento della domanda petrolifera e questo potrebbe avere un'influenza sui prezzi», dice Koen Straetmans, strategist di Nn investment partners. La decisione degli Stati Uniti di aumentare la pressione sull'Iran ponendo fine alle deroghe alle sanzioni da maggio in poi per otto Paesi che importano petrolio iraniano continua a far sentire le sue conseguenze. Si stima che le esportazioni di greggio iraniano siano scese ulteriormente al di sotto di 0,5 milioni di barili al giorno da oltre 1 milioni di barili al giorno un mese fa, mentre la produzione ha continuato a diminuire e ora è di circa 2,3 milioni di barili al giorno, un calo di circa 1,5 milioni di barili al giorno dai livelli di maggio dello scorso anno, quando gli Stati Uniti si sono ritirati dall'accordo nucleare e hanno annunciato le nuove sanzioni.Nel frattempo, inoltre, la tensione militare in Libia sta mantenendo a rischio circa 600.000 barili al giorno di produzione. Quella del Venezuela è scesa ulteriormente al di sotto dei 500.000 barili al giorno, mentre la scarsità di risorse finanziarie e la mancanza di investimenti in passato rendono improbabile il ripristino della produzione petrolifera nel prossimo futuro anche in un ambiente politico normalizzato«Ci sono numerosi modi per investire sull'andamento dell'oro nero», spiega Stefano Gianti, analista della svizzera Swissquote. Quella più comune è «creare un portafoglio di compagnie che hanno come business principale quello dell'attività di ricerca, produzione, trasporto, trasformazione e commercializzazione di petrolio», spiega. «Oppure c'è l'investimento in Etf che replicano l'andamento di un paniere di prodotti che diversificano gli investimenti di varie società oppure Etf che replicano l'andamento dei contratti futures su varie scadenze (si tratta di accordi che si basano sulla differenza fra il valore dell'indice di riferimento alla stipulazione del contratto e il valore dello stesso indice nel giorno di scadenza, ndr). Il più scambiato a livello globale che appartiene a questa categoria è quotato sulla borsa di New York ed è lo United States oil fund (Isin Us91232n1081), che investe sulle scadenze a breve del contratto West Texas intermediate». Se invece si vuole investire su strumenti quotati in euro, tra i vari Etc quotati su Borsa italiana esiste il Db brent crude oil booster (Isin: De000a1kyn55) oppure sul contratto Wti l'Etfs Wti crude oil (Isin: Gb00b15kxv33).Purtroppo, però, fondi ed Etf sono di certo le forme di investimento migliore per la maggior parte dei risparmiatori, ma non le più redditizie con l'incertezza che pesa sulle quotazioni petrolifere. Per quanto riguarda l'azionario invece, spiega a La Verità l'esperto di Swissquote, «Saipem (It0005252140) ora beneficia di un nuovo prezzo obiettivo degli analisti di Jefferies a 4,65 rispetto ai 4,40 precedente. Il titolo gode di una fase estremamente favorevole nel corso del 2019 e ha inoltre lanciato un nuovo progetto in Mozambico. Meno volatile invece è Eni (It0003132476), uno dei titoli storicamente preferiti dagli investitori italiani anche per la sua politica di dividendi».
Maurizio Landini
Dopo i rinnovi da 140 euro lordi in media per 3,5 milioni di lavoratori della Pa, sono in partenza le trattative per il triennio 2025-27. Stanziate già le risorse: a inizio 2026 si può chiudere. Maurizio Landini è rimasto solo ad opporsi.
Sta per finire quella che tra il serio e il faceto nelle stanze di Palazzo Vidoni, ministero della Pa, è stata definita come la settimana delle firme. Lunedì è toccato ai 430.000 dipendenti di Comuni, Regioni e Province che grazie al rinnovo del contratto di categoria vedranno le buste paga gonfiarsi con più di 150 euro lordi al mese. Mercoledì è stata la volta dei lavoratori della scuola, 1 milione e 260.000 lavoratori (850.000 sono docenti) che oltre agli aumenti di cui sopra porteranno a casa arretrati da 1.640 euro per gli insegnanti e 1.400 euro per il personale Ata (amministrativi tecnici e ausiliari). E il giorno prima, in questo caso l’accordo era stato già siglato qualche mese fa, la Uil aveva deciso di sottoscrivere un altro contratto, quello delle funzioni centrali (chi presta opera nei ministeri o nell’Agenzia delle Entrate), circa 180.000 persone, per avere poi la possibilità di sedersi al tavolo dell’integrativo.
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Dopo aver predicato il rigore assoluto sulla spesa, ora l’opposizione attacca Giancarlo Giorgetti per una manovra «poco ambiziosa». Ma il ministro la riporta sulla terra: «Quadro internazionale incerto, abbiamo tutelato i redditi medi tenendo i conti in ordine».
Improvvisamente, dopo anni di governi dell’austerity, in cui stringere la cinghia era considerato buono e giusto, la sinistra scopre che il controllo del deficit, il calo dello spread e il minor costo del debito non sono un valore. Così la legge di Bilancio, orientata a un difficile equilibrio tra il superamento della procedura d’infrazione e la distribuzione delle scarse risorse disponibili nei punti nevralgici dell’economia puntando a far scendere il deficit sotto il 3% del Pil, è per l’opposizione una manovra «senza ambizioni». O una strategia per creare un tesoretto da spendere in armi o per la prossima manovra del 2027 quando in ballo ci saranno le elezioni, come rimarcato da Tino Magni di Avs.
Da sinistra, Antonio Laudati e Pasquale Striano. Sotto, Gianluca Savoini e Francesca Immacolata Chaouqui (Ansa)
Pasquale Striano e Antonio Laudati verso il processo. Assieme a tre cronisti di «Domani» risponderanno di accessi abusivi alle banche dati. Carroccio nel mirino: «attenzionati» tutti i protagonisti del Metropol, tranne uno: Gialuca Meranda.
Quando l’ex pm della Procura nazionale antimafia Antonio Laudati aveva sollevato la questione di competenza, chiedendo che l’inchiesta sulla presunta fabbrica dei dossier fosse trasferita da Perugia a Roma, probabilmente la riteneva una mossa destinata a spostare il baricentro del procedimento. Il fascicolo è infatti approdato a Piazzale Clodio, dove la pm Giulia Guccione e il procuratore aggiunto Giuseppe Falco hanno ricostruito la sequenza di accessi alle banche dati ai danni di esponenti di primo piano del mondo della politica, delle istituzioni e non solo. Il trasferimento del fascicolo, però, non ha fermato la corsa dell’inchiesta. E ieri è arrivato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari.
Angelina Jolie a Kherson (foto dai social)
La star di Hollywood visita Kherson ma il bodyguard viene spedito al fronte, fino al contrordine finale. Mosca: «Decine di soldati nemici si sono arresi a Pokrovsk».
Che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, trovi escamotage per mobilitare i cittadini ucraini è risaputo, ma il tentativo di costringere la guardia del corpo di una star hollywoodiana ad arruolarsi sembra la trama di un film. Invece è successo al bodyguard di Angelina Jolie: l’attrice, nota per il suo impegno nel contesto umanitario internazionale, si trovava a Kherson in una delle sue missioni.






