
Continua la bagarre politica tutta italiana in margine ai drammatici fatti americani. L’opposizione attacca: «Il governo fa vittimismo per nascondere la sua incapacità».Aglio, odio e peperoncino: le ricadute dell’omicidio di Charlie Kirk nel dibattito politico italiano consistono in estrema sintesi nel rinfacciarsi, tra maggioranza e opposizione, l’accusa di utilizzare un linguaggio violento, istigando all’odio. Tra le varie accuse incrociate, si registra un fatto concreto: il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Di Giuseppe annuncia un esposto alla magistratura per individuare e sanzionare adeguatamente chi, sui social, si sta lasciando andare a insulti e attacchi contro il povero Kirk: «Noi non ci piegheremo. Noi non arretreremo», dichiara Di Giuseppe, «saremo sempre dalla parte della libertà di espressione, contro chi trasforma l’odio in arma e la diversità di opinione in bersaglio. Difendere le idee significa difendere la democrazia, e la democrazia non può tollerare la barbarie dell’odio». Torna sull’argomento il leader della Lega Matteo Salvini: «Mi hanno stupito, scioccato e disgustato», argomenta Salvini, «non solo gli attacchi, gli sghignazzi, le giustificazioni con il “ma se l’è cercata”, ma anche i silenzi. Si dimostra che c’è un grande problema di democrazia a livello nazionale e internazionale. È preoccupante esprimere soddisfazione, oppure opporre il silenzio all’omicidio di un trentunenne padre di famiglia». Salvini lancia l’allarme sulla esasperazione dei toni, storicizzando la lettura di ciò che accade in questi giorni. «Non stiamo vivendo un periodo normale», argomenta Salvini, «ne ho visti di scontri, abbiamo visto con Berlusconi presidente del Consiglio il lancio delle statuette, l’assalto giudiziario. C’erano anche lì toni da linciaggio, però mi permetto di dire da osservatore e protagonista sia allora che oggi che la spiegazione della cattiveria e della rabbia è che probabilmente sanno che non torneranno al governo per i prossimi anni». Il vicepremier accusa la sinistra: «Quindi sono incattiviti», aggiunge Salvini, «siccome il potere logora chi non ce l’ha e si sentono tutti ministri, ma non sono in grado e soprattutto non hanno i voti, sono ancora più arrabbiati. È pericoloso, perché si sparge cattiveria a piene mani anche sui banchi di ragazzi di 14, 15 anni». Sostanzialmente sulla stessa linea il vicesegretario della Lega, l’europarlamentare Roberto Vannacci: «Purtroppo», riflette, «questa è la situazione, il clima di violenza è sempre da una stessa parte. Noi andiamo avanti, sicuri che il nostro sia l’atteggiamento giusto. Mai una volta abbiamo taciuto di fronte alla violenza, di qualsiasi colore essa fosse stata. I vari Saviano, i personaggi che si sono espressi in questo modo, e ne potrei citare diversi, che hanno reputato che la vita di Kirk non avesse lo stesso valore di altre vite, certamente non vengono dal panorama della destra. Quindi Elly Schlein faccia pace con la propria coscienza», aggiunge Vannacci, «questo clima viene da qualcun altro, non certo da noi. La nostra è una constatazione di fatto». L’altro vicepremier, ministro degli Esteri Antonio Tajani, leader di Forza Italia, lancia un monito riguardo alla necessità di stemperare i toni del dibattito politico: «Io non ho mai usato», spiega il leader di Forza Italia, «nei confronti dei miei avversari politici il linguaggio che viene usato contro di me e contro il governo. Non ho mai chiamato nessuno assassino o complice di genocidio. In politica non si vince eliminando l’avversario o tappandogli la bocca. In democrazia si vince con le argomentazioni: se ho idee migliori vinco, sennò vince il mio avversario. Mai minacce, mai accuse che espongono l’avversario al pubblico ludibrio». In effetti, non si ricorda mai una espressione sopra le righe di Tajani, sempre moderato e felpato nei toni e nelle dichiarazioni. Fa riflettere la sua considerazione finale: «Ricordiamo la storia del commissario Calabresi. Ci fu una campagna contro di lui», ricorda Tajani, «che culminò con il suo assassinio. Bisogna stare attenti ad aizzare l’opinione pubblica». Dall’opposizione c’è chi sostiene che la campagna mediatica sull’odio in politica sia un modo per sviare l’attenzione dai problemi della maggioranza. «La destra al governo è divisa su tutto», afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo misto di Palazzo Madama, «e allora si inventa una campagna per accusare la sinistra di fomentare l’odio. Una campagna montata ad arte per sviare l’attenzione degli italiani. Giorgia Meloni e i principali esponenti della destra stanno alzando i toni per nascondere la loro incapacità, le loro divisioni. Non hanno ancora i candidati per la maggior parte delle regioni che andranno al voto nei prossimi mesi, non hanno una linea chiara su come impostare la prossima manovra economica, anzi litigano tra loro sulle misure da prendere. Non sono d’accordo sull’Ucraina o sulle spese militari. E allora tirano fuori la propaganda che alimenta l’odio e crea tensioni. Con il solito vittimismo la Meloni attacca», conclude De Cristofaro, «per evitare di parlare dei pessimi risultati del governo, di una politica economica che non c’è e delle difficoltà che ogni giorno vivono gli italiani alle prese con bassi stipendi e prezzi alle stelle».
Riccardo Molinari (Ansa)
Il capogruppo leghista alla Camera: «Stiamo preparando un pacchetto sicurezza bis: rafforzeremo la legittima difesa ed estenderemo la legge anti sgomberi anche alla seconda casa. I militari nelle strade vanno aumentati».
«Vi racconto le norme in arrivo sul comparto sicurezza, vogliamo la legittima difesa “rinforzata” e nuove regole contro le baby gang. L’esercito nelle strade? I soldati di presidio vanno aumentati, non ridotti. Landini? Non ha più argomenti: ridicolo scioperare sulla manovra».
Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, la Cgil proclama l’ennesimo sciopero generale per il 12 dicembre.
«Non sanno più di cosa parlare. Esaurito il filone di Gaza dopo la firma della tregua, si sono gettati sulla manovra. Ma non ha senso».
Francesco Filini (Ansa)
Parla il deputato che guida il centro studi di Fdi ed è considerato l’ideologo del partito: «Macché, sono solo un militante e il potere mi fa paura. Da Ranucci accuse gravi e infondate. La sinistra aveva militarizzato la Rai».
Francesco Filini, deputato di Fratelli d’Italia, la danno in strepitosa ascesa.
«Faccio politica da oltre trent’anni. Non sono né in ascesa né in discesa. Contribuisco alla causa».
Tra le altre cose, è responsabile del programma di Fratelli d’Italia.
«Giorgia Meloni ha iniziato questa legislatura con un motto: “Non disturbare chi vuole fare”. Il nostro obiettivo era quello di liberare le energie produttive».
Al centro Joseph Shaw
Il filosofo britannico: «Gli islamici vengono usati per silenziare i cristiani nella sfera pubblica, ma non sono loro a chiederlo».
Joseph Shaw è un filosofo cattolico britannico, presidente della Latin Mass Society, realtà nata per tramandare la liturgia della messa tradizionale (pre Vaticano II) in Inghilterra e Galles.
Dottor Shaw, nel Regno Unito alcune persone sono state arrestate per aver pregato fuori dalle cliniche abortive. Crede che stiate diventando un Paese anticristiano?
«Senza dubbio negli ultimi decenni c’è stato un tentativo concertato di escludere le espressioni del cristianesimo dalla sfera pubblica. Un esempio è l’attacco alla vita dei non nati, ma anche il tentativo di soffocare qualsiasi risposta cristiana a tale fenomeno. Questi arresti quasi mai sono legalmente giustificati: in genere le persone vengono rilasciate senza accuse. La polizia va oltre la legge, anche se la stessa legge è già piuttosto draconiana e ingiusta. In realtà, preferiscono evitare che questi temi emergano in un’aula giudiziaria pubblica, e questo è interessante. Ovviamente non si tratta di singoli agenti: la polizia è guidata da varie istituzioni, che forniscono linee guida e altro. Ora siamo nel pieno di un dibattito in Parlamento sull’eutanasia. I sostenitori dicono esplicitamente: “L’opposizione viene tutta dai cristiani, quindi dovrebbe essere ignorata”, come se i cristiani non avessero diritto di parola nel processo democratico. In tutto il Paese c’è la percezione che il cristianesimo sia qualcosa di negativo, da spazzare via. Certo, è solo una parte dell’opinione pubblica, non la maggioranza. Ma è qualcosa che si nota nella classe politica, non universalmente, tra gli attori importanti».
Stephen Miran (Ansa)
L’uomo di Trump alla Fed: «I dazi abbassano il deficit. Se in futuro dovessero incidere sui prezzi, la variazione sarebbe una tantum».
È l’uomo di Donald Trump alla Fed. Lo scorso agosto, il presidente americano lo ha infatti designato come membro del Board of Governors della banca centrale statunitense in sostituzione della dimissionaria Adriana Kugler: una nomina che è stata confermata dal Senato a settembre. Quello di Stephen Miran è d’altronde un nome noto. Fino all’incarico attuale, era stato presidente del Council of Economic Advisors della Casa Bianca e, in tale veste, era stato uno dei principali architetti della politica dei dazi, promossa da Trump.






