2023-03-26
«Chi difende acriticamente il Papa indebolisce l’autorità della Chiesa»
Nel suo ultimo libro, il cardinal Gerhard L. Müller s’interroga sulle fondamenta del papato: promessa divina o fenomeno storico causale? Gesù ha conferito il primato a Pietro e ai suoi successori. In lotta contro la debolezza umana.Il regno di Cristo non è di questo mondo (cfr. Giovanni 18,36) e non segue la legge dell’ascesa e della caduta di tutti gli imperi fondati dagli uomini. Per questo non tramonta, come accade a tutti i regni mondani, agli Stati e alle altre istituzioni e imprese umane. Nella persecuzione della Chiesa e nella sofferenza dei cristiani fino alla temporanea estinzione della fede in alcuni Paesi appare la vera indistruttibilità della Chiesa di fronte alle «porte degli inferi».La Chiesa in quanto istituzione divina si rivela indistruttibile nella sua esistenza e nella verità che annuncia, in mezzo a tutti i regni e le ideologie terrene che sorgono e tramontano. Dopo la cattura e la morte di papa Pio VI il 29 agosto 1799 a Valence, i giacobini proclamarono trionfalmente la fine della Chiesa e del papato in un radioso avvenire di libertà senza ragione. […] È divenuta proverbiale la cinica allusione del sanguinario tiranno Joseph Stalin, che morì completamente ubriaco, miseramente come aveva vissuto, di fronte alla perdita di influenza terrena della Chiesa cattolica a Jalta nel 1945: «Quante divisioni ha il Papa?». Eppure, contrariamente alle loro intenzioni, costoro confermano che non trionfa chi può uccidere i vivi, ma «colui che ha il potere di riportare in vita i morti» (Giovanni 5,21). [...] Questo è il metodo teologico-storico mediante il quale comprendiamo gli eventi e gli sviluppi della storia della Chiesa alla luce della fede. Ma la questione decisiva per la fede è: il primato papale si fonda su una promessa divina oppure è solamente un fenomeno storico casuale, scaturito dalla rivendicazione di un primato umano e dalla mera brama di potere di una casta clericale oscurantista o dalle necessità sociologiche di un’organizzazione mondiale? [...] Tutto dipende dalla questione se davvero Dio si sia rivelato nella storia e dunque se Gesù di Nazareth sia vero Dio e vero uomo. Se Dio si è incarnato, ne consegue che la Chiesa come corpo di Cristo consiste sì di uomini, ma va riconosciuta come istituzione divina nella sua esistenza e nella sua opera di salvezza. La Chiesa appartiene al contenuto del credo rivelato. [...] La relazione del cattolico con il Papa di Roma non scaturisce innanzitutto da una complessa teoria sul suo primato dottrinale e di giurisdizione, ma dal conoscere per fede soprannaturale che in lui, nel vescovo di Roma, risiedono l’autorità e il mandato che Cristo ha conferito a Simon Pietro e ai suoi successori. È questa la straordinaria testimonianza della parola di Dio nella tradizione scritta e orale della Chiesa delle origini. [...] La missione della Chiesa, guidata e governata universalmente dal successore di Pietro, è il contrario dell’europeizzazione della Chiesa, dell’appropriazione con pretesti religiosi di beni materiali e culturali altrui (colonialismo), dell’esportazione economica e ideologica dei propri sistemi di valore per il dominio sugli altri o persino per la loro felicità (neocolonialismo, gender e distruzione sistematica del matrimonio naturale e della famiglia, o controllo delle nascite attraverso programmi per l’aborto). La missione della Chiesa non è solo il contrario di queste attività sempre più dannose, ma è la critica più severa a esse in nome di Dio. [...] «L’attività missionaria non è altro che la manifestazione, cioè l’epifania e la realizzazione, del piano divino nel mondo e nella storia: con essa Dio conduce chiaramente a termine la storia della salvezza» (Ad gentes, 9). Tuttavia, essa può anche liberare qualcuno dal dubbio e dallo scoraggiamento. Non solo il cristianesimo ha un futuro, ma è anche l’unica forza attraverso la quale il mondo occidentale e l’intera umanità possono ancora aspirare a un futuro. È Dio l’orizzonte dell’uomo sia nella vita terrena, destinata a finire, sia nella vita eterna senza fine. [...] Fino a quel momento, la Chiesa adempie la sua missione di essere segno e strumento della più intima unione dell’uomo con Dio e dell’unità del genere umano (cfr. Lumen gentium 1). Il ministero del Papa consiste soprattutto in questo: unire gli uomini nella verità e nella giustizia e condurli all’unità con Dio. Infatti, il Papa è il principio visibile dell’unità della Chiesa, nella quale viene prefigurata e anticipata l’unione dell’umanità e la sua comunione con Dio. [...] Una tale missione eccezionale e così decisiva per la salvezza dell’uomo richiede, sia da parte del titolare della cattedra di Pietro sia di tutti i membri della Chiesa, un approfondimento spirituale e teologico dell’essenza e della forma del papato nel contesto dell’episcopato e della comunione di tutta la Chiesa. Il programma di una costante riforma ecclesiale nel capo e nelle membra è il contrario di una banalizzazione della croce e di una effimera secolarizzazione della Chiesa. Più in profondità è radicata nel mistero del Signore crocifisso e risorto, più la Chiesa è vicina all’uomo, che nel suo tempo rende onore a Dio e professa solo lui come origine e fine della sua vita.È inseparabilmente connessa a ciò anche una costante riflessione critica sulla tensione che esiste fino alla fine del mondo tra l’incarico divino e la debolezza umana. Ci accompagna la promessa di Dio da un lato e dall’altro lato la possibilità del fallimento umano.«Critico» non implica qui una distruttiva presa di distanze, una protesta rumorosa o un allontanamento interiore. Occorrono giudizio spirituale e discernimento su un’istituzione divina che può essere, sì, oscurata dalle debolezze e dai peccati dei suoi ministri e persino screditata ma mai fino a farla sparire. La critica priva di amore finisce per disgregare. L’amore senza critica non è altro che una stucchevole lusinga. Il supremo ministero che Gesù ha conferito a Pietro e ai suoi successori, si contraddistingue proprio perché il suo titolare non si gloria della sua dignità, ma rimane all’ombra del Signore e lo segue. Il celebre domenicano Melchor Cano (1509-1560) disse liberamente ciò che gli opportunisti e i cortigiani di tutti i tempi non ascoltano volentieri: «Pietro non dipende dalle nostre bugie e lusinghe. Proprio coloro che difendono ciecamente e acriticamente ogni decisione del pontefice contribuiscono per maggior parte all’indebolimento dell’autorità della Santa Sede. Non rafforzano i suoi fondamenti ma li distruggono». [...] L’unità della Chiesa non deriva dalla trasmissione storica di diverse opinioni su Dio, ma dalla sua rivelazione nella storia della salvezza. È il dono divino che riunisce incessantemente le membra del corpo di Cristo con il loro capo e tra loro stesse in Cristo. Così la Chiesa ha un capo e un corpo. Gesù Cristo ha conferito a Simon Pietro il compito di riunire la Chiesa nella professione di fede in lui, il Figlio del Dio vivente. [...] Questa è la missione del Papa e pastore della Chiesa universale a Roma.*Cardinale, prefetto emerito della Dottrina della fede
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