2023-07-13
Parla il padre della ragazza: «La droga me l’ha rovinata»
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
L’uomo, 60 anni, si sfoga per la prima volta: «Ho divorziato dalla madre 15 anni fa, non ha avuto l’educazione che avrei voluto per lei. Provo rabbia per la cocaina e al pensiero che non sapesse cosa ha fatto quella notte».È molto più giovanile dei suoi sessant’anni. Capelli fluenti, fisico sportivo, compagna molto più giovane. Ama i motori e ha trasformato in un lavoro questa passione. Lo chiameremo Alessio ed è il papà della ragazza che accusa Leonardo Apache La Russa di averla violentata. Da anni non vive più con le sue prime figlie e si è lasciato alle spalle anche un’altra relazione con prole. Infine ha lasciato Milano ed è tornato a vivere al mare, il suo amato mare. Sulla storia della figlia ha le idee abbastanza chiare e, per la prima volta, ha accettato di parlarne con un giornale.«Io posso dire che voglio tanto bene alla mia bambina, che sono dispiaciuto per quanto le è accaduto, non sono un bacchettone, mia figlia non è una verginella e se fa sesso con qualcuno, fa parte della sua vita. Il problema non è quello. Il problema è se una ragazza lo fa e non sa di averlo fatto perché ha preso una sostanza di quelle che vengono definite generalmente “droghe del sesso”, credo che bisognerà cercare di capire quello. Il resto sono solo un sacco di chiacchiere. Commenti che si leggono su Facebook e altri social network».Qualcuno è arrivato persino ad accusarvi... «Un attimo. Nove su dieci sono cose senza senso. La magistratura dovrà esprimersi e sarà molto difficile provare l’assunzione di quel tipo di droga. Lei ha dichiarato - questo è un passaggio pubblico, non le racconto niente di nuovo - che ha assunto della cocaina prima... Ovviamente io, come genitore, non posso che arrabbiarmi ma, purtroppo, la ragazza non dipende più da me».E poi è maggiorenne... «Non solo è maggiorenne, ma vive con la mia ex moglie, donna dalla quale io mi sono divorziato 15 anni fa e da allora non comunichiamo. Sono accaduti fatti molto incresciosi e tristi in questi 15 anni. Io e la mia ex moglie non ci siamo più parlati».Con la ragazza ha mantenuto un rapporto? «Consideri che le figlie che ho avuto dalla prima moglie hanno vissuto con me e non hanno parlato con la loro mamma per anni».E hanno vissuto con lei? «Le ho cresciute. Sono un padre estremamente presente. O, quantomeno, lo sono stato. Quando mi sono risposato sono diventate gelose e si sono un po’ allontanate da me. Adesso ho una bambina che difendo con tutte le mie forze, mentre le mie prime figlie sono figlie di divorziati e non hanno avuto l’educazione che io reputo necessaria. Quindi la mia piccola, quella che in questo momento è sulla ribalta, ha vissuto una situazione davvero difficile. Questa vicenda è terribile, ma non per la notte di sesso».E per cosa? «Per il fatto di non sapere cosa abbia fatto in quelle ore di buco. Mi scusi, mi permetta di farle una domanda: quanti anni ha?» Quarantatré… «Io ne ho 60, ma a 43 già mi ritenevo abbastanza adulto. Quindi, credo che anche lei possa capire che se una figlia che ha avuto una vita non delle migliori per ovvie ragioni…».Alessio interrompe la frase e divaga, inizia a fare un ragionamento che riguarda tutta una generazione. «Oggi i ragazzini non fanno delle gran vite, diciamocelo, e nel locale in cui si trovavano erano tutti drogati. È inutile che quello là (il riferimento è al presidente del Senato Ignazio La Russa, ndr) dica “mio figlio, invece, no”. E questa non è una colpa, è un fatto. Dacia Maraini ha scritto un articolo interessante sul caso, in cui lei alla fine ringrazia la mia ragazza per aver portato alla ribalta un certo argomento (quello delle ragazze costrette a dimostrare di non essere consenzienti, ndr), per il coraggio di aver detto cosa è successo. Lei è milanese?».No. «Conoscerà Milano...» Certo. «La realtà di Milano, nella quale io ho vissuto per 40 anni, è estremamente selettiva. Adesso mia figlia verrà esclusa da certi giri perché ha fatto questa denuncia, figurati! Pazienza. Anche perché, secondo me, se esce da questa realtà è anche un bene. Credo di averle dato tutte le informazioni che potevo darle. Le chiedo di non farmi altre domande».Solo un ultimo quesito: visto che ha parlato lei dei social, là sopra c’è chi adombra che siate pronti a chiudere la faccenda in cambio di un risarcimento… «Le dico che non so neanche se sia possibile. Io ho fatto qualche anno a giurisprudenza e, anche se non mi sono laureato, qualche cosa la ricordo. Per questo credo che il procedimento prosegua d’ufficio. Ritengo che non sia possibile chiuderla lì e che non si ponga la questione di accettare o meno l’eventuale offerta di una famiglia che ha disponibilità e che, probabilmente, sarebbe ben contenta di chiudere la partita al volo e non parlarne più. Penso che non sia proprio possibile e comunque nessuno si è fatto vivo. Mi perdoni, ma come mi avete trovato?» Non è stato difficilissimo. «Vabbè, comunque se non avessi voluto parlare con lei le avrei buttato subito giù il telefono».Queste sono le parole sofferte e sincere di un padre, colpito anche dai sensi di colpa e che spera che la Procura aiuti la figlia a trovare le risposte alle sue domande.Ieri le indagini sono andate avanti, con la convocazione di ulteriori testimoni e con attività investigative legate all’identificazione del dj amico di Leonardo Apache che, nella ricostruzione fornita nella querela della presunta vittima, avrebbe preso parte agli abusi. Quando verrà riconosciuto ufficialmente sarà, con ogni probabilità, iscritto anche lui sul registro degli indagati e in quel caso, probabilmente, il reato si aggraverebbe, diventando violenza sessuale di gruppo. Tra gli inquirenti viene smentita la possibilità che la ragazza venga risentita. Almeno per ora. Anche l’ipotesi di un incidente probatorio, al momento, non sembra essere stata presa in considerazione.Vengono definite, invece, «interessanti» in ambienti investigativi le testimonianze rese in questura dalle due amiche (quella che era con lei in discoteca e con la quale si è scambiata una serie di messaggi il giorno seguente e un’altra, indicata come la «migliore amica», che l’aveva invitata ad andare al pronto soccorso) e da una conoscente (presente in discoteca). Anche la chat pubblicata ieri dalla Verità, nella quale l’amica che nei messaggi (non ancora depositati) sembra cercare di convincere la ragazza a denunciare, sostenendo che di certo era stata drogata, e che ha mostrato astio nei confronti di La Russa jr con queste parole, «c...o ti ha sicuramente drogata. Comunque, che m...a, sempre odiato», non è passata inosservata.Gli inquirenti cercheranno di accertare eventuali pregressi dissapori, anche quelli di natura politica.
Chuck Schumer (Getty Images)