2021-02-03
Per il centrodestra iniziano i dolori. C’è davvero il rischio che ora si spacchi
Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo salvini (Getty Images)
L'operazione istituzionale è un richiamo fortissimo per Fi e una bomba sotto l'alleanza. Lega e Fdi sono a un bivio.Quando lo scenario è radicalmente cambiato, all'ora di cena, con il deflagrare dell'esplorazione di Roberto Fico, la prima a reagire è stata Giorgia Meloni, che era già al tavolo di Stasera Italia su Rete4 mentre il presidente della Camera era ancora a colloquio con Sergio Mattarella. La leader di Fdi ha espresso a caldo un duro giudizio sulla condotta dei giallorossi: «Sono ore nelle quali gli scenari sembrano sempre tutti aperti. Guardo questo spettacolo da cittadina: ciò a cui stiamo assistendo è indegno di una nazione civile. Gente che governava insieme da un anno e mezzo e adesso voleva parlare di programmi… E in quest'anno e mezzo sulla base di cosa hanno governato? Dell'attaccamento alla poltrona. La verità è che anche in questi giorni hanno solo discusso sulle poltrone: Arcuri lo mettiamo a fare il ministro sì o no, Bonafede lo spostiamo sì o no… E vengono a parlare a noi di responsabilità?».Alla domanda di Barbara Palombelli: «Si può votare con la pandemia?», la Meloni ha risposto tenendo il punto: «E in Portogallo come hanno fatto? Abbiamo visto immagini di persone che votavano distanziate. Negli Usa come hanno fatto? E nelle altre nazioni europee? Nessuno prende in considerazione l'ipotesi di non votare negli altri Paesi. Qui invece si cerca ogni scusa per non votare». Matteo Salvini ha atteso la dichiarazione di Fico dal Quirinale, per ribadire con nettezza ancora maggiore, se possibile, la via maestra del voto: «Continua il vergognoso teatrino sulla pelle di 60 milioni di italiani. Siamo sicuri che il capo dello Stato non permetterà altre perdite di tempo: la via maestra sono le elezioni. Il centrodestra ha le idee chiare sulle priorità per rilanciare l'Italia: piano vaccinale serio, taglio delle tasse e flat tax al 15% per famiglie e imprese, apertura immediata di tutti i cantieri fermi, piano di utilizzo efficace dei fondi europei, profonda riforma della giustizia, pace fiscale. L'Italia non merita di essere in ostaggio di incapaci, voltagabbana, perdenti seriali di elezioni e amanti delle poltrone. Abbiamo donne, uomini e idee per riportare l'Italia al posto che merita».Pochi minuti dopo, però, è arrivata l'impressionante tirata anti elezioni di Sergio Mattarella (con argomenti di quel tipo, allora nessun Paese dovrebbe andare al voto in questo 2021, mentre lo faranno numerose nazioni anche europee, dove nessuno mette in discussione il diritto degli elettori di decidere) e il preannuncio da parte del Quirinale del conferimento di un incarico tecnico-istituzionale. Più tardi sarebbe infatti giunta la notizia della convocazione di Mario Draghi al Colle oggi alle 12. È evidente che questo fatto nuovo cambierà molto: e per il centrodestra torna il rischio di una possibile disarticolazione. L'opposizione è dunque dinanzi a un bivio: la sfida di Salvini e Meloni, nelle prossime ore e giorni, sarà quella di fare il possibile affinché l'ala centrista del centrodestra non compia scelte separate e la coalizione mantenga la sua unità, ammesso che Fi e gli altri centristi resistano alle sirene «istituzionali». Quanto alla Lega e a Fdi, si tratta di capire se, come subordinata rispetto alla loro linea principale, valuteranno l'ipotesi di un appoggio esterno: ma realisticamente potrebbero farlo solo in cambio di garanzie adeguate per un voto non troppo lontano nel tempo. Certo, rischia di essere vanificato lo sforzo, in tutto questo periodo, di organizzare riunioni e consultazioni costanti, includendo anche le formazioni più piccole: «Il centrodestra», aveva ribadito nel tardo pomeriggio di ieri il leader leghista, «è compatto e ha le idee chiare: non è possibile che la sinistra perda altro tempo, le priorità sono la salute e il lavoro degli italiani, non i litigi per poltrone e ministeri. Basta chiacchiere, si è perso già troppo tempo». E Salvini aveva fatto sapere di aver ancora ieri sentito Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Giovanni Toti, Maurizio Lupi e Antonio De Poli. Naturalmente, ora tutto è più difficile. Nelle ore precedenti, quando ancora il tentativo giallorosso sembrava avere chances di arrivare in porto, anche Antonio Tajani per Forza Italia si era attestato sulla linea pro elezioni caldeggiata da Lega e Fdi: «Mentre questa maggioranza raccogliticcia litiga per spartirsi le poltrone» , aveva detto l'ex presidente del Parlamento europeo, « noi pensiamo alle famiglie e alle imprese che non hanno più liquidità per andare avanti». Forza Italia ha anche presentato un suo contributo sul tema del programma per la vaccinazione, alternativo all'azione a dir poco zoppicante del vecchio governo: «A differenza del governo abbiamo preparato un piano vaccini, serio e affidabile, per vaccinare il più alto numero d'italiani possibile». Su questo fronte, ha un valore che va ben al di là del pur grandissimo rilievo lombardo la scelta del governatore Attilio Fontana (Lega) di investire formalmente Guido Bertolaso di una responsabilità sulla campagna vaccinale della regione. Di tutta evidenza, con questa decisione la Lombardia mostra di dare vita a un modello alternativo rispetto a quello gestito finora da Domenico Arcuri. Ma questa è un'altra storia.
Charlie Kirk (Getty Images)
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