2023-01-11
Il cdm approva il rinvio del payback. Decreto trasparenza sui carburanti
Nuova mossa del governo sui rincari. Ieri incontro fra Giorgia Meloni, Giancarlo Giorgetti e il comandante della Finanza. In ghiacciaia fino a fine aprile la norma che stronca le aziende sanitarie.In arrivo un nuovo decreto per favorire la trasparenza dei prezzi della benzina e per contrastare i rincari delle ultime settimane: nel cdm di ieri, finito nella notte, il governo dopo un’informativa di Adolfo Urso ha discusso di una nuova norma per cercare di fermare la galoppata della benzina. Una decisione che ha seguito l’incontro, avvenuto nel pomeriggio, fra Giorgia Meloni, Giancarlo Giorgetti e il comandante generale della Guardia di finanza, Giuseppe Zafarana per valutare ogni possibile azione di contrasto alle speculazioni.Come annunciato nei giorni scorsi dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e da altri esponenti della maggioranza, il Consiglio dei ministri di ieri sera ha poi approvato il decreto legge che proroga il payback per i dispositivi medici al 30 aprile. Una misura che è giunta proprio nel giorno in cui gli imprenditori bersagliati da questo meccanismo sono scesi in piazza a pochi metri dai palazzi del potere a Roma, per far arrivare alla politica il loro grido d’allarme rispetto a un meccanismo che se messo in atto dal governo manderebbe sul lastrico una buona percentuale delle 4.000 aziende del settore. Se l’esecutivo, nella sua ultima riunione, non avesse infatti accordato la proroga, le imprese produttrici di dispositivi medici e fornitrici di questi ultimi alla Pa avrebbero dovuto corrispondere alle varie amministrazioni 2,2 miliardi di lire. Una cifra a cui si è arrivati di paradosso in paradosso, dal momento in cui, anni fa, è stato sancito il principio (in serio odore di incostituzionalità) secondo cui le imprese che riforniscono ospedali e aziende sanitarie pubbliche avrebbero dovuto farsi carico di una parte (stabilita in base alla propria quota di mercato) dello sforamento dei loro clienti rispetto ai tetti di spesa fissati a Roma. In pratica, dovrebbero essere i fornitori a pagare la colpa della mala gestio degli amministratori pubblici, in particolare quelli che non sono capaci di tenere i conti sotto controllo.Un principio messo nero su bianco dall’accoppiata Daniele Franco-Roberto Speranza, che ha quantificato la cifra in questione per il periodo 2015-2018. Ciò significa che se Palazzo Chigi non dovesse trovare nei prossimi tre mesi una soluzione definitiva al problema, le aziende interessate dal payback non solo dovrebbero dare i 2 miliardi attraverso un prelievo forzoso e retroattivo, ma si dovrebbero preparare all’ulteriore salasso relativo al biennio 2019-2020. Per questo anche ieri, presente in piazza, il presidente di Confindustria dispositivi medici Alessandro Boggetti ha spiegato che se il payback non venisse abolito ci sarebbe il rischio serio della mancanza di dispositivi fondamentali per la vita di migliaia di persone, come ad esempio lo stent coronarico. «Senza la cancellazione del payback» , ha spiegato Boggetti, «gli ospedali avranno grandi problemi di approvvigionamento. La conseguenza è che chi potrà permetterselo continuerà a curarsi privatamente a spese proprie con i dispositivi migliori, ma chi non potrà subirà in prima persona i danni derivanti da questa legge nemica della sanità pubblica». In questo senso, le parole del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che interpellato ieri sulla proroga ha replicato con un laconico «prenderemo i soldi tre mesi dopo, non cambieremo il bilancio». Parole che inducono a pensare che si tratta anche di una questione politica e come tale di non facile risoluzione. Ma ieri all’ordine del giorno del cdm c’era anche un altro provvedimento molto rilevante, soprattutto alla luce di quanto avvenuto a Ischia un mese e mezzo fa. Si tratta del decreto Ricostruzione. Il provvedimento prevede nuovi stanziamenti e procedure più efficaci in materia di Protezione civile, per intervenire in maniera più rapida e incisiva in caso di eventi di estrema gravità dovuti al dissesto idrogeologico. Tra questi, quelli degni di nota sono, partendo proprio dalla situazione dell’isola campana, la messa a punto entro 90 giorni, da parte del commissario straordinario, di «un piano di interventi urgenti riguardanti le aree e gli edifici colpiti dall’evento franoso del 26 novembre 2022 nel Comune di Casamicciola Terme». Per quanto riguarda gli stanziamenti, nel dl Ricostruzione è contenuto un incremento di 250 milioni di euro su due anni (150 milioni di euro per il 2023 e 100 per l’anno 2024) per le emergenze di rilievo nazionale verificatesi negli anni 2019 e 2020. Vi sono anche 10 milioni che vanno a rimpinguare il fondo sulla Protezione civile, mentre dal punto di vista amministrativo c’è il passaggio al neo commissario straordinario per la ricostruzione post terremoto nel Centro Italia, Guido Castelli, delle competenze sull’impiego delle risorse previste dal Pnrr per le zone colpite dal sisma del 2016.
Donald Trump (Getty Images)
Andrea Crisanti (Imagoeconomica)