2025-07-23
I cattolici difendano la vita nelle urne. Niente voti ai paladini della dolce morte
Zero sostegno a chi, come il senatore dem Bazoli, critica i tentativi di frenare l’eutanasia.Non si può che rimanere sconcertati di fronte alla dichiarazione di Alfredo Bazoli, senatore del Pd, riportata dal Corriere della Sera, circa il testo della proposta di legge del centrodestra sul tema della «morte assistita», scritto che ha il nobile intento di porre un argine alla deriva pro suicidio assistito/eutanasia, che viene bollato come «testo che peggiora la situazione attuale».Lo sconcerto, accompagnato da una profonda amarezza, nasce dal fatto che il senatore si dichiara cattolico ed è di fatto espressione di quella parte del Pd che si ispira al cattolicesimo democratico e, dunque, alla Dottrina sociale della Chiesa. Orbene, sfido chiunque a trovare una sola riga in cui si possa anche solo intravvedere uno spiraglio che apra al principio di disponibilità della vita umana, come bene privato di cui ognuno può disporre come vuole. Sul tema, in specifico, il magistero della Chiesa cattolica è da sempre di una chiarezza inequivocabile: suicidio assistito, eutanasia, omicidio del consenziente sono azioni «intrinsecamente malvagie» che non possono mai trovare alcuna giustificazione. Per essere chiari fino in fondo, nella lettera Samaritanus bonus (dicastero per la Fede, 22 settembre 2020) si specifica che «coloro che approvano leggi sull’eutanasia e suicidio assistito si rendono complici del grave peccato che altri eseguiranno … e sono altresì colpevoli di scandalo perché tali leggi contribuiscono a deformare la coscienza anche dei fedeli». Che Elly Schlein, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Marco Cappato e consociati sostengano posizioni opposte non provoca alcuno sconcerto; ma che un «fratello nella fede» - e con lui, purtroppo, tanti altri sedicenti cattolici - pensino, parlino e agiscano proprio all’opposto della dottrina cattolica, un profondo sconcerto e «malessere», intellettuale e morale, non possono non suscitarlo. In termini calcistici, è come essere tifosi della Lazio e sperare che vinca la Roma! C’è chi invoca la «coscienza» personale (scappatoia che consente di fare tutto e il contrario di tutto!) o la propria, personale weltanschauung, visione della vita. Ma anche in questo caso non si può dimenticare che cosa la Chiesa intenda per «coscienza». Basta aprire il Catechismo della Chiesa cattolica: «La coscienza è il nucleo segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria». Essendo così, è davvero molto difficile pensare che la «voce di Dio» risuoni approvando un omicidio. Per i christifideles laici - ripeto e vale la pena di ripeterlo - la via indicata è chiara, sicura, non lascia spazio a dubbi, non ammette compromessi, non annovera la possibilità di scelte opposte: la vita è dono di Dio, appartiene a lui e non è disponibile alla volontà dell’uomo.Non si tratta di integralismo né di fondamentalismo: si tratta di onestà morale e coerenza intellettuale. Questo è lo «specifico» che il cattolico è chiamato a portare nell’agorà delle scelte sociopolitiche, specialmente legislative, che plasmano il modo di vivere della comunità civile. Ed è così che funziona la democrazia: ognuno sostiene i principi e valori in cui crede e che vuole vedere rappresentati nel proprio Paese; li porta al confronto con chi la pensa all’opposto e poi si va alla «conta» e si accetta, anche con sofferenza, la scelta della maggioranza. Ma non sta né in cielo né in terra che per rispettare idee altrui, con l’aggravante che in questo caso non si tratta di semplici idee ma di principi che sono il fondamento stesso dell’umano, si debba rinunciare previamente alle proprie. Soprattutto se si è profondamente convinti che il «bene» per l’umanità è difendere la vita, sempre e di chiunque. Questa dolorosa pagina di incoerenza, deve essere occasione per trarne una speciale lezione: quando si è nel segreto della cabina elettorale e si deve decidere chi - partito e candidato - votare, il primo criterio di giudizio deve essere la difesa della vita. Chi è favorevole ad aborto, eutanasia, suicidio assistito et similia non può ricevere il sostegno del nostro voto.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)