2025-06-19
«Case ai migranti in barba alle graduatorie»
Il sindaco di Verona, Damiano Tommasi (Ansa)
Verona, la denuncia del centrodestra: «Scavalcate le liste e favoriti stranieri che occupavano uno stabile». Gli appartamenti popolari, considerati inagibili, sono stati concessi a una cooperativa che li ha ristrutturati. Ignorati gli italiani in difficoltà.A Verona, una cooperativa ha coperto con 120.000 euro le spese di messa a norma di cinque appartamenti in cui l’Azienda gestione edifici comunali (Agec) fa alloggiare una ventina di migranti, a canone convenzionato. Flavio Tosi, europarlamentare di Forza Italia ed ex sindaco, ha protestato, parlando di «grave e clamorosa ingiustizia nei confronti di cittadini veronesi e stranieri immigrati regolari che sono in graduatoria», e anche Verona democratica ha lamentato che «i soldi per dare risposte ai veronesi solitamente non si trovano mai». Non piace che il progetto presentato dalla cooperativa La Casa per gli immigrati sia stato accettato da Agec, «e senza essere stato approvato dal cda», segnala Dario Pomari che nel cda dell’azienda è in quota Lega. Indigna, inoltre, che la ventina di stranieri fosse stata ospitata in precedenza in una struttura occupata abusivamente, il Ghibellin fuggiasco. «In base al regolamento Agec, gli abusivi non hanno il diritto di entrare in graduatoria», fa presente Pomari. In quello stabile l’associazione Paratod@s accoglieva una quarantina di migranti, tra cui Moussa Diarra, il giovane del Mali che il 20 ottobre 2024, dopo una notte di azioni vandaliche, aveva aggredito un agente della Polfer davanti alla stazione Porta Nuova, rimanendo ucciso da uno dei tre colpi sparati dal poliziotto. Soprattutto, lascia perplessi che una cooperativa abbia a disposizione 120.000 euro per sistemare degli alloggi per migranti. Nata nel 1991 su iniziativa dell’avvocato Giambattista Rossi (al quale venne dedicato il Policlinico di Verona) e dell’altro socio fondatore Carlo Melegari, esponente della sinistra politica veronese e allora direttore del Centro studi sull’immigrazione (Cestim), la Casa per gli immigrati ha detto di aver ricevuto buona parte di quella somma «da una generosa donazione». Per il resto, ha provveduto con fondi propri. «È strumentale parlare di diritti dei cittadini calpestati», tuona Luisa Ceni, assessore alle Politiche sociali e abitative del Comune, amministrato dal sindaco dem Damiano Tommasi. «Agec si occupa di edilizia residenziale pubblica (le cosiddette case popolari, ndr), per la quale ci sono le graduatorie che non sono modificabili, non si toccano. E si occupa di canone convenzionato, che serve per coprire le emergenze abitative. Questi appartamenti non sono nella programmazione di riatto dell’azienda in base alla disposizione di spesa annuale. Si tratta di alloggi che altrimenti resterebbero vuoti, inutilizzati». In effetti sono immobili vetusti e degradati che l’azienda non ha i fondi per sistemare e dare in assegnazione attraverso i bandi. Una modifica regolamentare dell’Agec, introdotta lo scorso anno, permette così ad associazioni e Onlus disposte a effettuare i lavori di messa a norma di chiedere all’azienda di stipulare un contratto di locazione con canone convenzionato per emergenze abitative. «Non c’è bisogno che passino dal cda, questi contratti», puntualizza Ceni. «Con questa cooperativa il Comune opera da tantissimi anni, ed è La Casa per gli immigrati che garantisce il pagamento del canone», aggiunge. L’assessore non vuole sentir parlare di migranti abusivi: «La cooperativa non ammette persone con precedenti penali» e lascia intendere che semmai i problemi li dovrebbe avere l’associazione che occupava la struttura e accoglieva gli stranieri. «Il Ghibellin fuggiasco era una vergogna ed è merito di questa amministrazione averlo chiuso un mese fa», tiene a sottolineare. L’immobile era di un privato, non utilizzato per decenni, poi occupato abusivamente per farne un «rifugio» e finito in un degrado completo. Dopo la sua chiusura, alcuni migranti sono andati al dormitorio pubblico, altri rimangono in attesa al dormitorio, altri sono stati sistemati in case con contratti d’affitto agevolati grazie ai fondi di una cooperativa.Solo Agec ha 447 alloggi vuoti a Verona e quasi altrettanti sono quelli gestiti nell’intera provincia da Ater, l’ente pubblico economico che fa capo alla Regione Veneto. Il diritto alla casa va garantito, soprattutto quando ci sono centinaia di abitazioni vuote che non si possono affittare solo perché prive di manutenzione e non a norma. Non si può fare l’abitudine all’indecenza di lasciar dormire stranieri per strada o in alloggi fatiscenti, ma l’emergenza abitativa colpisce tantissime giovani coppie italiane, famiglie e pensionati con basso reddito e fa specie vedere una cooperativa che destina più di 100.000 euro alla sistemazione di case per migranti.«Almeno noi stiamo offrendo soluzioni a “lavoratori con background migratorio”, come preferisco chiamarli», puntualizza Luisa Ceni. «Sono persone con permesso di soggiorno, che lavorano e non possono pagarsi un affitto con i prezzi di mercato». Già, ma questa è una condizione comune a una grande fetta della popolazione e non si vedono cooperative o consorzi che mettono fondi per dare un alloggio decoroso a giovani sposi, o a mamme e papà che hanno figli da far crescere con pochi mezzi. O a pensionati costretti a sopravvivere con la pensione sociale. «Ci deve pensare il governo che invece taglia i fondi, non solo noi amministratori locali», replica l’assessore veronese.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)