2023-12-17
La Chiesa dà pulpito e soldi a Casarini. E lui piange Toni Negri: «Mio profeta»
L’ex no global si commuove per la morte del sovversivo rosso che chiama «maestro». Saranno contenti i cattolici: il «padre sinodale» la cui Ong ha ricevuto centinaia di migliaia di euro dalle diocesi celebra un guru della lotta armata. Con cui ha «tubato» fino alla fine.Toni Negri è stato un cattivo maestro, che dall’alto della sua cattedra all’università di Padova ha insegnato a una generazione la lotta armata. Ero poco più di un ragazzo quando il filosofo scomparso ieri a Parigi scriveva frasi che enfatizzavano il sabotaggio in fabbrica e le azioni criminali, dicendo di sentire “il calore della comunità operaia e proletaria tutte le volte che si calava il passamontagna” sulla faccia. E avevo da poco iniziato questo mestiere quando, il 7 aprile del 1979, il giudice Pietro Calogero lo fece arrestare, contestandogli una serie di reati quali la formazione e la partecipazione a banda armata e l’insurrezione contro i poteri dello Stato. A sostegno delle accuse, la Procura portò un’infinità di testi, tra i quali uno in cui Negri teorizzava «la violenza come filo razionale che lega la valorizzazione proletaria alla destrutturazione del sistema e quest’ultima alla destabilizzazione del regime. Basta con l’ipocrisia borghese e riformista contro la violenza». I Radicali di Marco Pannella, che di danni in questo Paese ne hanno fatti un certo numero, compreso aver creato personaggi come Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, lo fecero uscire di cella, candidandolo al Parlamento. Una volta eletto, la magistratura chiese nuovamente il suo arresto e prima che le Camere votassero l’autorizzazione a procedere, con molto coraggio, degno di uno che voleva abbattere il regime, Negri se la svignò espatriando in Francia, dove si appellò alla cosiddetta dottrina Mitterrand per farla franca. Dalle accuse di aver partecipato ad azioni terroristiche verrà assolto, ma finirà comunque condannato a 12 anni di carcere per associazione sovversiva, finendo per scontarne la metà quando decise di rientrare in patria dopo la lunga latitanza.Ecco, a questo simpatico campione dell’eversione, un Cesare Battisti che ce l’ha fatta a ridurre al minimo la sua pena, l’ex leader delle Tute bianche Luca Casarini ha dedicato un affettuoso post sui social, definendolo non soltanto maestro, ma padre e profeta. Secondo il dizionario italiano, il profeta è una persona che, per ispirazione divina, predice il futuro e rivela fatti ignoti alla mente umana. In pratica, è qualcuno dotato di capacità divinatorie. Ora, io non so quali possano essere considerate tali, visto che il filosofo le ha sbagliate tutte, riconoscendo nel 1986, da espatriato di lusso a Parigi, quando sognava di ritornare in Italia, che la lotta armata aveva fallito ed era indispensabile una pacificazione. Purtroppo, quell’appello a deporre le armi, se ha segnato una svolta, non ha avuto il potere di spazzare via quanti erano cresciuti nell’insegnamento del Maestro, del Padre e del Profeta (le maiuscole non sono mie ma del Capitan Fracassa della Mare Jonio). Dunque, se l’età si è portata via Toni Negri e le sue lezioni sulla violenza proletaria, a noi sono rimasti i Casarini e gli attivisti dei centri sociali cresciuti alla scuola del filosofo padovano, i quali non hanno smesso di fare danni. Se all’inizio degli anni Duemila, il capo dei Disobbedienti contrastava in piazza la polizia, adesso contrasta in mare la legge che regola l’immigrazione. Spariti gli operai, che lui e Negri usavano per fare la lotta al Sistema, oggi la nuova causa per cui combattere (naturalmente con nota spese pagata) sono i profughi, eletti a nuova classe operaia dalla ciurma di capitan Casarini.Fin qui, a proposito dell’evoluzione del pensiero di Toni Negri, c’è poco da dire: il cattivo maestro ha creato pessimi allievi, come ci si poteva immaginare. Quel che invece sorprende è che i vertici della Chiesa abbiano scambiato un tipo uscito dai centri sociali per il nuovo Messia, riuscendo - immagino involontariamente - a saldare il pensiero di Toni Negri con quello cattolico per tramite di Casarini. Aver accolto al Sinodo il capo dei Disobbedienti quasi fosse un nuovo pastore, quando invece era un vecchio guastatore comunista allevato nella batteria di Toni Negri è il vero errore. Che cosa hanno da spartire uomini di chiesa che dovrebbero invitare a porgere l’altra guancia con quanti si eccitavano all’idea di calarsi il passamontagna sulla faccia? Ma soprattutto, se uno ha come Profeta Toni Negri, come può averne un altro in Gesù Cristo?Ps. Ma all’Unità, che mi ha dato dell’eversore per aver pubblicato le chat di Casarini e di alcuni onorevoli compagni, si saranno resi conto di essere ridicoli?
La sede della Corta penale internazionale dell’Aia (Ansa)
Volodymyr Zelensky (Getty Images)