2023-12-28
Casarini ha provato a cancellare le tracce
Per gli inquirenti, l’ex Disobbediente e Giuseppe Caccia han fatto sparire 5 giorni di chat in coincidenza con il trasbordo di migranti dalla nave danese alla loro. Ma altri messaggi dimostrano che l’operazione era premeditata. «La Chiesa unico vero investimento in prospettiva».Il processo ragusano alla banda di Luca Casarini ruota intorno al trasbordo di 27 clandestini da una nave mercantile danese, la Maersk Etienne, sul rimorchiatore Mare Jonio della compagnia Idra social shipping di Giuseppe Caccia, storico sodale di Casarini e suo coimputato. Per quel trasporto «pericoloso», avvenuto l’11 settembre 2020, ci sono sei persone alla sbarra con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Un’ipotesi che, come annotano gli investigatori, non deve aver stupito Caccia, il quale, si legge in un’annotazione, quattro giorni dopo l’operazione invia «un messaggio di preoccupazione» che si conclude, «a dimostrazione della consapevolezza delle loro azioni», con la frase «al massimo ci faremo qualche mese di galera».Casarini e Caccia negano che i 125.000 euro pagati dalla Maersk alla Idra siano frutto di un accordo commerciale per liberare il mercantile dal carico umano. Ma le prove raccolte dagli investigatori dimostrano tutt’altro. Lo stesso Caccia, al cellulare, confida di «aver concluso un deal per un lavoro commerciale che porterà 150.000 euro nelle casse di Idra». Alla tesoriera di Mediterranea «con disinvolta schiettezza, arriva a dire che “ci sono 125.000,00 euro da un partner privato e che tutto ciò dovrà rimanere un segreto tra loro due”». Un brogliaccio riassume un’altra telefonata e in essa Caccia ribadisce che «se Mediterranea è riuscita ad andare in mare è stato possibile farlo grazie al fatto che si sono potute compiere delle operazioni commerciali». In un’ultima intercettazione Caccia riferisce che «domani a quest’ora potremmo essere con lo champagne in mano a festeggiare perché, a dire di Luca, arriva la risposta dei “Danesi” in quanto gli hanno domandato 270.000 euro». Alla fine l’accordo sarà per una cifra inferiore. In chat Caccia, poco prima dell’arrivo del bonifico, scrive anche: «Quasi 200mila di buco. Siamo in attesa di risposta da un partner commerciale per cui dovremmo fare un lavoro di questa entità. Ma se non entrano quelli siamo nella cacca. Diciamo un Golgota finanziario...».È anche molto interessante quanto si legge in una relazione sul contenuto dell’iPhone Xr di Casarini, sequestrato l’1 marzo 2021. Per gli investigatori della Guardia di finanza di Pozzallo il messaggio chiave è quello che l’ex leader delle Tute bianche, l’uomo che ha fatto mettere a ferro e fuoco Genova, invia a Silvia Sinibaldi, responsabile emergenze umanitarie di Caritas Europa. È un messaggio del 10 settembre 2020 delle ore 15:23: «Tieni segretissimo per te anche questo: andiamo a prenderci quelli della Etienne». Chiosano gli investigatori: «Rappresenta la prova fondamentale nonché la conferma di tutte le ipotesi investigative inerenti la consapevole e voluta nonché preordinata decisione di andare verso la Maersk Etienne allo scopo di trasbordare sulla Mare Jonio i migranti presenti. Infatti, alle ore 15:23, il rimorchiatore Mare Jonio in uscita dal porto di Licata con destinazione dichiarata Lampedusa, si trovava ancora all’interno delle acque territoriali italiane e doveva ancora ricevere la prima mail di richiesta assistenza da parte della Maersk Etienne, giunta di fatto alle ore 19:29 del 10 settembre 2020». L’informativa prosegue definendo Casarini «spavaldamente spudorato» perché due ore dopo invia alla Sinibaldi «in modo palese ed incurante rispetto a quanto confidato precedentemente, la comunicazione ufficiale apparsa sul profilo Facebook di Mediterranea saving humans (Msh, ndr) in cui viene annunciato che la Mare Jonio ha ripreso il mare». La nota, un duro attacco alle politiche europee sui migranti, fa solo «qualche accenno alla vicenda della Maersk Etienne». Non contiene nessun riferimento alla «mission impossible» di cui Caccia aveva già parlato in modo un po’ criptico ai membri di Alarm phone, il centralino di emergenza per migranti delle Ong. Infatti, a proposito della Maersk Etienne, aveva promesso di moltiplicare gli sforzi «in coincidenza con l’incombente partenza della missione Mare Jonio». E aveva concluso con una frase che, letta oggi, sembra premonitrice: «Noi “missioni impossibili”». Nell’informativa gli investigatori accusano i due principali indagati di aver cancellato i messaggi che si erano scambiati a ridosso delle operazioni di trasbordo. «Si premette che nella chat Whatsapp esaminata, Luca Casarini e Giuseppe Caccia dialogano continuamente tutti i giorni, scambiandosi decine di messaggi. Tuttavia, appare molto sospetta, che l’anzidetta chat non riporta messaggi nel periodo che va dalle ore 22:40 del giorno 9 settembre 2020 alle ore 22:24 del giorno 14 settembre 2020. È evidente che l’utilizzatore Casarini, con previdente scrupolosità, ha provveduto a cancellare tutta la relativa messaggistica intercorsa con Caccia. Inoltre, si evidenzia che, nello stesso periodo temporale, risultato privo di scambio di messaggi reciproci Casarini/Caccia, è stata riscontrata la stessa assenza di messaggistica, sulla stessa chat memorizzata sul cellulare Samsung S10 in uso a Caccia. Il tentativo riuscito di cancellare volutamente la scambio di messaggi reciproci, appare alquanto palese, in considerazione che sia Casarini che Caccia, nell’arco temporale sopra evidenziato, hanno scambiato numerosissimi messaggi nelle varie altre chat».Altri indizi del fatto che la missione fosse «preordinata e pianificata», i finanzieri li trovano in un comunicato di Mediterranea, pubblicato sui social durante le operazioni di trasbordo, in cui si legge: «Oggi, con la nostra Mare Jonio […] abbiamo detto no. Signornò. […] Abbiamo rotto gli schermi, abbandonato gli uffici e il tran tran quotidiano, abbiamo messo i nostri problemi dopo quelli, ben più seri, di fratelli e sorelle che non sanno nemmeno se potranno vivere domani. Abbiamo dato una lezione a chi pensa che detenere il potere sia una cosa sufficiente per imporre tutto ciò che vuole». Le Fiamme gialle rimarcano: «Dai toni usati, sia con fermezza nonché di sfida nei confronti delle autorità, risulta evidente la consapevolezza di aver agito con l’intento di disobbedire, operando nel totale disprezzo delle regole, realizzando volutamente un trasbordo non autorizzato dei migranti presenti a bordo dalla Maersk Etienne».Gli investigatori riportano anche un’altra frase bellicosa di Casarini: «Avremo presto la Mare Jonio probabilmente sottoposta a misure di blocco, viste le attenzioni poliziesche che si stanno scatenando su di noi dopo l’operazione Etienne. Dunque credo ci toccherà fare un bel casino se ci bloccano o peggio». Un messaggio ritenuto «importante» è quello di commento alla foto che ritrae Caccia mentre sale a bordo del cargo («Guarda che capo missione ginnico...»). Per i finanzieri rivela che le condizioni di salute dei migranti a bordo non erano «pessime» come sostenuto da Mediterranea, altrimenti non avrebbero potuto effettuare le operazioni di discesa già «difficoltose per le persone in ottime condizioni fisiche». Dopo il «salvataggio» dei migranti Caccia e Casarini iniziano a disquisire ancora più intensamente di soldi e nuova nave. Il primo passo è ottenere il controllo dell’associazione di promozione sociale (Aps) Mediterranea, il loro bancomat. L’elezione del nuovo consiglio direttivo è il loro giorno del giudizio: «Se non arriviamo con una prospettiva allora si vincono. Prospettiva saldamente in mano a noi» sottolinea Casarini in chat. Caccia risponde: «L’unica prospettiva è quella che sai. Ma dobbiamo anche avere qualche entrata consistente perché se non andiamo da nessuna parte […]. Abbiamo una Aps che, a parte i vescovi raccolti da noi, sta raccogliendo al massimo 12.000 euro al mese, nonostante le missioni in corso». Casarini cerca soluzioni: «Dobbiamo fare un ragionamento europeo fatto di relazioni con parti politiche (i Verdi ad esempio), con parti commerciali (tipo Maersk) e con chiesa ovviamente. Va costruito un altro modo di raccogliere soldi anche, oltre a fare bene il solito, facendo quello che non hanno mai fatto: donazione permanente di 1.000 persone a 50 euro al mese per esempio». Caccia elabora un piano in quattro punti: «Luk cerchiamo di essere realistici e operativi: 1) di Maersk (punto a 200k per tamponare attuale indebitamento Idra) e Banca Intesa (soldi nuova nave) mi occupo io […] 2) intanto bisogna assicurarsi che il 6 ottobre Banca Etica deliberi i 50k di anticipo a Msh e che Msh li giri subito a Idra: altrimenti no stipendi il 10/10 e siamo nella merda; 3) bisogna prendersi per bene e con meno strascichi possibili Msh all’assemblea del 10 e 11 […]; 4) […] Non aspettiamoci soldi dai tedeschi (al massimo un intervento di emergenza o su singolo progetto se serve, ma non più di 60k una tantum). Idem per i partiti a livello europeo. Chiesa (Italia ed Europa) è unico vero investimento di prospettiva, così come donazioni permanenti ad una Msh solida e controllata da noi». Il rapporto con il Vaticano e le diocesi, dunque, è considerato pragmaticamente e cinicamente come un «investimento di prospettiva».Per Casarini & C. il «vero problema» è il vescovo di Tripoli. La Sinibaldi chiede se il Papa sia al corrente del suo «collaborazionismo». Ma per fortuna della ciurma, ci sono altri monsignori e cardinali molto più disponibili. Don Mattia Ferrari, il cappellano di bordo, nonché prezioso link con le alte gerarchie ecclesiastiche, l’11 settembre 2020 annuncia: «Dalla Chiesa maltese e italiana appoggio totale all’operazione che stiamo facendo». Gli investigatori evidenziano i messaggi di ringraziamento inviati dai vescovi dopo l’intervento, ritenuto illecito dalla Procura di Ragusa, sulla Maersk Etienne. «Siete nelle mie preghiere! Coraggio! Per favore tenetemi aggiornato» fa sapere l’arcivescovo della Valletta Charles Scicluna, appena si è concluso il trasbordo. E il giorno dopo aggiunge: «Caro Luca, grazie di cuore per avere preso i nostri fratelli dalla Maersk Etienne. Vi accompagno con la nostra preghiera mentre cercate un porto sicuro». Anche il cardinale Michael Czerny, all’epoca sottosegretario della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, non fa mancare il suo sostegno: «Che Dio vi benedica abbondantemente. Grazie». Anche ancora più entusiasta il vescovo di Palermo Corrado Lorefice: «È divino il bene umano che grazie a voi è prevalso nel Mediterraneo. […] Che belle le parole di Gesù che voi incarnate: “Venite, vi farò pescatori di uomini!”. Vi assicuro la mia preghiera. Il Signore vi benedica e vi dia una pesca sempre più abbondante». Di fronte a tanta solidarietà, Casarini ringrazia e aggiunge: «Mi sa che adesso deve intervenire la Santa Sede per farci dare un porto». Don Mattia non è molto fiducioso: «Temo che la linea della Santa sede sia: forzate il blocco e poi vi difendiamo». Casarini intende battere il ferro finché è caldo: «Organizza comunicato di CZ (Czerny, ndr) o altri (prelati, ndr) di sostegno all’operazione che solleciti sbarco subito». Il cappellano di bordo frena: «Sai benissimo che Czerny non parla mai. Bisogna insistere con Scicluna, Mogavero, ecc... Cz è utile per riferire al Papa». Un telefono senza fili che, a giudicare dalle ultime prese di posizione di Francesco, sembra funzionare.