
Solidarietà dal premier, Matteo Piantedosi annuncia il pugno di ferro. Ma Giuseppe Conte, Angelo Bonelli ed Elly Schlein sfruttano il caso per attaccare l’esecutivo.La Digos di Torino li ha identificati e denunciati per lesioni personali con l’aggravante del reato commesso «per agevolare l’attività di organizzazioni» che abbiano tra i loro scopi «la discriminazione o l’odio etnico, nazionale, razziale o religioso». Sono due aderenti a Casapound che hanno aggredito sabato sera il giornalista de La Stampa Andrea Joly all’esterno del circolo di destra Asso di bastoni in via Benvenuto Cellini 22 a Torino.Stando a quello che si vede in un filmato pubblicato dal quotidiano Joly, passando davanti al circolo, ha notato una assembramento e ha cominciato a filmare. Qualcuno lo ha visto e gli ha gridato: «Sei dei nostri?». Il cronista avrebbe fatto per allontanarsi ma in tre lo hanno rincorso, falciato e, mentre Joly era a terra, un quarto con la testa rasata lo ha preso a calci. L’aggressione è stata filmata da un terrazzo e si sente chi sta riprendendo gridare: «Basta, lasciatelo andare!» Secondo l’Asso di bastoni, invece, le cose sono andate così: c’era una festa per i 16 anni del circolo e il cronista sarebbe entrato nel locale senza dire chi era e avrebbe cominciato a scattare foto e filmare. Gli è stato detto di andarsene, lui avrebbe provocato e alcuni ragazzi hanno reagito.Una pioggia di reazioni è, sicuramente, quella del centrosinistra, che non aspettava altro per puntare il dito contro Giorgia Meloni. Il presidente del Consiglio è stato, però, tra i primi a condannare l’aggressione: «Esprimo la mia solidarietà al giornalista Andrea Joly, rimasto vittima di un’inaccettabile aggressione a Torino. Un atto di violenza che condanno con fermezza e per il quale mi auguro i responsabili siano individuati il più rapidamente possibile. L’attenzione del governo è massima e ho chiesto al ministro dell’Interno Piantedosi di essere aggiornata sugli sviluppi del caso». E in effetti la faccenda investe proprio Matteo Piantedosi perché da anni pende la richiesta di mettere fuori legge Casapound, ma tutti i governi non hanno dato corso a questo provvedimento nel timore di fare da cassa di risonanza. E proprio il ministro Piantedosi rassicura: «Sono grato alla questura di Torino per aver tempestivamente identificato due individui fortemente sospettati di essersi resi protagonisti dell’aggressione al giornalista della Stampa. Nel nostro Paese, tanto più con il nostro governo, non ci sarà mai spazio per la violenza di qualsiasi matrice, soprattutto se perpetrata con finalità discriminatorie o ai danni di soggetti fragili o di chi svolge particolari e fondamentali funzioni».Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, esprime solidarietà al giornalista e, condannando quanto è avvenuto, pone l’accento sulla libertà di stampa: «Ogni attacco a chi esercita il diritto di informare è un attacco ai valori democratici stessi». Il segretario del Pd, Elly Schlein, va oltre: «Esprimo solidarietà a Joly ma esprimo anche grande preoccupazione per il clima di impunità che continuiamo a registrare di fronte a episodi così gravi: cos’altro dobbiamo aspettare perché vengano sciolte come dice la Costituzione le organizzazioni neofasciste? Chiediamo al presidente Meloni e al ministro Piantedosi di intervenire immediatamente». Per Giuseppe Conte (5 stelle) «l’aggressione squadrista dimostra ancora una volta la necessità di fortificare ogni giorno gli anticorpi democratici. Non si tratta di un caso isolato: i campanelli di allarme su alcune derive antidemocratiche nel nostro Paese hanno già suonato più volte». Solidarietà al giornalista e condanna dell’aggressione sono espressi da Antonio Tajani, ministro degli Esteri, e dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Angelo Bonelli (Avs) dice: «C’è un clima di impunità verso la violenza fascista con Piantedosi inerte. Si sciolga Casapound e si chiuda Asso di bastoni». Bonelli ha fatto eleggere al Parlamento europeo Ilaria Salis che ha sulle spalle 4 condanne e a Budapest era a giudizio per aver sprangato due militanti di destra. Ma le botte non sono tutte uguali.
Paolo Mazzoleni (Ansa)
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